Bright Star

Pro e contro: struggente poema feticista o sterile parafrasi? Dividono le Lezioni di Keats dirette da Jane Campion

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AUSTRALIA 2009
Londra 1818. Il 23enne poeta John Keats si innamora della bella Fanny Browne, studentessa di moda, che abita come lui in casa di Charles Brown. I due vivranno un'intensa storia d'amore contrastata dai dettami della società dell'epoca, che terminerà bruscamente tre anni dopo, alla morte di lui.
SCHEDA FILM

Regia: Jane Campion

Attori: Abbie Cornish - Frances 'Fanny' Brawne, Ben Whishaw - John Keats, Kerry Fox - Sig.ra Brawne, Paul Schneider - Charles Armitage Brown, Edie Martin - Margaret 'Toots' Brawne, Thomas Sangster - Samuel Brawne, Claudie Blakley - Maria Dilke, Gerard Monaco - Charles Dilke, Antonia Campbell-Hughes - Abigail 'Abby' O'Donaghue, Samuel Roukin - John Reynolds, Samuel Barnett - Joseph Severn, Jonathan Aris - Leigh Hunt, Olly Alexander - Tom Keats, Alfred Harmsworth - Charles Dilke Jr., Theresa Watson - Charlotte, Vincent Franklin - Dottor Bree, Sebastian Armesto - Sig. Haslam, Eileen Davies - Sig.ra Bentley, Adrian Schiller - Sig. Taylor, Amanda Hale - Sorella Reynolds, Lucinda Raikes - Sorella Reynolds, Roger Ashton-Griffiths - Negoziante, Sally Reeve - Padrona di casa

Sceneggiatura: Jane Campion

Fotografia: Greig Fraser

Musiche: Mark Bradshaw

Montaggio: Alexandre de Franceschi

Scenografia: Janet Patterson

Arredamento: Charlotte Watts

Costumi: Janet Patterson

Effetti: Mark Holt

Durata: 119

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: ARRICAM ST/ARRIFLEX 235, COOKE S4, SUPER 35 (3-PERF) STAMPATO A 35 MM (1:1.85)

Produzione: JANE CAMPION, JAN CHAPMAN, CAROLINE HEWITT PER HOPSCOTCH ENTERTAINMENT, BBC FILMS, PATHÉ RENN PRODUCTIONS, UK FILM COUNCIL

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION (2010)

Data uscita: 2010-06-11

NOTE
- IN CONCORSO AL 62. FESTIVAL DI CANNES (2009).

- CANDIDATO ALL'OSCAR 2010 PER I MIGLIORI COSTUMI.
CRITICA
"Il nuovo film della cinquantacinquenne regista neozelandese, è dedicato alla struggente storia d'amore di Keats con la sua vicina Fanny Brawne. Evento annunciato del festival, accoglienza tiepida da parte della stampa internazionale che si è limitata ad applausi di circostanza: Bright Star, curatissimo e palpitante, a molti è parso tutto sommato convenzionale, privo di soprassalti." (Gloria Satta, 'Il Messaggero', 16 maggio 2009)

"In forma come in 'Lezioni di piano', la Campion mette in scena un film ineccepibile ma poco cinematico, pieno di quadri in controluce." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica' 18 maggio 2009)

"Campion ritorna al racconto in costume, demanda estrema attenzione all'equilibrio cromatico, attinge figurativamente a suggestioni dei suoi ritratti di signora (Fanny in primo piano con cappello che fugge) e di angeli alla sua tavola (la sorellina di Fanny ha lo stesso viso pel di carota). Dà libero sfogo a gesti come l'annusare pagine di libri, regalare all'innamorato ciocche di capelli, scrivere infinite lettere d'amore. Recupera la centralità del sentimento, dell'intensità della passione con un palpitare del cuore che non può lasciare indifferenti. Tutto tra Keats e Fanny avviene con delicatezza, senza bisogno di un accoppiamento, di un approccio carnale. Parlano i versi del poeta, i volti, le semplici e piene presenze in scena. Fino a quando non è la malattia e infine la morte a decretare la fine." (Davide Turrini, 'Liberazione', 16 maggio 2009)

