The Hole in 3D
The Hole

- Regia:
- Attori: - Dane Thompson, - Lucas Thompson, - Julie Campbell, - Susan, - Jester,
- Sceneggiatura: Mark L. Smith
- Fotografia: Theo van de Sande
- Musiche: Javier Navarrete
- Montaggio: Marshall Harvey
- Scenografia: Brentan Harron
- Arredamento: Debra Combs - (seconda unità)
- Costumi: Kate Main
- Durata: 98'
- Colore: C
- Genere: THRILLER
- Specifiche tecniche: 3D
- Produzione: BOLD FILMS, BENDERSPINK
- Distribuzione: MEDUSA (2010)
- Data uscita 11 Giugno 2010
TRAILER
RECENSIONE
Sei anni dopo Looney Tunes: Back in Action, Joe Dante prova a tornare nell’alveo del cinema mainstream con un onesto prodotto d’atmosfera. Più che un horror, un film di paura. La stessa che si annida nei recessi della nostra mente, metaforizzata dal “buco” – The Hole, il titolo – nel quale finiscono inghiottiti i due piccoli protagonisti della pellicola, Dane e Lucas, precipitati nella botola di casa come fa l’Alice nel Paese delle Meraviglie. Peccato che di meraviglioso qui non ci sia nulla, film compreso, fermo sulla soglia di una dignitosa ovvietà.
Per riacquistare credito presso gli studios hollywoodiani Dante gioca la carta della prudenza, più attento a non scuotere i suoi futuri, potenziali, committenti che a scioccare il pubblico. E anche la grande novità, il 3D, viene usata in maniera convenzionale, per dare giusto un po’ di profondità. Certo, il padre dei Gremlins conosce il mestiere e lo dimostrano gli impercettibili movimenti di macchina, il raffinato gioco di ombre e luci, l’accurato ricamo figurativo. Una tessitura simbolica – ci sono pupazzi assassini, uomini neri, poltergeist e labirinti kubrickiani – degna di un archeologo di genere. Che proietta il film in una sorta di limbo estetico, tra suggestioni retrò ed effetti déjà-vu.
NOTE
CRITICA
"Titolo vecchio, film nuovo cui le 3D non aggiungono nulla all'architettura di un horror imbastito su inconscio, paura e conflitti padre figlio. (...) Joe Dante, stavolta senza humour, allaccia il film di paura col teenagers movie trovando solo alla fine crudeltà visive che reggono il peso analitico di una storia in cui l'americano medio giace sotto l'incubo della realtà confezionata da mr. Bush e compagni." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 11 giugno 2010)