IL GUSTO DEGLI ALTRI

LE GOUT DES AUTRES

FRANCIA 2000
TRAMA BREVE
La storia di un imprenditore che incontra un'attrice la quale, a sua volta, è amica di una barista. Questa incontra una guardia del corpo che lavora, insieme ad un autista, per conto di un'arredatrice che è la moglie dell'imprenditore. La regista che interpreta anche il ruolo della barista riesce a non far perdere il filo tra questi cinque personaggi che il caso unisce e costringe a interrogarsi su se stessi, scoprendo qualcosa di inatteso.

TRAMA LUNGA
Castella é un affermato imprenditore annoiato dalla vita che conduce insieme alla moglie, un'arredatrice di interni. Per portare a buon fine l'affare di cui si sta occupando, si vede costretto ad assoldare una guardia del corpo e a prendere lezioni di inglese. Gli incontri con Clara, l'insegnante, si rivelano un tormento e lui decide di smettere. Una sera controvoglia si vede trascinato a teatro. Assiste ad un testo di Racine, si commuove fino alle lacrime, decide di entrare nel mondo dell'arte e di conoscere l'attrice: quando si accorge che si tratta proprio dell'insegnante, cambia atteggiamento e riprende le lezioni di inglese. Intanto il suo autista e la guardia del corpo, fatta amicizia durante le lunghe attese, conoscono Manie, una cameriera, e a turno intrecciano con lei una relazione. Durante una lezione, Castella legge una poesia con cui dichiara a Clara il proprio amore, ma lei non dice niente, e lui cade in uno stato di depressione. Franck, la guardia del corpo ed ex poliziotto, non prende bene il fatto che Manie da casa faccia vendita di spinelli; e quando sta per proporle di andare a vivere insieme, ci ripensa e va via senza dire parola. Intanto Clara sente di provare qualcosa per Castella. La sera della prima di "Hedda Gabler" lo aspetta con ansia ma lui non arriva. Dopo la fine lo vede applaudire e il suo viso si rasserena. Intanto Bruno, l'autista, si diletta a suonare il piffero con altri principianti.
SCHEDA FILM

Regia: Agnès Jaoui

Attori: Jean-Pierre Bacri - Castella, Alain Chabat - Bruno Deschamps, Agnès Jaoui - Manie, Anne Alvaro - Clara, Brigitte Catillon - Beatrice, Gérard Lanvin - Franck Moreno, Anne Le Ny - Valerie, Christiane Millet - Angelique, Wladimir Yordanoff - Antoine, Raphael Defour - Benoit, Stanislas De La Tousche - Il Giudice, Didier Mahieu - Marito Di Hedda, Jean-François Levistre - Arsace, Jean Marc Talbot - Antiochus, Reginald Huguenin - Titus, Desir Carre' - Passante, Robert Bacri - Padre Di Castella, Marie-Agnes Brigot - La Segretaria, Sam Karmann - Il Regista, Xavier de Guillebon - Weber, Bob Zaremba - Fred, Celine Arnaud - Virginie

Soggetto: Agnès Jaoui, Jean-Pierre Bacri

Sceneggiatura: Jean-Pierre Bacri, Agnès Jaoui

Fotografia: Laurent Dailland

Musiche: Jean-Charles Jarrel

Montaggio: Hervé de Luze

Scenografia: François Emmanuelli

Costumi: Jackie Budin

Altri titoli:

THE TASTE OF THE OTHERS

Durata: 112

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: FRANCE 2 CINEMA, LE STUDIO CANAL+, LES FILMS A4

Distribuzione: LUCKY RED (2000)

NOTE
CANDIDATO AGLI OSCAR 2001 COME MIGLIOR FILM IN LINGUA STRANIERA.
PREMIO DAVID PER MIGLIOR FILM STRANIERO.
CRITICA
" 'Il gusto degli altri' è davvero un film solido, intenso, adulto. Così come adulti sono i personaggi che si intrecciano, sfiorano, perdono e scambiano nel corso di un girotondo esistenziale trattato senza esaltazione, con toni calmi e lunghi piani-sequenza dove gli attori respirano, vivono, entrano in confidenza l'uno con l'altro". (Piera Detassis, 'Panorama', 18 gennaio 2001)

