Cominciò tutto per caso

ITALIA 1992
Stefania è un'attrice mancata approdata ormai definitivamente al doppiaggio, Luca è un giornalista con un passato fatto di impegno politico. Si sono sposati alcuni anni prima, ma solamente adesso la loro vita economica ha preso una piega stabile: lei ha firmato il contratto per doppiare la protagonista di un'infinita telenovela sudamericana e lui ha ottenuto un impegno fisso nella redazione di un settimanale prestigioso. E' il momento giusto per sistemare la casa, cambiare le auto.... e fare un bambino. E' così che entrano in scena: Marilù, una ragazza filippina presa a servizio full-time da Stefania per occuparsi della figlia e Romolo, un giovane idraulico di un paese di provincia approdato in casa di Luca e Stefania per riparare un rubinetto. Ed è davanti a quel rubinetto che avviene il colpo di fulmine. Mentre fiorisce l'amore tra i due ragazzi, Stefania scopre che Luca la tradisce con Serena. Stefania, non senza un pizzico di malinconia, segue l'evoluzione della storia d'amore tra Romolo e Marilù tenendosi a distanza, ma ad un certo punto, quando i due ragazzi sono forzatamente separati dalle rispettive famiglie, per pregiudizi razziali, differenze culturali ed altri motivi, entra in campo di persona, diventando la loro paladina.
SCHEDA FILM

Regia: Umberto Marino

Attori: Imma Piro, Barbara Jane Ricasa - Marilù, Raoul Bova - Romolo, Laura Marinoni - Serena, Francesco Leoni - Checco, Ludovica Modugno - Rossana, Silvana De Santis - Mariolina, Margherita Buy - Stefania, Massimo Ghini - Luca, Natalia Leoni - Maria Vittoria

Soggetto: Elisabetta Zincone, Umberto Marino

Sceneggiatura: Maria Lurdes Camino, Umberto Marino, Ottavio Sabatucci, Elisabetta Zincone

Fotografia: Alessio Gelsini Torresi

Musiche: Antonio Di Pofi

Montaggio: Simona Poggi

Scenografia: Osvaldo Desideri

Durata: 97

Colore: C

Genere: ROMANTICO

Produzione: MARCO POCCIONI E MARCO VALSANIA PER RODEO DRIVE

Distribuzione: ISTITUTO LUCE ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO - PENTAVIDEO MEDUSA VIDEO (PEPITE)

NOTE
REVISIONE MINISTERO MARZO 1993.
CRITICA
Umberto Marino, già commediografo e sceneggiatore di successo, firma il primo film in proprio senza staccarsi dal cordone ombelicale. Un chiacchiericcio romano centrico e degli attori fin troppo"giusti" per raccontare ancora una volta i piccoli grandi guai di una generazione né carne né pesce, sospesa tra nostalgia e borghesia, cause di separazione e lavandini che scorrono, colf filippine e immaginario televisivo. In fondo, l'autore di "Italia Germania 4 a 3" e "Volevamo essere gli U2" potrebbe essere un epigono dei Comencini, Emmer o Risi anni cinquanta, ma i cosidetti "traditori" del neorealismo erano più professionali nell'impianto e più tempestivi nel bozzetto. (Valerio Caprara, Il Mattino) L'amore difficile di una coppia sofisticata di giovani patroni (Margherita Buy, Massimo Ghini) a contrasto con l'amore felice d'una semplice coppia di lavoratori dipendenti. (Lietta Tornabuoni, La Stampa)