Mark colpisce ancora

ITALIA 1976
Mark Patti, della polizia romana, viene usato dai poco fiduciosi superiori come agente antiscippo a Trastevere, dove staziona pigramente, travestito da beat. Il suo comportamento induce due terroristi - Paul Henkel e Olga Kuber, ad assumerlo come collaboratore e a portarlo con loro a Vienna. Mentre si trova nella capitale austriaca, Mark offre inutilmente delle informazioni preziose all'Interpol e alla polizia locale: gli attentati non vengono impediti e l'agente italiano si salva per un puro caso. Mark allora capisce che non solo l'ormai defunto ispettore Altman, ma anche altre autorità sono implicate nei terrorismo per interesse e, ottenuta fiducia da un funzionario romano, continua audacemente nel suo doppio gioco. Prende parte al dirottamento di un treno per ottenere la liberazione di Olga. Con la donna e Paul torna a Vienna, dove riesce a mettere le mani su un grosso finanziatore del terrorismo internazionale ma non riesce a individuare i veri capi e si accinge a tornare a Roma con qualche idea precisa sul terribile fenomeno.
SCHEDA FILM

Regia: Stelvio Massi

Attori: Franco Gasparri - Mark, John Saxon - Ispettore Altman, Marcella Michelangeli - Olga Kuber, Giampiero Albertini - Commissario Mantelli, John Steiner - Paul Henkel, Paul Müller - Ispettore austriaco, Malisa Longo - Isa, la modista, Andrea Aureli - Pappadato, ispettore antiterrorismo, Pasquale Basile - Autista a Vienna

Soggetto: Lucio De Caro

Sceneggiatura: Dardano Sacchetti

Fotografia: Mario Vulpiani

Musiche: Stelvio Cipriani

Montaggio: Mauro Bonanni

Scenografia: Carlo Leva

Arredamento: Giovanni Fratalocchi

Costumi: Sergio Palmieri

Aiuto regia: Danilo Massi - assistente

Altri titoli:

Mark Strikes Again

The 44 Specialist

Durata: 95

Genere: POLIZIESCO

Specifiche tecniche: VISTAVISION, TECHNOSPES

Produzione: PAC - PRODUZIONI ATLAS CONSORZIATE

Distribuzione: PAC

NOTE
REVISIONE MINISTERO GIUGNO 2000
CRITICA
"Terzo capitolo delle avventure di Mark (...), il film ha l'unico pregio di non presentarcelo come il solito ammazzasette. (...) Il lavoro, tuttavia, manca di evoluzione: dopo aver elencato gesta terroristiche e poliziesche, propone una bizzarra spiegazione della spirale del terrore (...). La tesi non sembra essere l'obiettivo dello spettacolo che è viceversa un polpettone di imprese criminali." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 82, 1977)