Céline

FRANCIA 1992
All'età di ventidue anni la giovane Céline vede crollarle il mondo addosso: suo padre muore tragicamente e lei scopre di essere stata adottata. Rifiuta l'eredità e il suo fidanzato la lascia. Céline tenta il suicidio, ma viene salvata da Genéviève, un'infermiera, che la riporta a casa. La madre di Céline decide di assumere la donna, affinché si prenda cura della figlia, e Genéviève decide di imporre a Céline un regime di lavoro e meditazione per uscire dalla depressione...
SCHEDA FILM

Regia: Jean-Claude Brisseau

Attori: Damien Du Trait - Roland, Jacqus Galat, Elodie Plaquet, Lucien Plazanet, Daniel Tarrare, Sebastien Lenfant, Danièle Lebrun, Yves Jeannin, Marie Therese Eychart, Françoise Eychart, Isabelle Pasco - Celine, Pasquale Simeoni, Pascal Eychart - Il bambino

Sceneggiatura: Jean-Claude Brisseau

Fotografia: Romain Winding

Musiche: Georges Delerue

Montaggio: María Luisa García

Arredamento: María Luisa García

Costumi: Rose Mariani

Durata: 90

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: GAUMONT

Distribuzione: GAUMONT

CRITICA
"Il cinema è pieno di stazioni, di treni in partenza e di addii. Ma il momento del commiato fra Céline e Genéviève nella stazioncina di campagna è uno dei più semplici, belli ed emozionanti cui si abbia avuto la fortuna di assistere. E da solo dà la misura di questo piccolo capolavoro intimista che fa pensare, insieme, a Bresson, Rohmer e Cavalier, ma che allo stesso tempo si realizza in termini di originale, metafisica purezza: accompagnata da una microscopica, pertinentissima venatura brillante. Brisseau, con una fotografia senza riflessi, nitida e polarizzante come il suo film, due attrici rapite dalla storia in recitazioni quasi stranianti, un gusto pittorico che si riferisce alle prodigiose 'unità atmosferiche' di Vermeer, compone una complessa partitura prospettico-illusionistica oscillante tra realtà e magia, toccando al tempo stesso vertici di appassionante intensità nel rapporto tra le due donne e misure di distanza fredda che non fanno scendere mai gli eventi - anche quelli miracolosi - sul piano del sentimentalismo o, peggio, della retorica e del ridicolo." (Claudio Trionfera, 'Rivista del Cinematografo', 24 aprile 1992)