Catene

ITALIA 1949
Pietro e Rosa sono sposati da alcuni anni e si vogliono bene. Lui ha una piccola officina da meccanico e sogna di poterla ingrandire, mentre lei trascorre le giornate in casa con i loro due figli. Un giorno Rosa incontra Guglielmo, un ex fidanzato di cui non ha notizie da molti anni. Da quel momento l'uomo inizia a fare a Rosa una corte serrata, arrivando perfino a mettersi in società con Pietro. Vedendo ogni suo tentativo infrangersi, Guglielmo cerca di ricattare Rosa: se non fuggirà con lui, racconterà a Pietro i loro trascorsi sentimentali. Spaventata, Rosa si reca all'appuntamento con la speranza di dissuaderlo, ma l'arrivo di Pietro sconvolge i suoi piani. Convinto del fatto che Rosa stia per lasciarlo, Pietro uccide il presunto rivale e, dopo aver affidato i bambini a sua madre, cerca di fuggire in America. Arrestato dalla polizia, viene processato. Nell'aula di tribunale, Rosa, per salvare il marito, confessa il proprio adulterio. Pietro viene scagionato e, dopo aver saputo la verità dal suo avvocato, corre da lei per chiederle perdono.
SCHEDA FILM

Regia: Raffaello Matarazzo

Attori: Amedeo Nazzari - Guglielmo, Yvonne Sanson - Rosa, Aldo Nicodemi - Emilio, Roberto Murolo - Emigrante, Aldo Silvani - Avvocato difensore, Teresa Franchini - Anna, Nino Marchesini - Avvocato dell'accusa, Rosalia Randazzo - Angela, Gianfranco Magalotti - Tonino, Lilly Marchi, Amelia Pellegrini, Giulio Tommasini

Soggetto: Libero Bovio, Gaspare Di Majo

Sceneggiatura: Aldo De Benedetti, Nicola Manzari

Fotografia: Mario Montuori, Enrico Cignitti - operatore

Musiche: Gino Campese

Montaggio: Mario Sarandrei

Scenografia: Ottavio Scotti

Arredamento: Gino Brosio

Altri titoli:

Le mensonge d'une mère

Sühne ohne Sünde

Durata: 86

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Produzione: TITANUS, LABOR FILM

Distribuzione: TITANUS, MONDADORI VIDEO

NOTE
- GIRATO NEGLI STUDI DELLA TITANUS.
CRITICA
"Proprio il 1949 è infatti l'anno di 'Catene', il film con cui Matarazzo aprì un nuovo periodo nella storia del cinema popolare italiano (...). Richiamarsi a Rossellini, De Sica, Visconti può apparire blasfemo. Nondimeno 'Catene' si riallaccia, a suo modo, all'insegnamento neorealista: segna il momento della massima fortuna popolare di moduli espressivi illustrati dalla scuola gloriosa". (Vittorio Spinazzola, "Cinema e pubblico - Lo spettacolo filmico in Italia 1945 - 1965")