Stella

2/5
I 400 colpi al femminile di Silvie Verheyde: un nobile romanzo di formazione, troppo benevolo e poeticamente irrisolto

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FRANCIA 2008
Parigi, 1977. Stella è una ragazzina di undici anni che vive in un quartiere operaio con i suoi genitori, che ormai non si amano più ma che insieme gestiscono un bar/pensione frequentato da ubriaconi, disoccupati e gente abituata a vivere ai limiti della legalità. Ammessa a frequentare una scuola prestigiosa, Stella ha difficoltà ad ambientarsi tra professori e compagni di ceti sociali tanto differenti dal suo ed anche le sue votazioni ne risentono. Poi, un giorno, Stella fa amicizia con Gladys, una sua compagna di classe figlia di esuli ebrei argentini, che la aiuterà a superare le difficoltà nello studio e le fornirà lo spunto per trovare strumenti utili a costruirsi un futuro migliore.
SCHEDA FILM

Regia: Sylvie Verheyde

Attori: Léora Barbara - Stella, Karole Rocher - Madre di Stella, Benjamin Biolay - Padre di Stella, Melissa Rodriguès - Gladys, Laëtitia Guerard - Geneviève, Guillaume Depardieu - Alain-Bernard, Johan Libéreau - Loïc, Jeannick Gravelines - Bubu, Thierry Neuvic - Yvon, Valérie Stroh - Signora Tillier Dumas, Anne Benoît - Signora Douchewsky, Christophe Bourseiller - Signor Larpin

Soggetto: Sylvie Verheyde

Sceneggiatura: Sylvie Verheyde

Fotografia: Nicolas Gaurin

Musiche: NousDeux the band

Montaggio: Christel Dewynter

Scenografia: Thomas Grézaud

Costumi: Gigi Lepage

Effetti: Mikael Tanguy

Durata: 103

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: LES FILMS DU VEYRIER, ARTE FRANCE CINÉMA, WDR/ARTE, CANAL +, CINECINEMA, CNC

Distribuzione: SACHER DISTRIBUZIONE, DVD: WARNER HOME VIDEO (2009)

Data uscita: 2008-12-05

NOTE
- PRESENTATO ALLA 5. EDIZIONE DELLE 'GIORNATE DEGLI AUTORI - VENICE DAYS', VENEZIA 2008.

- LA REVISIONE MINISTERIALE DELL'AGOSTO 2009 HA ELIMINATO IL DIVIETO AI MINORI DI 14 ANNI.
CRITICA
"'Stella', di Sylvie Verheyde è una sorta di '400 colpi', il capolavoro di François Truffaut, al femminile. C'è la stagione inquieta che segna il passaggio dall'infanzia all'adolescenza, c'è la Francia anni Settanta delle periferie di Parigi e di un Nord industriale dove si lavora ma non ci si diverte, c'è il contrasto fra chi è una figlia del popolo, a proprio agio fra ubriaconi e disoccupati, e la disciplina, i professori, i compagni di classe di una scuola media pubblica della buona borghesia dove i genitori iscrivono la ragazzina con l'incoscienza di chi non misura né le distanze e le differenze sociali, né i retroterra culturali. Profondamente autobiografico, 'Stella' ricalca le esperienze della regista, anche lei figlia di proprietari di una pensioncina con annesso bar, cresciuta in un ambiente dove l'esistenza di un libro è sconosciuta, ma fin da subito si apprende la durezza del vivere, e il suo lento risvegliarsi di fronte a un mondo intellettuale e sociale, le letture, i quadri, le amicizie, le prime feste, i primi turbamenti sentimentali, sconosciuto e fonte di gioia quanto di amarezze. (...) Il risultato è un film delicato, senza essere ruffiano, romantico senza sdolcinature, in cui il complesso mondo dell'adolescenza viene esplorato con mano sicura". (Stelio Solinas, 'Il Giornale', 2 settembre 2008)

"E tutti vissero felici e contenti in 'Stella' di Sylvie Verheyde, un po' 'I 400 colpi' di Truffaut, un po' 'Il tempo delle mele' con Sophie Marceau. (...) Anche gli eventi più drammatici vengono raccontati con positività e una certa innaturale freddezza che si sente nei commenti in voce over della protagonista. Ecco perché 'Stella' è un film nobile senza essere memorabile". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 3 settembre 2008)

"Sylvie Verheyde, al terzo lungometraggio, attinge alla sua autobiografia per ricostruire l'educazione sentimentale di una bimba fragile che sta diventando donna, di una troppo povera per le compagne di classe, e troppo ricca e parigina per le terre d'origine. Un'opera di formazione che sa essere ruvidamente sensuale con sua madre, triste e malinconica con il suo sogno d'amore Alain-Bernard, violenta e infine romantica quando una scena da "tempo delle mele" viene sottolineata imprevedibilmente dalla canzone 'Ti amo' di Umberto Tozzi, parte di una colonna sonora varia e strana ma coinvolgente. Con il gusto della semplicità, una regia pulita e una fotografia sempre adeguata, il racconto si sviluppa con poesia e realismo. Il segreto sta tutto nella normalità di una storia e negli universi che racconta: famiglia, scuola, classi sociali hanno cambiato componenti e struttura, ma le dinamiche rimangono le stesse e così i trent'anni di distanza non si sentono se non nella ricostruzione di ambienti e costumi, perfetta nonostante il piccolo budget. Lasciatevi conquistare da 'Stella' e dalla sua capacità di inoltrarsi con pe(n)sante leggerezza su temi forti e difficili, anche se solo per qualche secondo: la prof traumatizzata dai campi di sterminio, l'Argentina dei generali e dei desaparecidos, abusi e traumi sull'infanzia." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 5 dicembre 2008)

"'Stella' di Silvie Verheyde e un po' 'I quattrocento colpi' di Truffaut un po' 'Il Tempo delle mele'. La famiglia si spezza, le prime cotte, gli amici delle vacanze, la vita come scuola fuori dalla classe e la scuola pubblica come luogo che avvicina le classi sociali. Il film racconta l'adolescenza di una ragazzina particolare ma parla a tutti perché sa essere delicatamente universale. Niente di epocale, ma molto gradevole e ben fatto." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 5 dicembre 2008)