Mapa de los sonidos de Tokio

SPAGNA 2009
La fragile e solitaria Ryu conduce una doppia vita: di notte lavora al mercato del pesce di Tokyo e occasionalmente accetta incarichi come killer a pagamento. Un giorno Ryu viene contatta da Ishida, un dipendente del potente signor Nagara, innamorato della figlia di quest'ultimo che si è suicidata. L'uomo le affida il compito di eliminare David, un ragazzo spagnolo ritenuto responsabile della morte della ragazza...
SCHEDA FILM

Regia: Isabel Coixet

Attori: Rinko Kikuchi - Ryu, Sergi López - David, Manabu Oshio - Yoshi, Takeo Nakahara - Nagara, Hideo Sakaki - Ishida, Min Tanaka - Narratore (v.o.

Soggetto: Isabel Coixet

Sceneggiatura: Isabel Coixet

Fotografia: Jean-Claude Larrieu

Montaggio: Irene Blecua

Scenografia: Ryo Sugimoto

Costumi: Tony Crosby

Effetti: Ferrán Piquer

Suono: Aitor Berenguer, Fabiola Ordoyo, Marc Orts

Altri titoli:

Map of the Sounds of Tokyo

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: HD, RED ONE CAMERA (1:1.85)

Produzione: JAUME ROURES PER MEDIAPRO, VERSÁTIL CINEMA

NOTE
- PRIX VULCAIN AL FONICO AITOR BERENGUER AL 62. FESTIVAL DI CANNES (2009).

- GIRATO A TOKYO E BARCELLONA.
CRITICA
"Fischi appassionati per l'ultimo titolo in concorso: 'Map of the sounds of Tokyo' della regista catalana Isabel Coixet. (...) Non è il plot di un mélo di Almodovar o dell'ultima commedia di Woody Allen, bensì la sintesi di questo film tutto ambientato a Tokyo, una metropoli dotata di misteriose energie che attrae sempre più cineasti occidentali. Ma la prova della Coixet non ha convinto la critica internazionale, complici alcune scene di sesso che vorrebbero essere trasgressive ma scadono nel ridicolo tra i protagonisti Rinko Kikuchi e Sergi Lopez. Dettagli illuminanti: ragazze nude fanno da vassoio per il sushi e bizzari alberghi a ore si rifanno alla toponomastica parigina (non dimentichiamo che a Tokyo c'è la replica dela Torre Eiffel, più alta dell'originale). La regista racconta di essersi innamorata della città, in particolare del mercato del pesce. E secondo lei la cultura giapponese, da noi considerata impenetrabile, ha invece molti punti di contatto con la cultura occidentale." (Gloria Satta, 'Il Messaggero', 24 maggio 2009)