La danza dei milioni

ITALIA 1940
Un giovane, nonostante il suo titolo di studio, non riesce a trovare lavoro e, dopo vari tentativi, chiede a un suo compagno di scuola, che è segretario del Presidente di una importante banca ungherese, a fargli avere una scrivania nella sua stanza e a farlo passare per un impiegato. L'abilità del giovane, ed anche la sua faccia tosta, fanno sì che in breve sia notato dai funzionari dell'Istituto bancario. Ben presto un affare che ha progettato lui finisce per essere preso in seria considerazione dai dirigenti della banca, dai rappresentanti del ministero e da altre organizzazioni finanziarie. Nasce così dal nulla un grandioso consorzio per il finanziamento di opere pubbliche. L'audacia del giovane ha vinto: viene messo a capo della organizzazione e può sposare la figlia del presidente.
SCHEDA FILM

Regia: Camillo Mastrocinque

Attori: Nino Besozzi - Gustavo Wiensinger, Jole Voleri - Herta, Miretta Mauri - La segretaria Franzi, Carlo Campanini - Adolfo Fritsch, Enzo Biliotti - Il presidente della banca Mitropa, Guido Notari - Walter, Giacomo Moschini - Il barone Fabri, Albino Principe - Stefano, Armando Migliari - Il direttore generale, Arturo Bragaglia - Gombos, Giovanni Rosa - Zio Giovanni, Nino Marchetti - Il segretario di Walter, Emilio Petacci - Il maggiordomo, Lina Tartara Minora - La signora pettegola al ballo, Alfredo Martinelli - L'usciere della Banca Centrale, Roberto Bianchi - Il garzone del fornaio

Soggetto: Ladislas Fodor - commedia

Sceneggiatura: Luigi Zampa

Fotografia: Ugo Lombardi, Guglielmo Lombardi - operatore

Musiche: Franco D'Achiardi

Montaggio: Duilio A. Lucarelli

Scenografia: Eugenio Viti, Renato Tancredi

Arredamento: Erminio Loy

Costumi: Maria De Matteis

Altri titoli:

Il quadrante della fortuna

Durata: 70

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Tratto da: commedia "L'affare Kubinsky" di Ladislas Fodor

Produzione: ANGELO BESOZZI PER LA ICI

Distribuzione: ICI

NOTE
- DIRETTORE DI PRODUZIONE: LUCIANO MUSSA.

- IL FILM E' STATO GIRATO NEGLI STABILIMENTI DI CINECITTA'.
CRITICA
"[...] non si creda che abbiamo scoperto un nostrano Lubitsch, o un Capra. Ma insomma il regista Mastrocinque ci ha procurato, in una produzione modesta, una lieta sorpresa. Il soggetto, che deve essere di fuorivia) è molto buono, lo scenario di Luigi Zampa eccellente, la regia sorvegliata e piena di gusto. Ma la novità consiste negli attori di secondo piano. E' la prima volta che vediamo un'opera di fattura corrente, cioè che non deve superare il milione e mezzo di costo, degli attori che sanno quello che fanno. [...] il comico Campanini è a posto e si avvia a diventare un Everett Horton di Cinecittà; tutti gli altri sono visti senza quella approssimazione che perde tanti nostri film". (Volpone [Pietro Bianchi], "Il Bertoldo", 20 settembre 1940)