Il castello errante di Howl

Hauru no ugoku shiro

Concorso: debolezze umane, guerra e poesia nel Castello errante di Howl. Molto più di un cartoon

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GIAPPONE 2004
La giovane Sophie ha diciotto anni e lavora instancabilmente nel negozio di cappelli che apparteneva a suo padre, ormai defunto. In una delle sue rare uscite, viene importunata da alcuni soldati e salvata dal Mago Howl, uno stregone di rara bellezza e grande fascino,ma che è un po' smidollato e codardo. La perfida Strega delle Lande, che è invaghita dello stregone e desidera possederne il cuore, gelosa di Sophie la trasforma in una rugosa novantenne. A Sophie non resta che scappare di casa e iniziare a vagare senza meta per terre desolate alla ricerca di chi possa spezzare il maleficio di cui è vittima. Trova riparo nel Castello mobile di Howl e, nascondendogli la sua vera identità, si fa assumere dallo stregone come donna delle pulizie, scoprendo così i segreti del castello e dando nuova vita alla vecchia dimora in cui abitano soltanto il giovane apprendista Markol e Calcifer, il demone del fuoco. Quale destino e quante avventure attendono Sophie prima di poter tornare ad essere quella di prima? Qual è la maledizione di cui è vittima il mago?
SCHEDA FILM

Regia: Hayao Miyazaki

Soggetto: Diana Wynne Jones

Sceneggiatura: Hayao Miyazaki

Fotografia: Atsushi Okui

Musiche: Joe Hisaishi

Montaggio: Takeshi Seyama

Scenografia: Noboru Yoshida, Yôji Takeshige

Effetti: Studio Ghibli

Altri titoli:

Howl's Moving Castle

Durata: 119

Colore: C

Genere: ANIMAZIONE SENTIMENTALE FANTASCIENZA

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1,85)

Tratto da: romanzo "Howl's Moving Castle" di Daiana Win Jônzu (pseudonimo di Diana Wynne Jones)

Produzione: TOSHIO SUZUKI PER DENTSU INC., NTV, STUDIO GHIBLI, TOKUMA SHOTEN, TOUHOKU SHINSHA, WALT DISNEY PICTURES

Distribuzione: LUCKY RED (2005)

Data uscita: 2005-09-09

NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 61MA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA (2004).

- NOMINATIONS OSCAR 2006: MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE.
CRITICA
"Continuando ad arruolare lungometraggi d'animazione, i festival si sono procurati un'ottima uscita di sicurezza. La Mostra di Croff & Muller, felicissima nel rianimare la calma piatta del Lido e nell'arricchire il cartellone delle più diverse mercanzie di celluloide, stava peraltro arrancando nel cruciale settore del concorso; ma ieri, grazie al maestro del cartoon Hayao Miyazaki, è finalmente sbucato dal gruppo un degno aspirante al Leone d'oro. Con 'Il castello magico di Howl', infatti, il sessantatreenne regista di Tokyo, autore di classici come 'Lupin III: il castello di Cagliostro', 'Nausica della valle del vento', 'La principessa Mononoke' e 'La città incantata' (Orso d'oro a Berlino 2002 e Oscar 2003 come miglior film d'animazione), si conferma un genio della fiaba neo-umanistica e un accanito paladino del diritto all'utopia visionaria. Rielaborando per lo schermo il libro più noto dell'inglese Diana Wynne Jones 'Howl's Moving Castle', Miyazaki trova terreno fertile per il suo gusto dell'iperbole onirica e della metamorfosi psicosomatica e regala agli spettatori di ogni età due ore piene d'incantevole, ma mai facile o melensa fantasia. Senza dover impiantare la solita, odiosa e inutile querelle contro il modello disneyano-hollywoodiano, è chiaro che Miyazaki funziona da testa di ponte per la definitiva assunzione di tutta una cultura e una tecnica nell'empireo cinematografico fantasy." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 6 settembre 2004)

"Nel nuovo film animato di Miyazaki convivono tradizione e sorprese. Torna l'impagabile mix di fantasticheria, romanticismo e comicità: come si ripresenta lo straordinario lavoro sul colore, le luci e le ombre che rende quello del regista di Tokio un universo totalmente a parte. La sorpresa riguarda il disegno. Se i personaggi principali osservano i rigidi canoni tipologici giapponesi, nelle scenografie e nelle comparse Miyazaki rende invece un inaspettato omaggio al meglio della tradizione iconografica occidentale, da 'Little Nemo' alle tavole del fumetto belga di Hergé e del 'Professor Mortimer'." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 settembre 2004)

"Questa parabola sulla terza età e sull'arte di affrontarla senza troppe ansie si estende su 250 pagine in forma quasi sempre letificante, anche se appesantito da divagazioni che il film riesce solo in parte a sbrogliare. Il problema è se il premiato Miyazaki, 64enne con alle spalle una lunga carriera, è da considerare un grande illustratore o un autore in proprio. Personalmente di lui ho preferito 'La principessa Mononoke', Orso d' oro a Berlino, perché legato alle tradizioni e alla cultura del suo paese. Howl rappresenta un passo fuori dall' ambito nipponico, forse un adeguamento alle esigenze del mercato nel momento in cui molti territori si sono aperti a un disegno giapponese che fa dimenticare le trasandatezze dei mostri e dei robot. Maturato in polemica con la svendita televisiva dell' animazione, il segno di Miyazaki è pulito e spiritoso. L' inevitabile riferimento allo stile Disney è riscattato dalla forza di una visione fantastica personalissima che si realizza nel modo più felice soprattutto nei personaggini di Calcifer demone del fuoco e di Rapa spaventapasseri quasi umano." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 9 settembre 2005)

"A sessantaquattro anni Hayao Miyazaki continua a sognare (e a disegnare con fantasioso furore) città invisibili in cui si può entrare per distrazione, ma da cui fuggire è maledettamente difficile. Come nella saga di Matrix, ogni porta si può spalancare sull'infinito. Onorato a Venezia con un Leone d'oro alla carriera, Miyazaki conferma le sue favolose virtù nello struggente 'Il castello errante di Howl'". (Claudio Carabba, CdS Magazine, settembre 2005)