In ordine di sparizione

Kraftidioten

4/5
A Berlino 64, un bel thriller nordico che non sfigurerebbe accanto a Fargo dei Coen. Grande Stellan Skarsgard

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DANIMARCA 2014
Nils solca con il suo enorme spazzaneve le selvagge e innevate montagne della Norvegia ed è stato recentemente premiato "Cittadino dell'anno". Tuttavia, da quando suo figlio è finito per errore nel mirino della malavita ed è stato ucciso ingiustamente, Nils cerca giustizia e vendetta. Le sue azioni scateneranno una guerra tra due gangster: il criminale vegano e amante dell'arte chiamato "Il Conte" e il boss della mafia serba noto come "Papa". Vincere una faida non è facile, ma Nils ha dalla sua macchinari, mezzi pesanti e soprattutto la fortuna del principiante.
SCHEDA FILM

Regia: Hans Petter Moland

Attori: Stellan Skarsgård - Nils, Bruno Ganz - Papa, Pål Sverre Hagen - Il Conte, Birgitte Hjort Sørensen - Marit, Jakob Oftebro - Aron Horowitz, Kristofer Hivju - Strike, Anders Baasmo Christiansen - Geir, Sergej Trifunovic - Nebojsa, Tobias Santelmann - Finn, Atle Antonsen - Reddersen, Goran Navojec - Stojan, Jon Øigarden - Karsten, David Sakurai - Kinamann, Jan Gunnar Røise - Jappe, Miodrag Krstovic - Dragomir, Kåre Conradi - Ronaldo, Leo Ajkic - Radovan, Hildegun Riise - Gudrun, Bjørn Moan - Fred Remi, Nils-Fredrik Tveter - Gabriel, Martin Furulund - Sverre, Gard B. Eidsvold - Emanuel

Sceneggiatura: Kim Fupz Aakeson

Fotografia: Philip Øgaard

Musiche: Kaspar Kaae, Kåre Vestrheim, Brian Batz

Montaggio: Jens Christian Fodstad

Scenografia: Jørgen Stangebye Larsen

Costumi: Anne Pedersen

Effetti: Haukur Karlsson

Altri titoli:

In Order of Disappearance

Durata: 116

Colore: C

Genere: AZIONE COMMEDIA

Specifiche tecniche: ARRI ALEXA, DCP 2K (1:2.39)

Produzione: PARADOX FILM 2 IN COPRODUZIONE CON ZENTROPA ENTERTAINMENTS5, ZENTROPA INTERNATIONAL SWEDEN

Distribuzione: TEODORA FILM

Data uscita: 2014-05-29

TRAILER
NOTE
- HANS PETTER MOLAND E STELLAN SKARSGÅRD FIGURANO ANCHE TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI.

- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DI: NORWEGIAN FILM INSTITUTE, SWEDISH FILM INSTITUTE, DANISH FILM INSTITUTE, NORDISK FILM & TV FOND, EURIMAGES, FILM3, FILM I VÄST.

