Ammazzali tutti e torna solo

ITALIA 1968
Verso la fine della guerra di secessione americana, il comando sudista, nel disperato tentativo di riequilibrare le sorti del conflitto, affida a sette "bounty killer" l'incarico di impadronirsi di un carico d'oro custodito in una polveriera nordista; a Clyde, capo riconosciuto del gruppo, viene anche ordinato di eliminare i suoi compagni, una volta condotta a termine la missione. Attraversate le linee nemiche, i sette uomini penetrano nella polveriera nordista e riescono ad impadronirsi del carico d'oro. Clyde tenta di fuggire con il prezioso bottino ma è subito rintracciato dai suoi compagni. Ha inizio così una lotta spietata per il possesso dell'oro, alla quale partecipa anche Lynch, un infido capitano sudista. Dopo essere riuscito ad eliminare tutti gli antagonisti, Clyde beffa anche i suoi emissari sudisti, tenendo per sé il frutto dell'operazione.
SCHEDA FILM

Regia: Enzo G. Castellari

Attori: Ugo Adinolfi, Leo Anchóriz - Decker, John Bartha, Franco Citti - Hoagy, Chuck Connors - Clydie Mckay, Hercules Cortes - Bogard, Alberto Dell'Acqua - Kid, Men Fury, Antonio Molino Rojo, Alfonso Rojas, Frank Wolff - Lynch, Antonio Molino Rojo, Ken Wood - Blade

Soggetto: Tito Carpi

Sceneggiatura: Tito Carpi, Joaquín Romero Hernández, Enzo G. Castellari, Francesco Scardamaglia

Fotografia: Alejandro Ulloa

Musiche: Francesco De Masi

Montaggio: Tatiana Casini Morigi

Scenografia: Enzo Bulgarelli

Effetti: Eugenio Ascani

Altri titoli:

Mátalos y vuelve

Go Kill Everybody and Come Back Alone

Kill Them All and Come Back Alone

Durata: 100

Colore: C

Genere: WESTERN

Specifiche tecniche: TECHNISCOPE TECHNICOLOR

Produzione: EDMONDO AMATI, FIDA (ROMA) CENTAURO FILM (MADRID)

Distribuzione: FIDA - NUMBER ONE VIDEO (VIDEO GRAFFITI)

NOTE
- SCENOGRAFIE ESTERNI IN SPAGNA: JAIME PEREZ CUBERO.
CRITICA
"Quasi passabile, nonostante il bieco titolaccio, western spaghetti, uno dei tanti usciti in quegli anni dalla ben fornita cucina di Cinecittà, schierato dalla parte sudista e dotato di una sorprendente autoironia. Nella prima parte un film addirittura godibile, poi il passo si fa asmatico, anche se per tenere il conto dei morti occorre la calcolatrice". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 2 febbraio 2001)