La Bella e la Bestia

Beauty and the Beast

2.5/5
Bill Condon rivisita il classico Disney in maniera fedele. Ma l'incanto e la poesia dell'originale animato non abitano qui

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USA 2017
Rivisitazione live-action dell'omonimo classico d'animazione del 1991, racconta il fantastico viaggio di Belle, giovane donna brillante, bellissima e dallo spirito indipendente che viene fatta prigioniera dalla Bestia e costretta a vivere nel suo castello. Nonostante le proprie paure, Belle farà amicizia con la servitù incantata e imparerà a guardare oltre le orrende apparenze della Bestia, scoprendo l'anima gentile del Principe che si cela dentro di lui.
SCHEDA FILM

Regia: Bill Condon

Attori: Emma Watson - Belle, Dan Stevens - La Bestia, Luke Evans - Gaston, Kevin Kline - Maurice, Josh Gad - Le Tont, Ewan McGregor - Lumière, Stanley Tucci - Maestro Cadenza, Audra McDonald - Madame Guardaroba, Gugu Mbatha-Raw - Spolverina, Hattie Morahan - Maga, Nathan Mack - Chicco, Ian McKellen - Tockins, Emma Thompson - Mrs. Bric, Henry Garrett - Il Re, Adrian Schiller - Monsieur D'Arque, Harriet Jones - La Regina, Jimmy Johnston - Tom, Rudi Goodman - Giovane principe, Alexis Loizon - Stanley

Soggetto: Jeanne-Marie Leprince de Beaumont - fiaba, Linda Woolverton - musical e sceneggiatura del 1991

Sceneggiatura: Stephen Chbosky, Evan Spiliotopoulos

Fotografia: Tobias A. Schliessler

Musiche: Alan Menken - anche canzoni

Montaggio: Virginia Katz

Scenografia: Sarah Greenwood

Arredamento: Katie Spencer

Costumi: Jacqueline Durran

Effetti: Steve Gaub, The Third Floor

Durata: 123

Colore: C

Genere: FANTASY MUSICALE

Tratto da: fiaba omonima Jeanne-Marie Leprince de Beaumont

Produzione: MANDEVILLE FILMS, WALT DISNEY PICTURES

Distribuzione: THE WALT DISNEY COMPANY ITALIA

Data uscita: 2017-03-16

TRAILER
NOTE
- CANDIDATO ALL'OSCAR 2018 PER: MIGLIOR SCENOGRAFIA E COSTUMI. SARAH GREENWOOD, KATIE SPENCER E JACQUELINE DURRAN SONO STATE CANDIDATE ANCHE PER LA SCENOGRAFIA E I COSTUMI DI "L'ORA PIÙ BUIA" DI JOE WRIGHT.
CRITICA
"Quando la scarsità di idee originali ha spinto la Disney a mettere in cantiere le versioni delle sue celeberrime fiabe a cartoni con attori in carne e ossa, punto di partenza irrinunciabile per questa versione sono state evidentemente le canzoni di Howard Ashman (parole) e Alan Menken (musica), premiate ai tempi con un Oscar, a cui se ne sono aggiunte altre tre composte da Menken con Tim Rice. II che ha imposto agli sceneggiatori Stephen Chbosky e Evan Spiliotopoulos di seguire le stesse semplificazioni e le stesse «invenzioni» della versione del '91. Con un problema in più rispetto, per esempio, alla 'Cenerentola' di Branagh: che certi passaggi piuttosto sbrigativi del cartone avevano bisogno di essere spiegati e puntualizzati, anche a rischio di perdere il ritmo che aveva scandito con bella baldanza la precedente edizione. E così i 90 minuti della versione animata sono diventati i 123 di questa: è più lungo il prologo (...) ed è più esplicitata la deriva populistico-razzista (...). Praticamente identico, invece, il personaggio di Belle, affidato con giusta intuizione a una Ermione ormai cresciuta (Emma Watson), ma decisamente meno cupo e ferino il principe trasformato in animale (Dan Stevens). Per questo il risultato finale non convince del tutto. O meglio, convince a metà: la nuova versione funziona quando ripercorre i divertenti siparietti dei domestici del Principe anche loro sotto gli effetti dell'incantesimo iniziale, che li ha trasformati in candeliere, pendola, appendiabiti, piumino, teiera e tazzina, guardaroba, clavicembalo o stufa da cucina. Sono loro che riescono a coinvolgere lo spettatore con la loro simpatia e danno vita alla scena migliore del film, una specie di sogno fantasmagorico dove l'allestimento di una tavola diventa l'occasione per un coloratissimo pastiche alla Busby Berkeley. Ma quando si passa agli attori in carne e ossa, si sente che il peso delle convenzioni e l'ansia (censoria) del politicamente corretto finiscono per frenare l'azione: tutto diventa prevedibile nel suo bisogno di didascalicità (le coppie che si formano dopo la fine dell'incantesimo sono felicemente interrazziali e chi era acido e isterico diventa dolce e comprensivo, mentre Gaston non solo è maschilista ma anche subdolo e senza onore) e la forza immaginifica del tema si perde tra i troppi e insistiti moralismi. Lasciando nello spettatore il rimpianto per un cinema capace di liberarsi dai ceppi di un realismo troppo didascalico e che di fronte a certe storie sappia restituire il fascino dell'irreale che è proprio delle fiabe. E trasformarlo, per forza di poesia e di bellezza, in qualcosa di assolutamente «vero»." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 13 marzo 2017)

