LA VISITA

ITALIA 1964
Pina, una ragazza sola che abita in un piccolo villaggio, attende con impazienza l'arrivo di Adolfo, che viene da Roma, il quale aveva risposto al suo annuncio economico a scopo di matrimonio. I due si vedono la prima volta alla stazione e dopo i primi momenti di imbarazzo, non fanno che studiarsi a vicenda. Pina, stanca della solitudine, è una ragazza pratica ed ha una relazione con un camionista, Renato. Adolfo è un uomo egoista, indolente e suscettibile ed anch'egli ha un legame con una donna che detesta. Allorché Adolfo scopre Renato in camera da letto, invece di adontarsi fa amicizia con lui; il giorno dopo, ripartendo per Roma, si fa portare ad un'altra stazione, per non far sospettare i paesani di aver passato la notte con Pina. Prima di lasciarsi i due promettono di scriversi.
SCHEDA FILM

Regia: Antonio Pietrangeli

Attori: Sandra Milo - Pina, François Périer - Adolfo, Mario Adorf - "Cucaracha", Gastone Moschin - Renato, Ferdinando Guerra, Angela Minervini - Chiaretta, Didi Perego - Nella, Carla Vivian, Paola Del Bon - Angelina, Bruno Benatti, Giancarlo Bellagamba, Ettore Baraldi, Nando Angelini, Abele Reggiani

Soggetto: Giuseppe De Santis, Ruggero Maccari, Ettore Scola

Sceneggiatura: Ruggero Maccari, Antonio Pietrangeli, Ettore Scola

Fotografia: Armando Nannuzzi

Musiche: Armando Trovajoli

Montaggio: Eraldo Da Roma

Scenografia: Luigi Scaccianoce

Durata: 105

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: VISTAVISION

Tratto da: RACCONTO DI CARLO CASSOLA

Produzione: MORIS ERGAS PER ZEBRA FILM (ROMA) - AERA FILM (PARIGI)

Distribuzione: FOX - DEAR

CRITICA
"(...) Pietrangeli (...) ha tentato, questa volta, di introdursi in un ambiente della media borghesia campagnola, per capirne i sottofondi etici e sociali. (...) (Il regista) ha abbozzato, a dire il vero in modo abbastanza attendibile, il ritratto dei due personaggi, ma non ha saputo contenerli nel limite di una introspezione di sentimenti (...). Il pessimismo con cui si svolge la vicenda, anche se talvolta può apparire leggera e sostenuta con un ritmo di umoristiche trovate, è troppo arido per assere accettato (...)". (F. Dorigo, "Cineforum", 32, febbraio 1964).