Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Three Billboards Outside Ebbing, Missouri

- Regia:
- Attori: - Mildred Haynes, - Bill Willoughby, capo della Polizia, - Agente Dixon, - Anne Willoughby, - Robbie, - Cedric, - Red Welby, - Abercrombie, - Penelope, - James, - Charlie, - Denise, - Pamela, - Angela, - Padre Montgomery, - Mama Dixon, - Jerome, - Gabriella Forrester, - Pal, - Tony, - Geoffrey
- Sceneggiatura: Martin McDonagh
- Fotografia: Ben Davis
- Musiche: Carter Burwell
- Montaggio: Jon Gregory
- Scenografia: Inbal Weinberg
- Arredamento: Merissa Lombardo
- Costumi: Melissa Toth
- Effetti: Union Visual Effects
- Durata: 121'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Produzione: GRAHAM BROADBENT, PETER CZERNIN, MARTIN MCDONAGH PER BLUEPRINT PICTURES, FILM4, FOX SEARCHLIGHT
- Distribuzione: 20TH CENTURY FOX ITALIA (2018)
- Data uscita 11 Gennaio 2018
TRAILER
RECENSIONE
Dopo In Bruges (2008) e 7 psicopatici (2012), l’opera terza ne conferma ed estende il talento: Martin McDonagh è oggi uno dei migliori registi-sceneggiatori al mondo. Sa filmare, sa dirigere gli attori e scrive, per farla corta, da Dio: Three Billboards Outside Ebbing, Missouri è il migliore film dei Coen da decenni a questa parte, senza essere un film dei Coen, e il migliore film di McDonagh per maturità, intensità e piacevolezza.
Fronte dei Coen, oltre al mood, c’è la protagonista Frances McDormand: la sua Mildred mesi dopo il brutale omicidio, con annesso stupro e rogo del cadavere, della figlia non ha ancora un colpevole e per ridestare l’attenzione affitta tre vecchi cartelloni pubblicitari fuori Ebbing, Missouri, chiamando in causa il capo della polizia locale William Willoughby (Woody Harrelson), malato di cancro al pancreas. Tra i suoi uomini, spicca per violenza, razzismo e balordaggine l’agente Dixon (Sam Rockwell), che proprio non tollera l’iniziativa di Mildred…
Nel cast anche Abbie Cornish, Lucas Hedges, Željko Ivanek, Caleb Landry Jones, Clarke Peters, Samara Weaving, nonché John Hawkes e Peter Dinklage, Three Billboards è una dark comedy sanguinolenta e arrabbiata, larger than life ma sottile, sapida e urticante, non bigotta e non scontata. La correttezza politica è il primo dei cadaveri, ma a cadere sono anche stereotipi e titubanze del genere di riferimento: nonostante la stilizzazione, qui si fa sul serio, e basterà la lettera di Willoughbly per farvi venire la pelle d’oca.
Genere d’autore, verrebbe da dire, in cui McDonagh ritrova e perfeziona se stesso: il controllo è totale, ma le battute così ficcanti ed esplosive da parere improvvisate. E che dire di Frances, Woody, Sam e gli altri attori? Sublimi, da farci una cura Ludovico Van per tanti loro “colleghi”.
Da lustri la dark-comedy dell’America profonda non brillava così fragorosa nell’oscurità: sui quei tre cartelloni la pubblicità è progresso.
NOTE
- GOLDEN GLOBES 2018 PER: MIGLIOR FILM DRAMMATICO, ATTRICE PROTAGONISTA (FRANCES MCDORMAND), ATTORE NON PROTAGONISTA (SAM ROCKWELL) E SCENEGGIATURA. ERA CANDIDATO ANCHE PER LA MIGLIOR COLONNA SONORA.
- OSCAR 2018 PER: MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA (FRANCES MCDORMAND) E ATTORE NON PROTAGONISTA (SAM ROCKWELL). ERA CANDIDATO ANCHE PER: MIGLIOR FILM, ATTORE NON PROTAGONISTA (WOODY HARRELSON), SCENEGGIATURA ORIGINALE, COLONNA SONORA E MONTAGGIO.
- CANDIDATO AL DAVID DONATELLO 2019 PER: MIGLIOR FILM STRANIERO.