In the Mood for Love

Fa Yeung Nin Wah

HONG KONG 2000
A Hong Kong, nel 1962, il Signor Chow, un giornalista di Shanghai, si trasferisce con la moglie in un modesto appartamento. Vicino arriva una coppia composta da una segretaria, la Signora Chan, e da un dirigente d'azienda. Sia la moglie del Signor Chow che il marito della Signora Chan trascorrono lunghi periodi all'estero per lavoro. I due cominciano a incontrarsi sul pianerottolo, a frequentarsi, ad andare a mangiare qualcosa insieme. Una sera a cena, parlando dei rispettivi coniugi, comprendono la realtà della situazione: i due sono amanti. Più avanti, lui riesce a scrivere un libro che ottiene successo e dice a lei che ha deciso di cercare un altro posto di lavoro. Una volta si lasciano andare a fare le prove della eventuale confessione del marito di lei. Poi per un periodo non si vedono. Più avanti, il Signor Chow le dice che partirà per Singapore, e che è innamorato. Il marito della Signora Chan torna e lei dice al Signor Chow che non lo cercherà più. Nel 1963 il Signor Chow è a Singapore. Nel 1966 la Signora Chan torna a vedere il vecchio appartamento. Nel 1969 il Signor Chow è in Cambogia. Tra le rovine dei templi, guarda e medita.
SCHEDA FILM

Regia: Wong Kar Wai

Attori: Maggie Cheung - Signora Chan, Tony Leung Chiu Wai - Signor Chow, Lai Chen - Sig. Ho, Siu Ping-Lam - Ah-Ping, Rebecca Pan - Sig.ra Suen

Soggetto: Wong Kar Wai

Sceneggiatura: Wong Kar Wai

Fotografia: Christopher Doyle, Mark Lee Ping-Bin

Musiche: Mike Galasso, Shigeru Umebayashi

Montaggio: William Chang

Scenografia: William Chang

Costumi: William Chang

Altri titoli: Flower Like Years, Hua yang nian hua, Les silences du désir, Beijing Summer

Durata: 98

Colore: C

Genere: ROMANTICO

Produzione: WONG KAR WAI PER JET TONE FILMS

Distribuzione: LUCKY RED (2000); TUCKER FILMS (2020) - DVD: MEDUSA (2001)

TRAILER
NOTE
- PREMIO PER MIGLIOR ATTORE (TONY LEUNG) E GRAN PREMIO DELLA GIURIA PER IL MIGLIOR CONTRIBUTO TECNICO (WILLIAM CHANG, CHRISTOPHER DOYLE E MARK LEE PING-BIN) Al 53. FESTIVAL DI CANNES (2000). - NEL 2020 TORNA IN SALA LA VERSIONE RESTAURATA IN 4K A CURA DI L'IMMAGINE RITROVATA DI BOLOGNA E CRITERION DI NEW YORK, PARTENDO DAL NEGATIVO ORIGINALE, E DI CUI IL REGISTA HA SUPERVISIONATO TUTTE LE OPERAZIONI. ANTEPRIMA ONLINE DELLA VERSIONE RESTATURATA IN OCCASIONE DEL 38. TORINO FILM FESTIVAL (2020).
CRITICA
"Wong Kar-Way, autore di 'Happy Together' e di 'Angeli perduti', specialista delle passioni, ha fatto un altro gran film dove analisi dei sentimenti e stile della regia si uniscono a esprimere al meglio le malinconie e le felicità dell'amore." (Lietta Tornabuoni, "La Stampa", 23 maggio 2001) "Il regista di culto della nouvelle vague d'autore di Hong Kong dipinge con immagini estenuate e raffinate una storia d'amour fou che non ha bisogno di sesso e arditezze per infiammare." (Piera Detassis, "Panorama", 24 agosto 2000) "Tutti - o quasi - crescono. Anche Wong Kar-Wai con 'In the mood for love'. Cresce, il regista di Hong Kong, perché rinuncia al pur interessante sperimentalismo delle sue opere precedenti. Cresce perché si lascia alle spalle la tempesta erotica di 'Happy Together' e sceglie un tono intimo, pudico, ellittico, come chi conosce veramente i giochi dei sentimenti e può fare a meno di gridare. E così, al suo settimo film, racconta una storia d'amore e d'amore soltanto. 'In the mood for love', come dice una bella vecchia canzone, è solo nello stato d'animo per l'amore, che si concretizza mai, ma resta un sentimento che cambia le vite." (Irene Bignardi, "la Repubblica", 29 ottobre 2000) "Il film seduce e cattura per la verità dei mezzi toni con cui racconta le pene d'amor perdute, un passo a due sulle punte della solitudine. E così i due splendidi protagonisti mantengono l'ambiguità dei sensi, un desiderio impalpabile, come la stoffa stessa del film. Eredi di Antonioni, Wong Kar-Wai simula un'attrazione fatale a tavolino e la rimpiange secondo l'etica della recherche proustiana, esprimendo l'invisibile delle emozioni con una cinepresa che sta al passo dei sentimenti e ci avvolge di calore." (Maurizio Porro, "Il Corriere della Sera", 28 ottobre 2000)