Ad est del Paradiso

East of Paradise

La madre profuga polacca in Russia e un collage dei suoi film punk per Lech Kowalski. Contro il potere in Orizzonti

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FRANCIA 2005
Il regista fa raccontare a sua madre l'intera giornata che segnò la fine della seconda guerra mondiale. Giorno in cui lei, dopo un lungo periodo di prigionia, potè finalmente fuggire dal campo di concentramento sovietico. La seconda parte, invece, ci mostra la storia di Ringo, giovane tossico punk, delle cui esperienze, in modo documentaristico non ci viene risparmiato nulla. Il vero protagonista del film quindi è il degrado e la lotta che l'individuo deve combattere con il potere che riesce a devastare le vite e le anime pure dei due protagonisti.
SCHEDA FILM

Regia: Lech Kowalski

Attori: Maria Werla Kowalski - Se Stessa

Soggetto: Lech Kowalski

Fotografia: Mark Brady, Lech Kowalski

Montaggio: Lech Kowalski

Durata: 105

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: AGAR FILM & CIE; EXTINKT FILMS

NOTE
- PREMIO "ORIZZONTI" COME MIGLIOR FILM ALLA 62MA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA (2005).
CRITICA
"East of Paradise è uno dei classici film-trabocchetto. Nel senso che se si vede solo la prima parte (come probabilmente ha fatto l'estensore della scheda ufficiale del sito della Mostra), si rischia di parlare di una cosa. Mentre East of Paradise è ben altra. Nella prima parte c'è in effetti la lunga intervista alla madre del regista che racconta i suoi terribili giorni vissuti da profuga polacca in Russia, divorata dai pidocchi, dal freddo e dalla fame. (...) Inizia poi la seconda parte, con un salto indietro di qualche anno, all'epoca del punk, e di tutto quel periodo in cui per i giovani valeva davvero il motto "non so quello che voglio ma so come ottenerlo". Protagonista Ringo, un giovane tossico reso orbo dalle percosse di un gruppo di drag queen che vive di espedienti e che, in realtà, è anche l'interprete di un porno diretto dallo stesso regista.(...) Volutamente estenuante nella prima parte, il film lascia comunque la sensazione di un tentativo riuscito di contrapposizione fra due epoche con i loro rispettivi orrori e le rispettive tragedie filtrate attraverso gli occhi di generazioni differenti, idealmente unite nel tenero abbraccio finale tra madre e figlio. (Alessandro Boschi, cinematografo.it, 7 settembre 2005)