"(...) è prima di tutto un musical, immaginato ancor prima del successo soprattutto critico di 'La La Land', e, come dicono gli esperti, live action, cioè con veri attori, però anche con un uso ampio di fondali e personaggi digitali. Belle ha la figurina, il viso innocente e gli occhioni neri di Emma Watson, la ragazzina Hermione dei vari Harry Potter, la Bestia, finito il truce incantesimo, ha la virilità slavata di Dan Stevens, che era tanto carino in 'Downton Abbey' e qui è molto più sexy nel gigantismo della Bestia, zampe con unghione, faccia e corpo pelosi, magnifica criniera, sguardo lacrimoso e molto attraenti corna tra il muflone e l'antilope addax. II problema, ammesso che per questo tipo di film per miliardi di spettatori esista, è che forse non c'è femmina, anche di 2 anni, che non abbia già visto almeno in dvd il meraviglioso cartone animato, sempre della Disney, divampato 26 anni fa, nel 1991, primo film di animazione candidato all'Oscar, vincitore di due statuette, per la miglior canzone originale e la miglior colonna sonora. La nuova sontuosa versione, costata 300 milioni compresa pubblicità e merchandising (bamboline, quaderni, album per figurine) con divi, comparse ed animali veri poi tutto il resto digitale, copia il cartone animato scena per scena, personaggio per personaggio: anche gli oggetti digitalizzati (...) paiono gli stessi. Sono molto simili anche il terrorizzante castello, la foresta infestata da lupi assassini, il babbo inventore, la taverna di ubriaconi, il villaggio sgangherato, la folla che basta una parola e subito corre urlando a sterminare chi è diverso. Anche la musica e le canzoni lo sono, con qualche nuova fioritura dello stesso compositore Alan Menken. Sono gli attori protagonisti a cantare, compresa Emma Watson, mentre le voci degli oggetti sono di altri celebri attori, Emma Thompson, Ewan McGregor, Ian McKellen, Stanley Tucci. Ovviamente nella versione originale in inglese, che purtroppo ci viene negata (...). Sarà un successone, ovvio, e per questo non sarebbe necessario opprimerlo con sorprendenti filosofie di gender e approfondimenti psicologici: Belle adora i libri e legge! Belle è diversa e può amare solo i diversi! Belle è una giovane libera dai pregiudizi! La Bestia è un maschio dominante, ma l'amore lo redime! Sotto sotto c'è una metafora dell'Aids!!! Ma poi, bando alle ciance e buon divertimento." (Natalia Aspesi, 'La Repubblica', 13 marzo 2017)

"A trascinare lo spettatore sarà la storia d'amore tra la giovane Belle e la Bestia (...). Bill Condon (...) regala una rivisitazione piena di magia con protagonisti in carne e ossa che non ha nulla a che invidiare al film d'animazione del 1991. Anzi. Emma Watson e Dan Stevens sapranno conquistare il cuore dei bambini (forse più del pubblico femminile, vista la storia) (...). Abbandonati definitivamente i panni di Hermione in Harry Potter, in questo film (...) Emma Watson (...) offre un'interpretazione in linea con la leggerezza (in senso buono) del suo personaggio, confrontandosi per la prima volta anche con il canto, di cui però si potrà godere solo nella versione in lingua originale. (...) A proposito della colonna sonora, qualcuno ha storto il naso per alcune novità musicali introdotte nella versione 2017. Ma grazie a un giusto equilibrio tra recitato e canzoni, la pellicola saprà comunque affascinare anche chi è legato ai brani originali del film. I grandi che accompagneranno al cinema i piccoli, o (perché no) anche coloro che vorranno tornare a essere bambini per un paio d'ore, rimarranno poi sorpresi nel trovare attori del calibro di Ewan McGregor, StanleyTucci, Ian McKellen e Emma Thompson, anche se solo alla fine della pellicola." (Giulia Bianconi, 'Il Tempo', 14 marzo 2017)

