Autumn in New York

USA 2000
Lui, Will Keane, è un playboy di quarantasette anni che per la prima volta si innamora sul serio. Lei, Charlotte, è una ventiduenne appassionata di poesia antica che, però, è malata in fase terminale. L'autunno nel Central Park di New York è struggente come tutta la vicenda, che riecheggia "Love story". Nonostante le avversità, i due riusciranno a capire il significato dell'amore.
I cuori sensibili e amanti del bello palpiteranno e si commuoveranno fino alle lacrime. Il film è lanciato con lo slogan "Lui si innamora per la prima volta .. e lei per l'eternità".

TRAMA LUNGA
A New York Will Keane, cinquantenne proprietario di un ristorante, è conosciuto per la sua vita di incallito playboy. Le donne lo inseguono e lui si lascia andare senza porsi altre domande. Una sera nel proprio locale ad un tavolo l'anziana Dolores gli presenta la nipote Charlotte, giovane e di fragile aspetto. La ragazza colpisce Will in modo mai accaduto prima. Il giorno dopo lui le telefona con la scusa di farsi confezionare un cappellino per un'amica da portare fuori. Quando l'incarico viene compiuto, Will fa in modo che quel cappellino venga indossato proprio da Charlotte, che esce così con lui. In breve tra i due sembra nascere un'intesa profonda. Quando Will le dice che una storia tra loro non può avere futuro, Charlotte gli rivela di essere malata al cuore e di avere poco da vivere. Ad una festa Wil incontra Lynn, e si apparta con lei. Charlotte è gelosa, gli chiede se lo ha tradito, lui nega ma i due si lasciano. Will incontra Lisa, che è sua figlia ed è incinta. Passa qualche giorno, Will va da Charlotte, le dice che ha fatto uno sbaglio, chiede perdono, vuole provare ad amarla. Arriva Natale. Mentre pattina, Charlotte cade. Ricoverata in ospedale, ha un tumore in stato molto avanzato. Contro il volere di lei, Will fa venire un chirurgo da fuori New York. Viene effettuato l'intervento, ma Charlotte non sopravvive. Tempo dopo, Will in barca sul lago è con la figlia e il nipotino appena nato.
SCHEDA FILM

Regia: Joan Chen

Attori: Richard Gere - Will Keane, Winona Ryder - Charlotte, Anthony LaPaglia - John, Elaine Stritch - Dolly, Vera Farmiga - Lisa, Sherry Stringfield - Sarah, Kali Rocha - Shannon, J.K. Simmons - Dr. Grandy, Mary Beth Hurt - Dr. Sibley, Sam Trammell - Simon, Jillian Hennessy - Lynne, Steven Randazzo - Alberto, Rohan Quine, Jamie Harrold, Delores Mitchell

Soggetto: Allison Burnett

Sceneggiatura: Allison Burnett

Fotografia: Gu Chang Wei

Musiche: Gabriel Yared

Montaggio: Ruby Yang

Scenografia: Mark Friedberg

Costumi: Carol Oditz

Effetti: Mark Bero

Durata: 105

Colore: C

Genere: ROMANTICO

Produzione: UNITED ARTISTS

Distribuzione: MEDUSA VIDEO

NOTE
- E' IL FILM DI ESORDIO DI JOAN CHEN, UN'ATTRICE CINESE CHE HA AVUTO SUCCESSO A HOLLYWOOD.
CRITICA
"Melò devastante della cinese Joan Chen, svendutasi al peggior cinema Usa. Tant'è che si augura che Winona muoia presto e che Richard torni felice a fare sesso" (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 15 dicembre 2000).

"Il titolo d'una delle canzoni americane più struggenti e belle, resa famosa dall'interpretazione di Frank Sinatra, viene male usato per una storia d'amore fredda e artificiosa (?). Tentare di fare i furbi con le storie d'amore è un'impresa rischiosa; la regista cinese Joan Chen (che era l'imperatrice di Bertolucci ne 'L'ultimo imperatore') non ne è all'altezza". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 15 dicembre 2000) .

"Preparate i fazzoletti per una favola che comincia in autunno e finisce a Natale, e piangete pure se riuscite a credere per un solo momento a quello che vi racconta Joan Chen. (...) Alle prese con dialoghi da fotoromanzo, Joan non riesce a trasmettere emozioni, né a rendere credibili personaggi miracolati dall'amore ma castigati dal destino cinico e baro. Se non è possibile fare un buon mélo con una sceneggiatura convenzionale e povera di peripezie, messa in immagini senza un'idea di regia, si sfiora il ridicolo nella parte di Winona: la quale fa una quantità incredibile di smorfiette per apparire graziosa, dimenticando che lo è davvero". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 17 dicembre 2000).