- IN CONCORSO AL 64. FESTIVAL DI BERLINO (2014).
CRITICA
"Nel film del regista svedese Hans Petter Moland 'In ordine di sparizione', i cadaveri diventano (...) una specie di macabro segno d'interpunzione, come delle virgole lungo un discorso, a segnare un cammino complesso e accidentato. Alla fine del film i morti ammazzati non si contano più, epperò non hanno mai un'aria truce, anche se non ci viene risparmiato né il sangue né la violenza. Piuttosto sono come dei momenti di sospensione, dove la storia rallenta o prende una strada inaspettata ottenendo però un effetto opposto alle aspettative: fanno più sorridere che spaventare... In effetti, al (...) festival di Berlino, dove 'In ordine di sparizione' era stato presentato, il film era sembrato una pausa corroborante e fin spensierata lungo un cammino fatto di opere ben più ponderose. Eppure era un thriller vero e proprio, con un inizio drammatico e doloroso (la polizia comunica a una famiglia la morte per overdose del figlio amatissimo), che però il tono disincantato e sorprendente della regia riusciva a rendere accattivante e coinvolgente. Aiutato anche dalla prova di alcuni attori in stato di grazia. (...) più la «guerra» diventa cruenta più la regia raffredda i toni con lunghe scene con gli spazzaneve in azione o piccole curiosità alla Tarantino (i soprannomi cinematografici dei malviventi, le riflessioni più insensate nei momenti meno opportuni) ma giocate con una secchezza e un'efficacia che evitano il rischio citazionista e aumentano il divertimento. Ne esce un film che evidentemente sente l'influenza della scuola nordica del giallo (la sceneggiatura è di Kim Fupz Aakeson) e della sua capacità di ancorare la storia all'interno delle contraddizioni della società e del presente. Anche qui c'è il malaffare, la droga, la violenza gratuita e improvvisa, le contraddizioni dell'Europa (la mafia serba che arriva fino al Nord...), i silenzi del paesaggio innevato, la «cecità» della polizia e più in generale della Legge... Ma tutto è raccontato con un distacco contagioso e ironico, capace non dico di farci ridere ma certamente di farci sorridere. Skarsgård, Hagen e Ganz sembrano giocare tra di loro a chi strappa lo schermo all'altro e la sequenza dei morti che interrompe il racconto con i suoi manifesti luttuosi diventa una specie di gioco irriverente e irreale. Che finisce per rimandarci quella stessa follia quotidiana che è alla base del successo del noir letterario." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 28 maggio 2014)

"Il titolo internazionale (quello originale suona 'Kraftidioten') è bellino. Nella prima parte, però, lo diresti inappropriato: perché per una buona mezz'ora il film del norvegese Hans Petter Moland si presenta come un drammatico e violento 'revenge movie' ambientato tra le nevi. (...) il film prende gradualmente l'aspetto di una commedia nera, meglio pulp, dannatamente divertente. Inizia con cartelli funebri ironici, dove sono elencati volta per volta i personaggi che escono di scena (tanti) secondo l'ordine di sparizione. Continua in un tono allegramente macabro che deve parecchio ai Coen e a Tarantino; ma tutt'altro che privo di una personalità registica originale: vedi le frequenti 'ellissi' sull'azione, la scelta dei colori per gli ambienti (freddi e monocromi quelli dove si aggira la gang norvegese, caldi e colorati per i delinquenti balcanici ) e parecchio altro. Molto 'tarantiniani' i colloqui fra i vari killer, pause intenzionali dell'azione dove si scopre che tra i gangster nordici c'è una coppia gay, oppure dove i vari tirapiedi chiacchierano in base ai rispettivi pregiudizi razziali: i serbi stigmatizzano le stravaganti abitudini dei norvegesi; questi argomentano sulla pigrizia e inaffidabilità degli stranieri. Coprodotto dalla Zentropa fondata da Lars von Trier, e presentato in concorso a Berlino, 'In ordine di sparizione' è un film europeo impregnato di cultura americana (che non imita, ma emula e insieme prende in giro) in grado di giocarsi diverse carte vincenti nei confronti dello spettatore. Intanto quella del film di vendetta, modello narrativo archetipico e universale (molto popolare nel cinema d'Oriente, ad esempio) che tende a funzionare sempre, anche in pellicole di qualità assai inferiore a questa. Poi l'abilità nel tenersi molto bene in equilibrio tra scene d'azione drammatiche (che comprendono una testa mozzata e, alla fine, una battaglia apocalittica con armi, bulldozer e spazzaneve) e gag da pura commedia nera. Non ultima tra le carte fortunate la scelta del cast: da Stellan Skarsgård (...), al veterano Bruno Ganz nel ruolo del capomafia serbo Papa. E incluso un giovane, ipercinetico e bravo attore norvegese di nome Pål Sverre Hagen (che dopo il film potrebbe vedere allargarti i confini della sua carriera) nella parte del pazzoide Conte." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 29 maggio 2014)