"Cartone Disney nel '91, musical nel '94, e ora film ( sempre Disney) con attori in carne ed ossa e magnifici effetti. Fonte d'ispirazione sempre la medesima fiaba. (...) Buffo è che l'insieme risulta più leggero e meno cupo che nel cartone. Molte concessioni allo spirito del tempo. (...) Diciamo che non si sentiva la spasmodica mancanza dell'ennesima versione." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 16 marzo 2017)

"Non è la prima versione non animata della famosissima favola, ma è la prima realizzata dalla Disney e, pur non essendo una precisa copia dell'incantevole cartone musicale (...) è rimasta piuttosto fedele all'originale. Salvo che il regista Bill Condon ha provveduto a sottolineare con maggiore incisività lo spirito ribelle e poetico della protagonista Bella; e la stolta cecità della folla quando è aizzata da un impostore contro un presunto mostro. Sono piccoli tocchi di novità a un classico che resta godibilissimo." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 16 marzo 2017)

"Obiettivo sfacciato, giocare sul doppio tavolo della nostalgia e della, ehm, novità e dunque impegnare/imbrigliare grandi e piccini in una sorta di 'trova le differenze' tra animazione e incarnazione. Più sottilmente, il meccanismo, transitato dal postmoderno al post-postmoderno senza flessioni e perfino rinvigorito in epoca Millennial, è quello del simulacro, la copia di un originale mai esistito, ossia un (non) usato sicuro. Eppure, basta una memoria non troppo corta e uno spirito critico non troppo volatile per andare a vedere e, nel caso, scoprire il bluff: 'La Bella e la Bestia' sta all'originale cartoon del 1991 come il lompo al caviale. Un succedaneo, per dirla con il pesce, sebbene il costo farebbe pensare al Beluga iraniano: 160 milioni di budget, cui ne vanno aggiunti quasi altrettanti, presumibilmente 140, per il marketing e il lancio internazionale. Se negli States si fanno i conti, badando all'inflazione, per stabilire se sia il musical più costoso della storia del cinema, e parrebbe proprio di sì, il film è in ogni caso 'too big to fail', e commercialmente ha tutti i crismi del sonoro successo: già, ma perché gioirne? Regia affidata a Bill Condon, che ne sa di genere (ha scritto 'Chicago', scritto e diretto 'Dreamgirls') ed economia di scala (ha firmato la regia del munifico dittico 'Breaking Dawn' di 'Twilight'), e nel ruolo di Belle colei che, tra eredità harrypotteriane e velleità femministe, può sovrapporre persona a personaggio: Emma Watson, una carina per tutte le stagioni (dei blockbuster). Di certo meglio lei che la Bestia, affidata a CGI e Dan Stevens: battito animale carente, vis bestiale inesistente, un pupazzone senza quid. Se Luke Evans è un evanescente Gaston, Kevin Kline è Maurice, il padre di Belle, e Josh Gad Le Tont, l'amichetto di Gaston (il sotto-testo omosex è divertito e divertente), nel cast troviamo anche Ewan McGregor (il candelabro Lumière), Stanley Tucci (il clavicembalo Maestro Cadenza), Ian McKellen (l'orologio Tockins) e Emma Thompson (la teiera Mrs. Bric), eppure forse sono i lupi CGI - ricordate 'Twilight'? - a lasciare il segno. Belle le canzoni tradotte e cantate in italiano, ma non bastano a elevare il musical: il romanticismo è assente; Ian McKellen e Co. saltano fuori in carne e ossa solo nel finale, e il doppiaggio impedisce di ravvisarli prima; la nostalgia del cartoon canaglissima; il sospetto che 'La Bella e la Bestia' abbia un grande futuro alle spalle una certezza. C'era una volta la Disney, e c'è ancora sì, ma come?" (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 16 marzo 2017)

"La fine è nota come per tutte le fiabe, le varianti sono molteplici alla ricerca dell'incanto che intorno a quell'unico racconto con le sue figure «obbligate» di principi, principesse, streghe, fate e sortilegi, si può ancora trovare. Ma è la materia delle favole, archetipo ancestrale di un tempo fuori dal tempo, la trama su cui proiettare, ogni volta, qualcosa che ci riguarda. E a questo sembra tendere anche 'La Bella e la Bestia' della Disney nella versione live action con la regia di Bill Condon in cui la novità rispetto al meraviglioso cartoon del 1991 non sono solo gli attori in «carne e ossa» (...) ma soprattutto i riflessi che dal nostro presente vi si allungano sopra. (...) Rispetto a altre la favola originaria - francese, ma si parla anche di riferimenti alle 'Metamorfosi' di Ovidio - crea un personaggio femminile diverso, che non aspetta di essere «svegliato» dal cavaliere di turno e anzi è lei a liberare il principe accettando la sua diversità. Nel film regista e sceneggiatori (...) hanno trasformato l'eccentricità in una specie di manuale del polically correct: come fare la fiaba progressista. (...) Le reazioni abnormi degli integralisti tra Alabama, Russia e Malesia - dove la Disney lo ha ritirato - dimostrano che è una scelta efficace. E però in questa programmaticità fatta di pieni (come le giornate dei bimbi oggi) non c'è nemmeno un piccolo spazio bianco per immaginare. Tutto è lì, spiegato e conseguente. Ma la fiaba e il suo potere sono molto altro." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 16 marzo 2017)

