Hai paura del buio

3/5
Da Bucarest a Melfi: l'incontro di due operaie nel percorso della ricerca di sé per l'esordio al lungometraggio di Massimo Coppola. Alla SIC

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ITALIA 2010
La ventenne Eva, dolce e orgogliosa, lascia la natia Bucarest e arriva a Melfi, uno sperduto paese dell'entroterra meridionale italiano, noto per l'enorme insediamento della FIAT. Qui la ragazza entra in contatto con Anna una sua coetanea che lavora nella fabbrica di automobili e che la ospita in casa sua. Eva è arrivata in Italia per fare i conti con il suo passato. Anna, invece, a causa delle vicende della fabbrica deciderà di affrontare un nuovo futuro...
SCHEDA FILM

Regia: Massimo Coppola

Attori: Alexandra Pirici - Eva, Erica Fontana - Anna, Antonella Attili - Madre di Anna, Alfio Sorbello - Bruno, Manrico Gammarota - Padre di Anna, Lia Bugnar - Katia, Andra Bolea - Amica di Katia, Marcello Mazzarella - Mirko, Angela Goodwin - Nonna di Anna

Soggetto: Massimo Coppola

Sceneggiatura: Massimo Coppola

Fotografia: Daria D'Antonio

Montaggio: Cristiano Travaglioli

Scenografia: Paolo Bonfini

Costumi: Roberta Nicodemo

Suono: Riccardo Spagnol - montaggio, Emanuele Cecere - presa diretta

Durata: 95

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: NICOLA GIULIANO E FRANCESCA CIMA PER INDIGO FILM IN COLLABORAZIONE CON BIM DISTRIBUZIONE E IN ASSOCIAZIONE CON MTV ITALIA

Distribuzione: BIM (2011)

Data uscita: 2011-05-06

TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI-DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA E CON IL SOSTEGNO DEL PROGRAMMA MEDIA DELL'UNIONE EUROPEA.

- PRESENTATO ALLA 25. 'SETTIMANA DELLA CRITICA' (VENEZIA 2010).
CRITICA
"Coppola esordisce con ambizione su un dramma intimista, dai contorni neri e dagli sfondi sociali: seppur il risultato finale non soddisfi a pieno le intenzioni, resta impressa la prima e folgorante parte del film in una Romania dal sapore neorealista. Che vale tutto il biglietto. Unico italiano selezionato dalla Settimana internazionale della critica all'ultima Mostra veneziana." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 5 maggio 2011)

"Paradossi del (giovane) cinema italiano. Uno dei debutti stilisticamente più forti della stagione porta la firma di un regista che viene dal piccolo schermo e dal documentario: Massimo Coppola. (...) 'Hai paura del buio', prodotto dalla Indigo di Nicola Giuliano e Francesca Cima, la casa di Sorrentino, Molaioli, Pietro Marcello, vanta ambizioni e temperatura di racconto insolite in un cinema così timido e consensuale da averci fatto quasi perdere il gusto per l'avventura e la ricerca formale. Tanto da 'nascondere' quasi, nelle scelte sofisticate di montaggio e di regia, una storia di emigrazione e vite parallele, tra Melfi e Bucarest, che potrebbe sembrare vicina alla cronaca se Coppola non puntasse su una chiave intimistica e vagamente 'psicanalitica', a costo di raffreddare perfino all'eccesso un potenziale narrativo incandescente." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 6 maggio 2011)

"Spiacerà a chi ha letto belle cose del film quando fu presentato al festival di Venezia e ora lo trova in programmazione otto mesi dopo. Le lodi erano esagerate. Coppola mette troppa carne al fuoco (dal precariato al rock). E per di più adotta uno stile ellittico e presuntuoso alla Godard." (Giorgio Carbone, 'Libero', 6 maggio 2011)

"Nell'impaginare il doppio ritratto femminile, Massimo Coppola ha la mano felice quando si affida a immagini e silenzi, meno se entra in gioco la drammaturgia. Ma l'esordio merita attenzione." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 6 maggio 2011)

"Dopo molti documentari, anche per la TV, Massimo Coppola approda a un lungometraggio di finzione che, l'estate scorsa, si è visto selezionato dalla Settimana della Critica a Venezia. (...) Fra il taciuto, l'alluso e l'inespresso, la costruzione narrativa, salvo la lunga pagina dello scontro madre-figlia, scorre con una certa scioltezza, favorita soprattutto dal buon dominio del mezzo cinema da parte di un regista che, se non racconta bene, sa comunque coltivare tecniche provvedute grazie a un montaggio particolarmente elaborato. Potrebbe bastare, ma Renoir ci insegnava che 'il cinema è raccontare storie'... Eva, a Bucarest, è anche coreografa però recita con diligenza. Gli altri attorno sono facce." (Gian Luigi Rondi, 'Il tempo cronaca di Roma', 6 maggio 2011)