ESSERE JOHN MALKOVICH

BEING JOHN MALKOVICH

GRAN BRETAGNA 1999
Craig Schwartz, aspirante burattinaio, viene assunto alla LesterCorp come archivista, dove fa conoscenza con l'attraente Maxine Lund, impiegata della ditta. Respinto dalla bella Maxine Craig, in uno scatto d'ira, fa cadere una cartella dietro un armadio. Recuperandola scopre una porta ed un passaggio. Viene risucchiato da un tunnel dove scopre di aver trovato l'accesso per una esperienza unica: essere John Malkovich.

TRAMA LUNGA
Craig, burattinaio ambulante, è sposato con Lotte, impiegata in un negozio di animali domestici. I due hanno pochi soldi e pochissime prospettive di miglioramento. Craig trova lavoro come archivista alla Lester Corporation, al settimo piano e mezzo di un palazzo nel centro di Manhattan. L'ambiente è triste, tranne la collega Maxine, di cui Craig subito si invaghisce. Lei però rifiuta ogni proposta e Craig, adirato, sbatte un cassetto, fa cadere una cartella dietro un armadietto, scopre una porta e un passaggio. Viene risucchiato in un tunnel ed eccolo nei panni di un uomo che legge il giornale, poi si alza, va allo specchio, si guarda: è John Malkovich, l'attore. Poco dopo viene espulso, e tornato in se stesso, vuole rendere noto ad altri la propria scoperta. Maxine la mette subito a frutto sul piano commerciale: duecento dollari a testa in cambio del sogno di essere John Malkovich. I clienti fanno la fila. Lotte, vissuta l'esperienza, incontra Maxine e se innamora. Ma è John che agisce, e Maxine non si tira indietro. Craig, sentendosi umiliato, chiude Lotte in gabbia e si appresta a prendersi una rivincita. Ma la situazione si ingarbuglia. Entra in ballo il vero John che segue Maxine, scopre questa attività clandestina, decide di fare un viaggio dentro sé stesso e ne rimane scioccato. Vorrebbe mettere fine a tutto, ma Craig è ormai entrato definitivamente nella sua testa. Malkovich smette così di fare l'attore per diventare un famoso burattinaio e sposare Maxine. Tempo dopo, Craig-Malkovich vorrebbe uscire dall'attore per tornare da Maxine. Ma la ragazza, dopo una lite, si riappacifica con Lotte, alla quale dice che il bambino che aspetta è di loro due. Anni più tardi, ecco la bambina ai bordi di una piscina con le due donne intorno. Attraverso i piccoli occhi una voce invita a non guardare Maxine. Forse Craig è tornato a fare lo spettatore: come era all'inizio.
SCHEDA FILM

Regia: Spike Jonze

Attori: John Cusack - Craig Schwartz, Catherine Keener - Maxine Lund, Cameron Diaz - Lotte Schwartz, John Malkovich - John, Orson Bean - Dr. Lester, Mary Kay Place - Floris, Charlie Sheen - Charlie, Ned Bellamy - Derek Mantini

Soggetto: Charlie Kaufman

Sceneggiatura: Charlie Kaufman

Fotografia: Lance Acord

Musiche: Carter Burwell

Montaggio: Eric Zumbrunner

Scenografia: K.K. Barrett

Costumi: Casey Storm

Durata: 112

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL E PROPAGANDA FILMS SINGLE CELL PICTURES

Distribuzione: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL - UNIVERSAL VIDEO

NOTE
- SEZIONE 'SOGNI E VISIONI' - VENEZIA 1999.

- 3 NOMINATIONS ALL'OSCAR 2000: PER LA MIGLIORE REGIA, MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA (CATHERINE KEENER) E MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE.

- SUONO: FORREST BRAKEMAN.

- OPERATORE: PETER GULLA.

- NUMEROSI ATTORI IN RUOLI CAMEO, FRA CUI DUSTIN HOFFMAN, MICHELLE PFEIFFER, WINONA RYDER E BRAD PITT.
CRITICA
"'Essere John Malkovich', debutto del premiatissimo regista di clip Spike Jonze, è la classica grande occasione a metà. Poteva essere, anzi è per buona parte un'esilarante parodia della cultura di massa. (...) Finché l'idea centrale resta sullo sfondo, è una girandola di trovate. Ma quando Malkovich, persona e attore, diventa protagonista, il film si aggroviglia su e stesso, prigioniero di mille sottotrame e di un'idea troppo spericolata per reggere due ore". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 5 settembre 1999)
"L'originalità di Jonze è notevole, ma il film funziona soprattutto quando il racconto affronta un tema solo. Malkovich è stato umile nell'accettare una parte che lo riduce a un donatore non di organi, ma dell'intero corpo; e la bella Diaz anche, dato che ha accettato un trucco che la imbruttisce: non a caso sono fra i non molti attori che sfuggono al 'teorema' di Jonze". (Maurizio Cabona, 'Il giornale', 3 settembre 1999