"In originale fa 'Kraftidioten', qualcosa che miscela idiozia e forza, con riferimento ai malavitosi che saranno anche prepotenti e forse anche potenti, hanno la forza per imporre i loro malevoli intenti, ma sono imbecilli. Però, una volta tanto, è meglio il titolo interazionale 'In ordine di sparizione', anche perché Hans Petter Molland, il regista, ci sguazza. I cadaveri che compaiono, o meglio i personaggi che scompaiono morti ammazzati nel film, sono più di venti. E ogni volta che qualcuno schiatta lo schermo offre un omaggio al defunto con nome e cognome o soprannome con tanto di cartello funerario. Humor nero. (...) Ci sono moltissimi elementi interessanti in questo noir su sfondo innevato che viene dal profondo Nord dove ormai sembrano allignare tutti i gialli che si rispettino. E non si tratta solo di ambientazione. Ci sono magnifiche pennellate come la considerazione legata al welfare in relazione al clima. Il welfare c'è se fa freddo e non esiste nei paesi caldi. Quindi si impone una scelta: o il sole o lo stato assistenziale. E già siamo di fronte a un punto di vista eccentrico e intrigante, come quello che ricorda come alcuni banditi incarcerati (in Norvegia, si intende) ne abbiano approfittato per farsi curare dal dentista visto che, oltre ai contributi previdenziali, i carcerati hanno anche buone cure odontoiatriche. Altro aspetto singolare sono le due bande malavitose. Quella del conte è composta da un branco di nevrotici con uno psicopatico al comando, quella di Papa, il serbo, è improntata alla tradizione, ai valori famigliari e di sangue, e la faccenda riguarda anche l'habitat: villa trendy e high tech quella del conte, un hangar old fashion con mobili d'epoca quello di Papa. Poi ci sono gli attori: Stellan Skarsgård offre un convincente ritratto di Nils (...), mentre Bruno Ganz si trova a suo agio nel cesellare il vecchio Papa che sembra uscito da altri tempi, e in coppia fanno sembrare totalmente inappropriato Pål Sverre Hagen che tratteggia la figura del conte come una macchietta. Poi ci sono quei cartelli mortiferi che coniugano ogni religione, l'ironia soffusa anche sui campi da sci e i brividi diffusi che rendono il film godibilissimo." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 29 maggio 2014)

"(...) arriva addirittura dalla Norvegia e pretende di scuotere lo spettatore addormentato con un'annaffiata di noir grondante umorismo macabro: il classico menu, insomma, da prendere o lasciare. Il regista Moland avrà sicuramente pensato a 'Fargo', uno dei capolavori dei fratelli Coen capace di coniugare nello stesso climax criminalità e imbecillità come raramente è riuscito ad altri, però è chiaro che la strada principale gli è stata indicata dall'inaspettato quanto massiccio successo da qualche anno toccato ai gialli letterari e filmici marcati Grande Nord sulla scia di 'Uomini che odiano le donne'. L'impalcatura di quest'ode per immagini e dialoghi al Male puro, intonata beffardamente in nome e per conto del Bene offeso, punta forte sull'affidabilità del divo scandinavo Skarsgård: una scommessa, peraltro, vinta a mani basse perché il protagonista di 'In ordine di sparizione' sembra essere stato inventato su misura dell'interprete del controverso poema porno-filosofico 'Nimph()maniac'. (...) La violenza impera e dilaga, scandita da uno stile ritmato e impassibile fino nelle acmi più sanguinarie e ribaltata - l'anello debole del progetto - dagli abbondanti inserti di sarcasmo pulp secondo noi poco consoni all'aura locale. Tra digressioni piene di boutades e caroselli di crudeli idiozie il circo grottesco appare in definitiva alquanto superfluo, ma segna anche momenti di genio, primo fra tutti quello del duetto tra il giustiziere Skarsgård e il criminale «Papa» reso al meglio dal veterano e trasformistico Ganz." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 29 maggio 2014)

