Fuga da Reuma Park

1.5/5
Tre vecchi e un ospizio: Aldo, Giovanni e Giacomo sotto l'albero senza un perché. E un percome

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ITALIA 2016
Non ci troviamo sul pianeta Terra al giorno d'oggi, ma su quello Aldo Giovanni e Giacomo tra 30 anni: qui tutto può accadere. E non è nemmeno un giorno qualsiasi: è la Vigilia di Natale, il giorno (e la notte) più magici di tutto l'anno. Il trio si ritrova al Reuma Park, una casa di ricovero costruita in un vecchio luna park in cui le attrazioni sono ancora funzionanti e a disposizione degli ospiti. Qui però c'è poco da divertirsi: il Reuma Park somiglia piuttosto a un carcere di massima sicurezza con tanto di cecchini che sorvegliano l'uscita: se provi a scappare ti sparano. E come in ogni carcere che si rispetti, anche qui non manca l'aguzzino: Ludmilla, la temibile infermiera russa taglia XXL. Giacomo passa le sue giornate in sedia a rotelle, attaccato a flebo di Barbera, gira con una pistola giocattolo e odia tutti; Giovanni ha la memoria che fa cilecca e parla con i piccioni e i pesci rossi (ma non ha perso la passione per le procaci infermiere); Aldo, dopo un lunghissimo viaggio in auto dalla Sicilia, viene abbandonato lì dai figli proprio la mattina di Natale. Arresi? Perduti? Tutt'altro: la notte di Natale, mentre al Reuma Park si fa festa con ospiti a sorpresa, musica, tombolata e panettone, il trio ricomposto mette in atto una rocambolesca fuga a suon di petardi, lanciarazzi e fuochi d'artificio. Verso dove? Giacomo ha un sogno, Giovanni ha una barca e Aldo ha il solito travolgente entusiasmo. La notte di Natale tutto può accadere, anche imboccare i Navigli di Milano per raggiungere Rio de Janeiro.
SCHEDA FILM

Regia: Aldo , Giovanni , Giacomo , Morgan Bertacca

Attori: Aldo - Aldo, Giovanni - Giovanni, Giacomo - Giacomo, Silvana Fallisi - Ludmilla, Salvo Ficarra - Salvatore, Valentino Picone - Valentino, Giorgio Centamore - Infermiere, Luciano Storti - Prof. Barbisa, Andrea Ramilli - Babbo Natale, Alessandro Maida - Giocoliere, Marco Boffo - Renna, Onorina Giannuzzi - Paziente, Francesca Albanesi - Biker, Simonluca Polimeni - Biker, Massimiliano Campolo - Biker, Dennis Angelo Pugni - Biker

Soggetto: Aldo , Giovanni , Giacomo , Valerio Bariletti, Morgan Bertacca

Sceneggiatura: Aldo , Giovanni , Giacomo , Valerio Bariletti, Morgan Bertacca

Fotografia: Gianni Fiore Coltellacci

Musiche: Mauro Pagani

Montaggio: Marco Spoletini

Scenografia: Eleonora Ponzoni

Costumi: Patrizia Chericoni, Maria Vittoria Castegnaro

Effetti: Bruno Albi Marini

Suono: Tiziano Crotti - presa diretta

Durata: 90

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: PAOLO GUERRA PER AGIDI DUE, MEDUSA FILM

Distribuzione: MEDUSA; DVD: WARNER HOME VIDEO (2017)

Data uscita: 2016-12-15

TRAILER
NOTE
- FILM RICONOSCIUTO DI INTERESSE CULTURALE DAL MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO‐DIREZIONE GENERALE CINEMA. REALIZZATO IN ASSOCIAZIONE CON (AI SENSI DELLE NORME SUL TAX CREDIT): SANFELICE 1893 BANCA POPOLARE, CARNET SRL, MANSUTTI, QMI INTERACTIVE; IN COLLABORAZIONE CON SKY CINEMA HD.

