The Hours

USA 2002
Tre storie di donne che vivono in periodi diversi ma che hanno come comune denominatore il romanzo "Mrs. Dalloway" di Virginia Woolf. Nel 1923 la stessa Virginia Woolf mentre sta scrivendo il libro si trova a dover combattere contro la depressione e il pensiero del suicidio. Nel 1949 Laura Brown, casalinga di Los Angeles in attesa di un bambino, deve organizzare una festa per il compleanno del marito ma non riesce a staccarsi dalla lettura del libro della Woolf. Nella New York del 2000, Clarissa Vaughn vuole dare una festa per l'amico e ex compagno Richard, famoso scrittore che sta morendo di AIDS, che la chiama 'Mrs. Dalloway'.
SCHEDA FILM

Regia: Stephen Daldry

Attori: Nicole Kidman - Virginia Woolf, Meryl Streep - Clarissa Vaughn, Julianne Moore - Laura Brown, Allison Janney - Sally, Ed Harris - Richard, Claire Danes - Julia, Toni Collette - Kitty, Eileen Atkins - Barbara, Charley Ramm - Julian Bell, Miranda Richardson - Vanessa Bell, Stephen Dillane - Leonard Woolf, John C. Reilly - Dan Brawn

Soggetto: Michael Cunningham (II) - romanzo

Sceneggiatura: David Hare

Fotografia: Seamus McGarvey

Musiche: Philip Glass

Montaggio: Peter Boyle (II)

Scenografia: Maria Djurkovic

Costumi: Ann Roth

Effetti: Double Negative, Jim Lillis, Stuart Brisdon

Durata: 114

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: romanzo "Le ore" (ed. Longanesi) di Michael Cunningham vincitore del premio Pulitzer 1998

Produzione: MIRAMAX FILMS, SCOTT RUDIN PRODUCTIONS

Distribuzione: BUENA VISTA INTERNATIONAL ITALIA

Data uscita: 2003-03-07

NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 59MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2002).

- GOLDEN GLOBE COME MIGLIOR FILM DRAMMATICO E A NICOLE KIDMAN COME MIGLIORE ATTRICE IN UN RUOLO DRAMMATICO 2002.

- PREMIO OSCAR 2003 A NICOLE KIDMAN COME MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA.
CRITICA
"Non era facile tradurre sullo schermo un libro intimista che parafrasa il monologo interiore a più voci della Woolf, il cui testo è citato a tratti letteralmente. Eppure l'inglese Steeephen Daldry, il regista di 'Billy Elliott', ha vinto la scommessa proprio giocando sullo stesso piano di raffinato manierismo di Cunnigham sulla base di un'essenziale sceneggiatura del drammaturgo David Hare. Il significato del film, ovvero la scelta della vita contro la morte nonostante il carattere effimero della felicità, emerge con chiarezza anche per chi non conosce il modello letterario, e un montaggio di gran classe provvede a rendere fluidi come sulla pagina i passaggi da una storia all'altra." (Alessandra Levantesi, La Stampa, 10 febbraio 2003)

"A Berlino (triplo orso alle attrici) qualcuno liquidava 'The Hours' come un 'Frauenfilm', un film per signore. Battuta sciocca: malgrado certe inspiegabili cadute (il trucco della Kidman e di Ed Harris, quel volo dalla finestra così plateale), Daldry spinge l'obiettivo nelle zone più insondabili della mente umana, e non solo femminile. Coadiuvato da un cast che tocca il sublime in due momenti: il duetto Julianne Moore/Toni Collette, l'amica che deve entrare in clinica (nemmeno una nomination, vergogna). E la scena in cui Meryl Streep separa la chiara dal tuorlo dominando una violenta tempesta interiore. Uno dei punti più alti mai raggiunti da questa attrice prodigiosa". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 7 marzo 2003)

"Tratto dal bellissimo romanzo di Michael Cunningham, 'The Hours' suggerisce il filo arcano che unisce i destini di donne così diverse tra loro ricorrendo alle simmetrie; un'unica giornata per ciascuna, dal trillo della sveglia all'ora di coricarsi; tre momenti chiavi nelle rispettive crisi; tre baci lesbici; non un suicidio, ma due addirittura e così via. L'esito lascia abbastanza perplessi: come se il film di Stephen Daldry fosse troppo studiato a tavolino, troppo perfetto per non diventare cerebrale e un po' freddo". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 8 marzo 2003)