"Era dai tempi del 'Duel' di Spielberg che non vedevamo un mezzo di trasporto caricarsi di tale forza simbolica. L'enorme spazzaneve giallo guidato a velocità micidiale da Stellan Skarsgård non è solo un simbolo della lotta dell'uomo contro la Natura. Diventa l'emblema stesso di questo giustiziere deciso a vendicare la morte del figlio, ucciso quasi per caso da una banda di spacciatori, sterminandoli uno ad uno. Con la forza, certo, ma soprattutto con l'ingegno. Di qui il titolo, 'In ordine di sparizione', in originale 'Kraftidioten', cioè 'Fortemente idioti'. Una black comedy che spruzza sangue e una variante molto scandinava dell'humour noir contro il bianco accecante della neve. Ogni volta che uno sciagurato muore, e ne muoiono parecchi, appare infatti un cartello nero con il nome e una croce. Lasciando in genere pochi rimpianti, perché come nei film dei Coen, i criminali sono anzitutto dei perfetti imbecilli, «ridicolmente antiquati», come dice il regista. E Moland in effetti non perde occasione di metterli in ridicolo, senza per questo trascurarne la violenza e la pericolosità. Il giochino alla lunga è un po' facile, anche perché le motivazioni, da ambo le parti, sono implicite. (...) magnifico Skarsgård (...) trasformarlo in una specie di ispettore Callaghan (esplicitamente citato nel film). (...) pittoreschi i criminali. Specie il capo (...).Ma il meglio sta nei dettagli. (...) un susseguirsi di dialoghi e situazioni pulp che spesso attingono ai pregiudizi delle due bande criminali (esilarante il welfare nordico, visto prima dai norvegesi e poi dai serbi). Nulla di nuovissimo, ma l'esecuzione è impeccabile, lo sguardo straniato, l'azione frenetica e ironica insieme. Per chi ama il genere, una festa." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 29 maggio 2014)

"Qui non è come in 'Dieci piccoli indiani' di Agatha Christie, dove gli omicidi si susseguivano senza che si riuscisse a individuare il colpevole. In 'In ordine di sparizione' il quadro appare chiaro (...). Originale nell'ambientazione nel paesaggio bianco di neve e immoto del profondo Nord norvegese, la black comedy segue il compassato protagonista nella crociata di giustiziere svariando fra grottesco e noir in un miscuglio di toni che potrebbe rievocare il cinema di Tarantino; o magari di Kaurismäki. Ma il regista svedese Hans Petter Moland esprime una sua precisa personalità: una calibrata alternanza di dialoghi e silenzi; una nitidezza di immagine che fa risaltare il rosso del sangue come il momento drammatico; un'ironia che scaturisce dalla paradossale serietà con cui ogni personaggio fa la sua parte: dal padre vendicatore, di fresco premiato come «cittadino dell' anno», al signore della droga dandy e psicotico; dal severo boss serbo (un divertente Bruno Ganz) al gangster segretamente gay. Va da sé che tutti gli interpreti si dimostrano all'altezza." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 29 maggio 2014)

"(...) un thriller nordico ironico-splatter che mantiene esattamente ciò che il titolo promette: crediamo per la prima volta nella storia del cinema, personaggi & interpreti sono citati in ordine di sparizione, ovvero man mano che vengono ammazzati. Una buffa mattanza che il veterano norvegese Hans Petter Moland (...) impagina con lievi scimmiottamenti 'tarantiniani' e un forte senso del grottesco. L'inizio è magnetico e spiazzante (...). I gialli scandinavi sono il caso letterario dell'ultimo decennio. Ora arrivano anche al cinema. 'In ordine di sparizione', credeteci, è meglio dei film ispirati a Stieg Larsson. Più divertente, come minimo. E le facce dei gloriosi Ganz e Skarsgård valgono il prezzo del biglietto." ('L'Unità', 29 maggio 2014)

"Che bella questa black comedy norvegese che sembra un incrocio trai Coen e Tarantino. (...) a suon di morti e dialoghi grotteschi. Come quello tra due killer che discutono sul fatto che nei paesi caldi non esista un buon welfare perché «dove c'è caldo basta raccogliere una banana»." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 29 maggio 2014)