Tu devi essere il lupo

ITALIA 2004
Valentina non ha la madre e a quindici anni è sommersa da domande a cui non trova risposta, e desideri che non sa se siano giusti. Suo padre, un giovane tassista con la passione per la fotografia, è tutto ciò che ha. Il loro rapporto è da sempre tenero e gioioso ma così esclusivo da non permettere interferenze tra loro. Valentina crescendo non riesce più ad essere quella di prima e ad esprimersi felicemente. Il rapporto tra i due vacilla e mentre Carlo deve fare delle scelte, Valentina è combattuta tra sentimenti diversi. Da un lato avrebbe bisogno di ribellarsi e urlare il suo dolore, dall'altro ha paura di perdere anche suo padre e di rimanere sola. Un giorno, nelle loro vite si inserisce una donna che sembra pronta a una convivenza con Carlo. Ma questa nuova presenza fa riaprire vecchie ferite e li spinge a risolvere i loro conflitti...
SCHEDA FILM

Regia: Vittorio Moroni

Attori: Ignazio Oliva - Carlo, Valentina Carnelutti - Valentina, Valentina Merizzi - Vale, Sara Damario - Elena, Gianluca Gobbi - Athos, Amandio Pinheiro - Amandio, Mauro Mannella, Vera Gandola - Gio'

Soggetto: Vittorio Moroni

Sceneggiatura: Vittorio Moroni, Alessandro Lombardi

Fotografia: Saverio Guarna

Musiche: Mario Mariani

Montaggio: Clelio Benevento

Scenografia: Carolina Ferrara

Costumi: Carolina Ferrara

Durata: 95

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: LAURA CAFIERO PER METAFILM, CON IL CONTRIBUTO DI MIBAC

Distribuzione: PABLO MYSELF (2005)

Data uscita: 2005-05-06

NOTE
- FILM REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI (DGC)

- FONDALI E MARIONETTE: MASSIMO CACCIA.

- CANDIDATO AL NASTRO D'ARGENTO 2006 PER MIGLIOR REGIA PER UN'OPERA PRIMA.

- VITTORIO MORONI E' CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2006 COME MIGLIOR REGISTA ESORDIENTE.
CRITICA
"Situazione familiare complicata - funziona solo se ci sono migliaia di chilometri di distanza? - nell' opera prima di Vittorio Moroni, filosofo che individua la sottile linea rossa della felicità infelicità. Perché poi la mamma ritorna a Sondrio con tutte le sue agnizioni rivelazioni, e va ancora peggio, col lupo simbolo dell' inconscio, sempre in agguato. Gestito in autonomia di lancio, Myself appunto, il film è da proteggere anche se le citazioni vanno oltre il livello di guardia e si rischia il melodramma spesso e volentieri con l'impegno esistenziale no stop del trio Oliva Carnelutti Merizzi." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera, 14 maggio 2005)