- LA VOCE DELL'ALTOPARLANTE DEL REUMA PARK È DI CARLOTTA NATOLI.
CRITICA
"Al netto della gran simpatia e del tempismo comico (ed è davvero brava l'arcigna badante Silvana Fallisi), il prodotto è sperimentale spingendo la via surreale sempre presente nel loro stile che mantiene il miracolo di essere uno e trino. Gag spiritose ma non troppo, l'action che non si addice, qualcosa di meccanico e che va fuori sincrono, insomma un esercizio sul filo dove i tre ex ragazzi giocano al risparmio ma potrebbero mirare più in alto." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 15 dicembre 2016)

"Nell'anno delle nozze d' argento AG&G celebrano se stessi, autocitando ampiamente il proprio ricco repertorio sia in diretta che riproponendo inserti di spettacoli, con un omaggio alla vena surreale che li distingue, mai abbracciata così radicalmente. E rinnovando quel tocco tanto speciale, di umorismo gentile pur nell' aguzza dialettica tra le idiosincrasie dei rispettivi ruoli, che li ha distinti e li distingue nettamente da tutto il panorama circostante. Si ride con malinconia." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 15 dicembre 2016)

"Gli appassionati di Aldo, Giovanni e Giacomo avranno modo di trovare (e soprattutto ritrovare) momenti spiritosi, ma siamo piuttosto lontani dal loro cinema, qui sembra di essere di fronte a una serie di escamotage volti solo a rinfrescare i momenti più riusciti di una carriera straordinaria cui è delegata la comicità. I tre hanno detto di avere forzato in chiave surreale «questo film celebra il nostro mondo come nessun altro prima d'ora». Balle. Basta accendere la tv o guardarsi un dvd con i loro film precedenti (ma andrebbero bene anche le antologie televisive e teatrali) per accorgersi come la loro comicità abbia sempre saputo creare un mondo particolare che sapeva andare ben oltre la realtà per trovare spunti brillanti capaci di scatenare risate irrefrenabili. E non basta riflettere e disseminare la storia di umori funebri (anche questo avevano già fatto, meglio, in 'Così è la vita') o quantomeno da terza età. Il retrogusto del film persiste a lungo. Ma non risulta piacevole, lasciando affiorare il dubbio che si tratti di una sorta di atto dovuto. Troppa è la stima per Aldo, Giovanni e Giacomo, quest'ultimo poi autentico appassionato e conoscitore di cinema, per pensare che 'Fuga da Reuma Park' (diretto da loro tre con Morgan Bertacca) possa essere considerata la loro migliore possibile realizzazione cinematografica attuale. Speriamo che il loro pubblico li possa premiare ancora (intorno il panorama comico è desolante) augurandoci che ritrovino l'elisir di giovinezza e con quello tutta la loro autentica forza." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 15 dicembre 2016)

"Spiace. Spiace per Aldo, Giovanni e Giacomo, ma 'Fuga da Reuma Park' è un disastro, il disastro capitale per un film comico: non fa ridere, mai. Spiace, ancor più perché molti di noi ci sono cresciuti, e vederli ridotti a fare i vecchi per finzione, cosa che artisticamente già sono, suona tanto pena del contrappasso. Fa abbastanza male, e dovrebbe far male purea loro: la coazione a ripetersi, e sempre più straccamente, non rende giustizia in primis al Trio, che con 'Tre uomini e una gamba' (1997), 'Cosi è la vita' (1998) e almeno fino a 'Chiedimi se sono felice' (2000) si provò delle meraviglie. (...) Di certo riescono a creare un ufo cinematografico, furbetto e risparmioso: 'Fuga da Reuma Park' è insieme un film originale, scritto a dieci mani con Bertacca e Valerio Bariletti, e un best of un 'Anplagghed' al cinema 2.0, con estratti dei loro spettacoli teatrali - la sala piena stona con quel che vediamo... - e autocitazionismo 'ad libitum', dalla gita in montagna al cammello, lo struzzo e l'avvoltoio, passando per i sardi. Tra ritmo assente e noia pervasiva, surrealtà senescente e depressione diffusa, emerge il problema principe: un conto è voler festeggiare 25 anni di onoratissima carriera, un altro scegliersi la foto buona perla lapide; questa 'Fuga' non scioglie il dubbio ontologico. Tranquilli, non mancano le certezze. Il film è costato poco, e si vede: i trucchi artigianali, la gommapiuma e gli interventi del rumorista non fanno solo effetto retro, ma anche povero; il Trio canta, soprattutto Giovanni, 'A Copacabana' scritta da Mauro Pagani, ma verrebbe da fischiettare l''Amore perduto' di De André, perché 'non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza'. E un tot di artrite reumatoide." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 15 dicembre 2016)

