Forse Dio è malato

Aids, fame e miseria in Africa: nella musica il contrappeso creativo di una tragedia infinita

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ITALIA 2007
Documentario girato in Kenia, Guinea, Angola, Uganda, Mozambico e Sud Africa per raccontare attraverso la narrazione di cantanti e cantastorie la situazione drammatica in cui versa la maggior parte dei paesi africani.
SCHEDA FILM

Regia: Franco Brogi Taviani

Soggetto: Walter Veltroni - saggio, Franco Brogi Taviani

Fotografia: Stefano Moser

Musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia

Montaggio: Alessandro Cerquetti

Durata: 90

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: 35 MM

Tratto da: liberamente ispirato al saggio omonimo di Walter Veltroni (ed. RCS Libri/BUR, 2000)

Produzione: GRAZIA VOLPI PER AGER 3

Distribuzione: ISTITUTO LUCE (2008)

Data uscita: 2008-02-29

TRAILER
NOTE
- FILM REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI-DG, DELLA COOPERAZIONE ITALIANA ALLO SVILUPPO DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, DI MOVIMONDO E DOKITA.
CRITICA
Note di regia: Al di là del personale umano arricchimento di questa eccezionale esperienza, un film sull'Africa di oggi è stata per me, autore e regista, un'occasione unica, irripetibile: ho potuto utilizzare il mezzo d'espressione che è passione e mestiere di una vita, per schierarmi, in tutta umiltà e coscienza della relatività del contributo, con chi lavora perché il mondo prenda coscienza che la tragedia dell'Africa può trasformarsi in un disastro planetario. D'altra parte, almeno moralmente, il disastro, viste le responsabilità dell'occidente, ci ha già travolto. (...) Quando Grazia Volpi, che ha sempre fortemente voluto questo film, mi propose di scriverne la sceneggiatura e realizzarlo, stavo per rifiutare. Ero impaurito e non mi sentivo all'altezza della situazione. Ma fortemente coinvolto dalla passione, mai indulgente, che traversa tutto il libro di Veltroni, ho cominciato a documentarmi e sono partito per i sopralluoghi. L'Africa mi ha preso e macinato. E cominciando a vedere e a vivere i luoghi e le situazioni, ho cominciato anche a pensare che il compito del film non fosse quello di dare giudizi, ma solo di stare tra la gente e raccontare, dare voce alle loro storie. Tante storie, di miseria e di amore, di sofferenza e di rabbia, storie di vita contestualizzate al loro ambiente. Niente pietismo, niente sensazionalismo. E dare voce solo a loro, ai protagonisti veri, ai nati lì. Un taglio da cinema-verità e al tempo stesso da cinema di 'poesia' (e non nel senso certo del sentimentalismo).

"Film molto bello, né documentario né fiction, ma un mix o un poema per immagini per conoscere l'Africa di oggi. (...) Il film parlato in inglese, francese, portoghese, comunica soprattutto con la forza toccante delle immagini."(Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 29 febbraio 2008)