Durante l'estate

ITALIA 1971
A Milano vive un professore di mezza età, che si guadagna da vivere facendo il disegnatore per una casa editrice dalla quale vorrebbe sganciarsi perché i suoi datori di lavoro, legati a criteri prettamente commerciali, non gli permettono una scelta di colori profondamente significativa. Nel tempo libero, più per esigenza interiore che per brama di guadagno, egli esercita un'attività che secondo la Legge è da "truffatore": dopo avere scrutato i volti e i gesti della gente più dimessa alla ricerca di una nobiltà d'animo, egli traduce le sue percezioni in insegne araldiche e in fantasiose ascendenze nobiliari. I beneficiati gli sono grati, e pagano modesti compensi che, tuttavia, per alcuni risultano relativamente onerosi. Scoperta casualmente la truffa e citato in tribunale, il professore viene condannato: solo una ragazza che lui ha conosciuto e promosso "principessa", lo difende proclamando di essere veramente una principessa...
SCHEDA FILM

Regia: Ermanno Olmi

Attori: Renato Paracchi - L'araldista, Rosanna Callegari - La ragazza, Carlo Pozzi, Bruno Grossi, Gabriele Fontanesi, Mario Cazzaniga, Mario Barillà

Soggetto: Fortunato Pasqualino, Ermanno Olmi

Sceneggiatura: Ermanno Olmi, Fortunato Pasqualino

Fotografia: Ermanno Olmi

Musiche: Bruno Lauzi

Montaggio: Ermanno Olmi

Durata: 102

Colore: C

Genere: PSICOLOGICO DRAMMATICO

Specifiche tecniche: TECHNICOLOR

Produzione: GASPARE PALUMBO PER PALUMBO PRODUZIONI, RAI TV

Distribuzione: LATERE (1974)

NOTE
- IL FILM E' STATO PRESENTATO ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA DEL 1971.

- IL FILM E' ANDATO IN ONDA IN TV IL 17 OTTOBRE 1971 ED E' USCITO SOLO NELLE SALE DI CINECLUB NEL 1974.
CRITICA
"Fedele a un suo mondo profondamente poetico, umanista e cristiano, Olmi scopre nella metropoli estiva semideserta delle figure capaci di librarsi al di sopra di una società materializzata e anticonformisticamente votate alla ricerca di una vera nobiltà d'animo. La musica, i fiori, i colori, il rombo di un aereo nel cielo, la storia e la geografia vitalmente intese, non sono per il regista lombardo scampoli di un romanticismo decadente, bensì i segni di incoercibili esigenze dell'uomo, il 're del creato''. Diogene del 2.000, egli 'cerca l'uomo' non dove credono di individuarlo i mass media, la pubblica opinione, il cinema viziato dagli aforismi ciecamente accettati di dottrine esclusivamente di demolizione. L'uomo di successo, il divo, l'affermato, l'affarista, non sono autentici, anche se appaiono tronfiamente paghi, se suscitano invidia per quanto posseggono all'esterno della persona, se ci squadrano con alterigia dall'alto dei loro lauti conti in banca, dagli appartamenti ricolmi di costosi comodi, dall'intetno di vetture di lusso. Neppure, in questa ricerca di un'essenza della nobiltà umana, dicono qualcosa i rappresentanti ufficiali di un sistema che giudica con il metro di articoli ambigui qualora vengano applicati solo all'apparenza delle persone o all'esteriorità dei fatti. L'uomo vero è reperibile nell'anonimato della strada o della vettura pubblica, nella guardiola di un palazzo qualunque, nel silenzio di un appartamento popolato di anticaglie o di povere memorie: ovunque, senza classismi o razzismi; là dove si scopre la persona sensibile al bisogno altrui, pronta alla comunione spirituale, disposta a testimoniare l'amore con la parola semplice o con il gesto disinteressato e umile. I personaggi di Olmi sono, nonostante la loro timidezza, non dei residuati di un passato esecrabile, bensì le anticipazioni di un futuro che sarà migltore solo se si recupereranno dignità e libertà nella loro più vera essenza. La nobiltà, la dignità dell'uomo non deriva dalla carne né dal sangue né da quello che egli si trova ad essere nella commedia sociale; ma da quello che egli è dentro e da un dono completamente gratuito e immeritato." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 77, 1974)