"Come sono invecchiati Aldo, Giovanni e Giacomo. Purtroppo anche i loro personaggi. Nella surreale, e sgangheratissima, commedia natalizia, ambientata in una futuribile casa di riposo con le sembianze di un Luna Park, ricicciano antiche gag senza far ridere mai. La simpatia è intatta, ma che pena le battute." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 15 dicembre 2016)

"Piacerà ai fan del trio che sembra tornato allo spiritaccio con cui è nato, quello da bar (o da bocciofila) che li ha fatti amare di film in film, di spettacolo in spettacolo come i compagni di bevute. Tre vegliardi come quelli di Fuga li hanno certo già incontrati prima. E non solo loro." (Giorgio Carbone, 'Libero', 15 dicembre 2016)

"Parodia esasperata, ma con amaro fondo di verità, del pessimo utilizzo delle Case di riposo e celebrazione venata di un triste sorriso sugli anni vissuti insieme (25), è il tentativo non riuscito del Trio di 'fellinare' il tempo perduto e metterlo alla prova di gag burlesche, spiritate di surrealtà. (...) Troppo lunghi gli insert dei loro spettacoli, per niente misurati i tempi di rientro nella storia della fuga e gettate via alcune buone idee (la comica con la Morte), tralasciando vuoti e battute scarse. Fa tenerezza che l'opera contenga la sua critica: il teatro è l'arte di AG&G. Al Reuma Park ci mandiamo il film." ('Nazione-Carlino-Giorno', 15 dicembre 2016)

"Ricco di invenzioni teatrali e animato da quella comicità che caratterizza i tre comici, poetica, lunare e un po' malinconica, mai volgare, il film è un gioco un po' infantile, come quello delle vecchie comiche, costellato di autocitazioni e omaggi cinematografici che consentono ai protagonisti di moltiplicarsi in scena, popolata da tanti dei personaggi che li hanno resi famosi a amatissimi." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 14 dicembre 2016)

"'Fuga da Reuma Park' è (...) un film-bilancio. Solo che non è un film. (...) La grande domanda è: perché pagare il biglietto del cinema per vedere Aldo Giovanni e Giacomo che rifanno stancamente se stessi, o addirittura riciclano se stessi in vecchi spettacoli e in vecchi filmati? Dove si nasconde il problema? Forse nell'idea stessa di celebrazione. Forse i comici non dovrebbero celebrarsi, perché il comico vive della cosa più effimera, soggettiva e momentanea che esista: la risata. Se la risata vien meno, il comico è morto. (...) Aldo Giovanni e Giacomo sono comici surreali che non hanno mai avuto ambizioni di rappresentazione 'sociologica'. Questo da un lato giustifica la natura totalmente surreale di 'Fuga da Reuma Park', dall'altro però la indebolisce, lasciandola 'appesa', forse perché non si è lavorato abbastanza in fase di sceneggiatura sugli spunti utili ad inserire i vecchi brani nella nuova storia. E qui si giunge al vero problema: l'esilità dei copioni e la modestia delle regie che caratterizza ormai quasi tutti i film 'natalizi' italiani." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 14 dicembre 2016)