IL GIORNO DEL FURORE

ITALIA 1973
Palizyn, ricco e spietato possidente di mezza età, sposato con Natalia e padre di un ragazzo, Yuri, vive nella sua bella casa di campagna circondato e temuto da decine di servi che tratta come schiavi, ignorando la moglie e struggendosi invece per una giovinetta, Irene, che ha accolto in casa quand'era ancora bambina e dopo averle ucciso i genitori. Un giorno, accedendo alle sue implorazioni, Palizyn assume alle proprie dipendenze un giovane storpio, Vadim. Fratello di Irene, che ignorava la sua esistenza, costui non ha che uno scopo: vendicarsi del possidente distruggendo lui, la sua famiglia e tutte le sue ricchezze. Seminati pazientemente, tra i servi di Palizyn i germi della ribellione (Irene, innamorata di Yuri, non gli è di aiuto), Vadim coglie i primi frutti della sua opera allorché, riunitisi i proprietari terrieri per accogliere un vescovo, una moltitudine di servi e di mendicanti, infuriati per la morte di una prostituta involontariamente causata da Vadim, ma attribuita ai padroni, si getta su di loro massacrandoli. Scampati alla morte (che non ha invece risparmiato Natalia), Palizyn, Yuri e Irene si ritrovano insieme in una cava, dove le loro vite hanno un tragico epilogo: violentata la giovinetta e ucciso il figlio, Palizyn muore colpito da un gruppo di ribelli guidati dal cosacco Pugacev. Sfuggiti al controllo di Vadim, però, gli armati uccidono anche Irene.
SCHEDA FILM

Regia: Antonio Calenda

Attori: Claudia Cardinale, Sergio Doria, Ray Lovelock, John McEnery, Giuseppe Pisegna, Raffaele Uzzi, Paola Tedesco, Adalberto Rossetti, Oliver Reed, Zora Velcova, Carole André

Sceneggiatura: Edward Bond, Antonio Calenda, Ugo Pirro

Fotografia: Alfio Contini

Musiche: Riz Ortolani

Montaggio: Sergio Montanari

Durata: 118

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: CINESCOPE TECHNICOLOR

Tratto da: ROMANZO DI MICHAEL LERMONTOV

Produzione: DAMA (ROMA) LOWNDEES (LONDRA)

Distribuzione: MGM

CRITICA
Il film risente di una elaborazione scenaristica insufficiente. Infatti, alla sceneggiatura si debbono le sue maggiori carenze: una narrazione poco equilibrata e delle ideologie molto incerte. Alla regia, invece, vanno ascritte le gradevoli scenografie bulgare, l'ottima fotografia, le attinenti musiche e le convinte interpretazioni. Puntando più sulle contorte psicologie dei personaggi e sulle disumanità, che non sui fenomeni sociali conseguenti, il film è pieno di passioni sfrenate e non manca di pagine aberranti. Finisce, come conseguenza, per essere un quadro tutt'altro che costruttivo. (Segnalazioni Cinematografiche).