Plagio

ITALIA 1968
Una manifestazione studentesca a Bologna è l'occasione per Angela e Massimo - figlia, la prima, di un giornalista vedovo; di modesta famiglia il secondo - di conoscere un loro collega, Guido, orfano ed erede di una grande fortuna. Fiorita fra loro l'amicizia, Guido mette il proprio appartamento a disposizione di Angela e Massimo, che si amano e del cui amore (egli che ha avuto una infanzia infelice, trascurato da una bella madre in adorazione del marito e sempre pronta a seguirlo nei suoi viaggi) si sente come affascinato. Tanto grande è il suo bisogno di entrare nella loro intimità che un giorno, Massimo assente, finisce fra le braccia di Angela, facendo in modo, per lealtà, che l'amico li scopra assieme. Mentre la giovane sente di poterli amare entrambi, Massimo reagisce e rientra in famiglia, a Rimini. Ben presto, incapaci di fare a meno di lui, Guido lo raggiunge con la ragazza e lo convince a seguirli in una splendida villa. Ha inizio un "ménage" a tre ma una mattina, improvvisa, arriva la tragedia: Guido muore, in quel che sembra un incidente stradale. Massimo e Angel asono coinvolti in una breve inchiesta pur essendo esrìtranei al fatto mas il loro rapporto non può non risentirne.
SCHEDA FILM

Regia: Sergio Capogna

Attori: Mita Medici - Angela, Alain Noury - Massimo, Ray Lovelock - Guido, Cosetta Greco - Edera, Dino Mele - Roberto, Raffi, Giuliano Disperati, Mirella Pamphili, Libero Grandi

Soggetto: Sergio Capogna

Sceneggiatura: Sergio Capogna

Fotografia: Antonio Piazza (II)

Musiche: Dirtan Michailev

Montaggio: Sergio Capogna

Scenografia: Franco Bottari

Costumi: Franco Bottari

Altri titoli:

Un amour à trois

Durata: 88

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: EASTMANCOLOR-TELECOLOR

Produzione: GIULIANA SCAPPINO PER FASER FILM (ROMA), PRODIMEX FILM (PARIGI)

Distribuzione: EURO INTERN. FILM - MAGNUM 3B

NOTE
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 30/01/2018 HA ELIMINATO IL DIVIETO DI VISIONE AI MINORI DI 18 ANNI.
CRITICA
"(...) ci pare di intravvedere in questo malinconico e triste film di Capogna le linne di una sostanza intima, una poesia delle cose, e riesca a comunicarci emozioni che oltrepassano il frasario chiuso della materia narrativa (...). Comunque il suo è un film piuttosto ingenuo, ma non banale." (G. Turoni, 'Bianco e Nero', 9/10 ottobre 1969)

"E' un film incentrato sulla figura di un giovane desideroso di entrare in una comunità di affetti, vista come integrazione della propria personalità. La storia appare nel complesso artificiosa: il legame con la contestazione studentesca, che gli fa da sfondo, incoerente; mentre gli stessi personaggi sono psicologicamente approssimativi. Bella la fotografia e l'ambientazione." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 67, 1969)