C'era una volta in Messico

Once Upon a Time in Mexico

"El Mariachi" atto III secondo Rodriguez: chitarra, divi e pistole

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MESSICO 2003
El Mariachi, l'eroe messicano con la chitarra a tracolla, dopo la morte della moglie Carolina, si è ritirato in un piccolo paese. Il suo esilio viene interrotto dall'agente corrotto della Cia Sands, che è arrivato fin lì per arruolarlo. La sua strada sta per incrociarsi con quella del trafficante di stupefacenti Barillo, sanguinario capo di una banda che sta organizzando un colpo di stato ai danni del presidente della Repubblica Messicana per far prendere il potere al generale Marquez. El Mariachi accetta l'incarico e, affiancato dai suoi migliori amici, Lorenzo e Fideo, progetta la sua vendetta contro Marquez, l'uomo che ha ucciso la sua Carolina.
SCHEDA FILM

Regia: Robert Rodriguez

Attori: Antonio Banderas - El Mariachi, Salma Hayek - Carolina, Johnny Depp - Agente della Cia, Sands, Willem Dafoe - Barillo, Enrique Iglesias - Lorenzo, Mickey Rourke - Billy, Rubén Blades - Jorge, Fbi, Marco Leonardi - Fideo, Eva Mendes - Agente Speciale Ajedrez, Danny Trejo - Cucuy, Miguel Couturier - Dr. Guevara, Pedro Armendáriz Jr. - Il presidente, Gerardo Vigil - Marquez, Cheech Marin - Belini

Soggetto: Robert Rodriguez

Sceneggiatura: Robert Rodriguez

Fotografia: Robert Rodriguez

Musiche: Robert Rodriguez

Montaggio: Robert Rodriguez

Scenografia: Robert Rodriguez, Melo Hinojosa

Costumi: Graciela Mazón

Effetti: Mike Reedy

Altri titoli:

El Mariachi 3

Durata: 97

Colore: C

Genere: WESTERN AZIONE POLIZIESCO

Produzione: MIRAMAX, COLUMBIA PICTURES CORPORATION, LOS HOOLIGANS PRODUCTIONS

Distribuzione: BUENA VISTA INTERNATIONAL ITALIA (2003)

Data uscita: 2003-11-21

NOTE
- PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA 60MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2003)
CRITICA
"Rodriguez dà forza alla sua saga con un film violentissimo al di là del repertorio splatter. Lo scenario è quello che Steven Soderbergh ha evocato in 'Traffic', l'operazione di polizia Usa per il controllo delle 'risorse' in un mix beffardo fra Fbi e Cia, detto collaborazione fra agenzie, rivali nella stesura di documenti falsi per giustificare i massacri, e Bush-Blair ne sanno qualcosa. Lo schermo di Rodriguez avvampa nella catastrofe, nella sua dinamica interna un po' Tsui Hark un po' Tarantino, caldo, denso, irreale nei suoi pixel ipercromatici, un film che stordisce come un anno intero di notizie dal fronte". (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 29 agosto 2003)

"Girato su sfondi rossi o granata - come nello stile di Rodriguez, che i film se li scrive, se li fotografa, se li monta e se li produce, oltre che dirigerseli -, 'C'era una volta in Messico' è pensato per bambini fino a tredici anni, come 'Spy Kids 3D: Game Over', sempre di Rodriguez, sempre con Banderas. Perché fino a tredici? A quattordici uscirebbero dopo la prima ora, senza aspettare la seconda". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 29 agosto 2003)

"Il marchio Miramax si rivela ancora una volta micidiale: questo è un cinema americano che non crede alla propria dignità storica e tenta di svenderla agli europei in un gioco di svuotamento parassitario cadenzato dagli effetti frastornanti del digitale e dell'alta definizione. A pensarci bene c'era molta più classe avventurosa e molto più 'spirito dei luoghi' in uno qualsiasi degli episodi di 'Zorro' della nostra infantile televisione". (Valerio Caprara, 'Il mattino', 29 agosto 2003)

"Robert Rodriguez non avrà molto da dire, ma almeno fa tutto da sé. Girato in fretta e in digitale, 'C'era una volta in Messico' lo ha scritto, diretto, fotografato, montato, musicato, ambientato, saccheggiando se stesso, Sergio Leone e moltissimi altri con divertimento e disinvoltura. Ne esce un film elettrizzante o letale, dipende dai gusti, gratuito e iperspettacolare come gli ultimi Tarantino e Kitano. Anche se molto più 'vecchio', volgare, caciarone, o forse proprio per questo, troverà il suo pubblico." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 novembre 2003).