"Il film è un elogio della curiosità, un invito a scambiarsi gli occhiali da vista con il vicino per poterlo guardare in modo diverso. Un film stimolante, astuto, molto affascinante, forse un po' troppo oliato. Se il film ha un limite, è forse quello di giocare troppo con il fuoco degli stereotipi". (Jean-Marie Lalanne, 'Libération')

"Questo titolo intrigante quasi misterioso riassume bene dieci anni di riflessioni sulla società francese. Molto francese nella costruzione corale (a crisi multiple), 'Il gusto degli altri' è un film dove trionfa il gusto della sfumatura e dell'esaustività. Dei gusti non si deve discutere, dice il proverbio, ma di questo bel film si discuterà sicuramente molto". (Francois-Guillaume Lorrain, 'Le Point')

"Poichè l'indagine sui sentimenti rimane il migliore effetto speciale del cinema, ' Il gusto degli altri' ha battuto ogni record d'incassi in Francia. Agnes Jaoui, dopo aver sceneggiato il rafffinato divertissement 'Parole Parole', dimostra talento vero di regista, e anche di attrice, in un duetto straordinario con Jean Pierre Bacri, l'imprenditore. E' raro uscire da un film con una sensazione di leggerezza, senza essere travolti da insensati colpi di scena o annoiati dal sentimentalismo. Battute memorabili e una satira sui nuovi ricchi più efficace dell'ultimo, celebrato, Woody Allen. (Curzio Maltese, D, 6 febbraio 2001).

"In un cinema che ci ha abituato a personaggi unidimensionali, 'Il gusto degli altri' fa evolvere i suoi sotto gli occhi dello spettatore, che ne coglie le mutazioni attraverso uno sguardo, un'espressione malcelata, un gesto quasi impercettibile. Già coautrice di storie corali per 'Smoking/No smoking' e 'Parole, parole, parole', di Alain Resnais e per 'Aria di Famiglia' di Klapisch, la regista esordiente non solo sa tenere bene le fila di numerose azioni, ma coordina con sicurezza la recitazione di molti bravi attori. I mezzi con i quali assicura al suo film il gusto tutto particolare che lo contraddistingue sono di alta cucina, e tuttavia di estrema semplicità. Hanno il rigore formale di lunghi ed eleganti piani-sequenza, nei quali gli interpreti si muovono perfettamente a proprio agio". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 21 gennaio 2001)

"Intorno alla coppia 'impossibile' industriale/attrice ruotano infatti molte altre relazioni difficili, d'amore e d'amicizia. Ma il bello è che ogni personaggio suona incredibilmente vero e insieme solido e coerente come il carattere di una favola di La Fontane. Tra le fonti di questo piccolo miracolo l'autrice, che si ritaglia il ruolo-pivot della barista generosa, cita il Balzac delle 'Illusioni perdute'. Impossibile però non pensare anche al capolavoro di Renoir 'La regola del gioco'. Tutti perfetti gli attori, ma Bacrì è così carico d'umanità che chiunque lo vorrebbe come padre, amico, marito, fratello. Curiosità: qui come in 'Chiedimi se sono felice', cioè nei due massimi successi dell'anno in Italia e in Francia, il teatro ha un ruolo essenziale. Solo un caso?" (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 gennaio 2001)

"Candidato all'Oscar dalla Francia, secondo in testa al box office francese dopo 'Taxxi 2', venduto in 23 Paesi, pluripremiato, scritto, diretto e anche recitato dagli sceneggiatori di Alain Resnais e Jean-Pierre Bacrì, il film leggero e spiritoso, dice che le differenze di cultura e di classe continuano ad esistere, ma che l'amore può superarle". (Letta Tornabuoni, 'La Stampa', 19 gennaio 2001)