"Dalla Bella di Kristen Stewart alla Belle di Emma Watson. Da 'The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 1 e 2' alla versione de 'La Bella e la Bestia' dal vivo. Il regista veterano Bill Condon continua il suo viaggio dentro il cinema per giovani al servizio di star ormai quasi trentenni (Stewart, Watson) e dopo aver diretto gli ultimi due capitoli di 'Twilight' eccolo al timone della versione live action dell'omonimo cartone animato capolavoro Disney del 1991 (...). L'autore del meraviglioso 'Demoni e Dei' (1998) si lancia in un musical scanzonato a base di omaccioni e gay. (...) Per la prima volta nella storia Disney ecco un personaggio apertamente omosessuale (nel cartoon è un servo sciocco quasi spregevole del suo padrone) interpretato con grazia dal comico Josh Gad, già geniale nel cartoon 'Frozen' (era la voce originale del pupazzo di neve Olaf). Ci voleva un regista apertamente e serenamente gay come Condon, aiutato non poco dagli sceneggiatori Spiliotopoulos e Chbosky (...), per proporre questa svolta storica dentro il cinema per famiglie. Ma non tutto è bello e rivoluzionario come Le Tont: la Bestia qui è più leziosa che spaventosa (nel cartoon è un mostro isterico e terrificante in grado di elevarsi, letteralmente e lentamente, dal basso con il passare dei minuti), così come i numeri musicali sono meno raffinati rispetto a quelli dell'animazione diretta da Trousdale e Wise nel 1991. Stupendi, anche in questo caso, gli oggetti del castello incantati (tutti realizzati al computer) perché anche loro soggetti alla maledizione del Principe (...). Il loro numero musicale 'Be Our Guest' ('Stia con noi', in edizione italiana) è ancora da urlo. Morale della favola: potevano uscirne con le ossa rotta e invece il film di Condon è gradevole oltre che storico grazie all'amore dichiarato di Le Tont per Gaston. Il cartone animato del 1991 rimane irraggiungibile così come la sagace versione in bianco e nero di Jean Cocteau del 1946. Raggiungere la bellezza di quelle due opere era impresa veramente bestiale." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 16 marzo 2017)

"Le buone idee scarseggiano da tempo in quel di Hollywood e anche la Disney si è, in parte, adeguata ripescando i suoi vecchi cartoni e riproponendoli in versione «live», ovvero con attori in carne e ossa, giocando sulla potenza della tecnologia. Questo 'La Bella e la Bestia' (...) finisce per sovrapporsi alla versione animata del '91, quella che venne gratificata con due meritati premi Oscar. Comprese le musiche di Menken e i testi di Ashman, pur con qualche variante. Qui, addirittura, in alcuni momenti, ti vengono riproposte le medesime inquadrature del film d'animazione, pur se il tutto è dilatato di (eccessivi) 32 minuti rispetto alla versione del 1991, consacrati in un prologo che spiega meglio la maledizione che ha colpito la Bestia e nel rapporto tra lo spasimante di Bella, Gaston, e il suo amico Le Tont. Insomma, nessuna sorpresa. (...) solo la presenza dei domestici del Principe, trasformati, dal famoso incantesimo iniziale, in pendole, teiere, tazzine, guardaroba, ecc., permette di dar vita a dei simpatici sketch che fanno dimenticare la ben più noiosa e moralistica parte con gli attori, tra i quali spicca Emma Watson. Scelta non casuale la sua, nei panni di Bella, visto il suo attivismo in tema di diritti. E ne 'La Bella e la Bestia', l'importanza di poter sfuggire ai ruoli preconfezionati dalla società, il valore dell'istruzione, il raffronto tra bellezza interiore e esteriore, trovano, in lei una valida ambasciatrice." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 16 marzo 2017)

"Piacerà anche agli adulti perché la Disney, una volta decisa su che strada prendere (nella fattispecie il sistematico remake con attori veri dei suoi classici cartonati) sta facendo le cose veramente sul serio. La Bella è persino meglio di Cenerentola (musiche avvolgenti, grandi bellurie visive, ottimi attori nelle macchiette di contorno)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 16 marzo 2017)