Una voce nella notte

The Night Listener

Da un romanzo autobiografico, un thriller del cuore. Che scava a fondo, senza mostrare efferatezze

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USA 2006
La vita di Gabriel Noone, celebre romanziere che da anni conduce una trasmissione radiofonica notturna di successo, è messa in subbuglio da una serie di avvenimenti poco piacevoli. A causa del blocco dello scrittore non riesce a rispettare gli accordi presi con le case editrici, viene abbandonato dal suo compagno Jess, malato di AIDS, ma soprattutto entra in contatto con un suo giovane ascoltatore, Pete Logand, un ragazzo di 15 anni, autore di una sconvolgente autobiografia, che vive con la madre adottiva. Gabriel trascorre ore al telefono con il ragazzo instaurando con lui un rapporto quasi filiale, ma poi decide di andare a conoscerlo di persona perché le sue certezze vengono messe in discussione dalle insinuazioni di Jess.
SCHEDA FILM

Regia: Patrick Stettner

Attori: Robin Williams - Gabriel Noone, Toni Collette - Donna Logand, Bobby Cannavale - Jess, Rory Culkin - Pete Logand, Sandra Oh - Anna, Joe Morton - Ashe, John Cullum - Padre di Noone, Lisa Emery - Darlie Noone, Mary Ann Plunkett - Alice, Becky Ann Baker - Cameriera

Soggetto: Armistead Maupin

Sceneggiatura: Armistead Maupin, Terry Anderson, Patrick Stettner

Fotografia: Lisa Rinzler

Musiche: Peter Nashel

Montaggio: Andy Keir

Scenografia: Michael Shaw

Costumi: Marina Draghici

Durata: 86

Colore: C

Genere: THRILLER DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85), PANAVISION - TECHNICOLOR

Tratto da: romanzo omonimo di Armistead Maupin

Produzione: HART-SHARP ENTERTAINMENT, IFC FILMS

Distribuzione: VIDEA CDE E WARNER BROS PICTURES ITALIA

Data uscita: 2007-01-12

CRITICA
"'Una voce nella notte' è nato dall'esperienza diretta dell'autore del romanzo e sceneggiatore del film Armistead Maupin. (...) Un quadretto deprimente e claustrofobico che rimanda alle tematiche di Shyamalan e che contrae debiti a catena con tutti i film imperniati sulla psichiatria. Ma è soprattutto la supponenza narrativa, davvero irritante, che abbandona lo spettatore lasciandolo attonito, perché certi misteri sono tali solo se non vengono svelati. Il solito escamotage che aggrovigliando una trama fitta nelle intenzioni ci esclude da ogni soluzione. Un'osservazione necessaria a confermare lo snobismo della vicenda: essendo il protagonista un gay ciò sta a dimostrare che per accedere a certe atmosfere occorre qualcuno che abbia una sensibilità superiore alla media, eccetera. Infine, l'uso reiterato di fanciulli in storie simili è assai peggio che pornografico." (Adriano Di Carlo, 'Il Giornale', 12 gennaio 2007)

"Robin Williams gay, conduttore radio e romanziere. Lo avevamo già visto in questi ruoli rispettivamente in 'Piume di struzzo', 'Good Morning Vietnam' e 'Il mondo secondo Garp'. Nel mediocre thriller 'Una voce nella notte' di Patrick Stettner, Williams veste i panni di Gabriel Noone, scrittore omosessuale e deejay di culto che nel bel mezzo di una crisi sentimentale scopre un talento letterario alla J.T. Leroy (...) Troppo insipido per essere un buon thriller che ti faccia saltare sulla poltrona e troppo prevedibile per essere un film d'autore indipendente dai clichè del cinema di genere. Peraltro Stettner bara pure con lo spettatore in modo infantile sfruttando qualche idea de 'Il sesto senso'. Williams mai così fiacco. Un bel pasticcio firmato da un giovane autore scoperto al Sundance 2001 con 'The Business of Strangers'." (Franceco Alò, 'Il Messaggero, 12 gennaio 2007)

"Vagamente ispirato all'esperienza di uno scrittore (Maupin, autore dei 'Racconti di San Francisco') questo film maudit e patologico, quasi sempre al buio, esemplifica ciò che Hitchcock aveva magistralmente detto in 'Psycho'. (...) Il regista sceneggiatore Patrick Stettner, che ora lavora su un testo di Gore Vidal, definisce il film un thriller del cuore, ma purtroppo è proprio quest' ultimo basilare muscolo a non essere chiamato in causa nel cervellotico impasto freudiano che narrativamente non ha grandi scosse se non la misurata bravura di Robin Williams che gioca alla sottrazione di ogni effetto esteriore." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 12 gennaio 2007)

"Se esistesse un premio per il film più deprimente della stagione, 'Una voce nella notte' non faticherebbe ad aggiudicarselo. (...) La scommessa era, in fondo, quella di fare un film basato più sulle parole che sulle immagini. Se le seconde non spiegano nulla, le prime tentano disperatamente d'attribuire un senso alle cose: il protagonista è scrittore e tiene un programma notturno alla radio; tutti i contatti significativi avvengono via telefono segreteria telefonica: le voci rivelano le vere identità delle persone. Salvo che poi il film, costruito come un thriller, non ha rivelazioni da fare né sul piano del puro intrigo, né su quello esistenziale. Lasciando lo spettatore perplesso e sconcertato quanto il protagonista." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 12 gennaio 2007)