"Chi si aspetta una storia d'amore all'insegna della fisicità rimarrà ampiamente deluso. E in questo caso il pianoforte della Campion risulta scordato, o peggio ancora, muto. I sentimenti risultano ovattati nel film, impacchettati nei costumi e dall'etichetta romantica. Se la passione non trasuda, il demerito della regista è stato quello di sottrarre alla vicenda Keats-Browne, un qualsiasi carattere biografico." (Giacomo Visco Comandini, 'Il Riformista', 16 maggio 2009)

"Massima cura nei dettagli senza giocare ai quadri viventi (come nella Duchessa). 'La poesia non ha nulla di poetico', spiega Keats alla giovane allieva, e Jane Campion ha imparato la lezione." (Maria Rosa Mancuso, 'Il Foglio', 16 maggio 2009)

"Ritratto di signorina e d'un periodo culturale avvincente raccontato dal film con classe e un dialogo intelligente e giusti silenzi. Se all'inizio la 18enne vuole anche ballare e vestirsi, l'altro le parla volentieri dell'ora della sua morte, anche per un complesso di inferiorità, pur avendo conosciuto Wordsworth, quello di 'Splendore nell'erba' (considerato reazionario), ed avendo sedotto con la sua penna Shelley, convinto che la morte di Keats fosse stata causata dalle stroncature. Jane Campion restituisce il ritmo sincopato, infantile e folle della passione d'amore, riempiendola del bisogno di poesia, sperando che tutto oggi abbia ancora senso. Lei cuce, lui scrive, fuori piove: siamo a un passo dal decadentismo borghese, ma l'autrice va diritta al cuore, non ne fa una questione di femminismo a vita alta e con la cuffietta. Per prepararsi: il bellissimo 'Bright star, vita autentica di Keats' edito da Fazi. Per sintonizzarsi basta guardare due attori giovani già prodigiosi, Abbie Cornish, new Nicole Kidman, capace di illuminazioni e di tempeste improvvise, e Ben Whishaw, prossimamente nella 'Tempesta' della Taymor al fianco dell'ambiguo sofferente Paul Schneider e Kerry Fox, ex angelo alla tavola della Campion, qui madre che morirà bruciata viva in un incidente domestico." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 11 giugno 2010)

"Tutto ineccepibile, e coerente con il film che Jane presentava in concorso sulla Croisette nel maggio del 2009: 'Bright Star', dedicato alla storia d'amore fra il poeta John Keats e la giovane Fanny Brawne. Una storia sulla quale abbiamo libri e testimonianze, ma solo una 'voce': la voce di Keats, uomo che con le parole ci sapeva fare e che scrisse a Fanny lettere bellissime che lei, dopo la sua morte, conserva a lungo. (...) ll punto di vista femminile è di ciò che salva 'Bright Star' dalla convenzione del 'film in costume sull'Inghilterra dell'Ottocento', un vero e proprio sottogenere che in passato ha regalato pochi capolavori e molti film oleografici. Jane Campion ci aveva provato nel 1996 con 'Ritratto di signora', ma la nobiltà della fonte letteraria (Henry James) l'aveva forse bloccata. Portando la figura del 'grande scrittore' davanti alla macchina da presa, si è come liberata dell'ingombro della trama e ha raccontato un tema che le è caro, il turbamento emotivo che un uso sapiente della parola scritta può suscitare in un lettore o una lettrice: un tema romantico, certo, ma anche fortemente fisico, intimo, che Jane Campion aveva già analizzato in 'Lezioni di piano' usando la musica come grimaldello narrativo. 'Bright Star' non è di quel livello, ma è sicuramente un film molto sentito, il migliore della Campion da svariati anni a questa parte. Alla buona riuscita concorre l'azzeccata scelta dei protagonisti Abbie Comish e Ben Whishaw, che dopo la prima cannense del film non hanno smesso un animo di lavorare e sono destinati a un futuro da star; mentre Kerry Fox, che nel 1990 era la conturbante Janet Frame di 'Un angelo alla mia tavola', ha vent'anni dopo l'età giusta per interpretare la madre di Fanny." (Alberto Crespi, 'Lunità', 11 giugno 2010)