Aguirre, furore di Dio

Aguirre, der Zorn Gottes

GERMANIA 1972
La notizia di un territorio ricchissimo d'oro - battezzato anticipatamente con il nome di El Dorado - induce Gonzalo Pizarro, fratello di Francisco, ad inviare una spedizione di conquista oltre le Ande. Il comando viene affidato a Don Pedro de Ursua e il suo vice è Don Lope de Aguirre. Partita alla fine del 1560, la spedizione si trova ben presto in difficoltà dovute all'ostilità della natura e alla guerriglia feroce condotta da invisibili indios. Approfittando dei momenti di demoralizzazione, Aguirre fa destituire e poi uccidere Don Pedro e ottiene una dichiarazione collegiale di ribellione a Filippo II di Castiglia. Pazzo, senza più un uomo o una donna, il sedicente Furore di Dio muore alla fine del febbraio 1561, chiudendo tragicamente l'assurda conquista.
SCHEDA FILM

Regia: Werner Herzog

Attori: Klaus Kinski - Don Lope de Aguirre, Helena Rojo - Inez de Atienza, Del Negro - Gaspar de Carvajal, Ruy Guerra - Don Pedro de Ursua, Peter Berling - Don Fernando de Guzman, Cecilia Rivera - Flores, Daniel Ades - Perucho, Edward Roland - Okello, Armando Polanah - Armando, Alejandro Repulles - Gonzalo Pizarro, Julio Martinez, Daniel Farfán, Justo González, Alejandro Chavez, Antonio Marquez

Soggetto: Werner Herzog

Sceneggiatura: Werner Herzog

Fotografia: Thomas Mauch, Francisco Joán, Orlando Macchiavello

Musiche: Popol Vuh

Montaggio: Beate Mainka-Jellinghaus

Effetti: Miguel Vazquez, Juvenal Herrera

Altri titoli:

Aguirre, la cólera de Dios

Aguirre, la colère de Dieu

Aguirre, Wrath of God

Durata: 90

Colore: C

Genere: DRAMMATICO STORICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.37) - EASTMANCOLOR

Produzione: WARNER HERZOG FILMPRODUKTION, HESSISCHER RUNDFUNK

Distribuzione: ITALNOLEGGIO (1975) - NUMBER ONE VIDEO

NOTE
- SUONO: HERBERT PRASCH.

- TRA GLI INTERPRETI HANNO COLLABORATO GLI INDIGENI DELLA COOPERATIVA LAURAMARCA IN PERU'.
CRITICA
"Girato nel Perù, in condizioni difficoltosissime, in piena giungla e navigando su torrenti a volte impetuosi, il film è originale e interessante tanto per le ambientazioni quanto per le affascinanti fotografie, cui va aggiunta la convinta e nevrotica interpretazione di Klaus Kinski nella parte di Aguirre. Tuttavia, oltre che per l'estenuante mancanza di azione (voluta ma urtante) e per alcune inverosimiglianze, il lavoro non convince appieno sul piano ideologico. E' evidente, infatti, che si tratta di una avventura pseudostorica che mira ad essere una metafora satirica di tutte le conquiste coloniali, di tutti i razzismi, di tutti gli errori compiuti in nome di un re o paradossalmente in nome di Dio. Ma l'impresa è troppo ampia e richiede troppo sforzo allo spettatore che, in mancanza di dialoghi chiave, deve estrarre, mediante il pressoché solo sussidio della propria riflessione, un vastissimo saggio di critica storica." ('Segnalazioi cinematografiche', vol. 78, 1975)