Il rosso segno della follia

ITALIA 1969
Ossessionato dalla morte violenta della madre misteriosamente uccisa quando egli era ancora un bambino, John Arrington, giovane proprietario di una casa di mode, cade frequentemente preda di improvvisi "raptus" omicidi. I suoi delitti, di cui sono vittime alcune indossatrici della sua casa di mode e la stessa sua moglie, avvengono senza che la polizia riesca a raccogliere prove sufficienti ad incriminarlo. Innamoratosi di una modella, Hélen, John cerca di evitare di incontrarsi con lei nel timore di non essere in grado di resistere a un eventuale "raptus" omicida. La giovane, che è in realtà un poliziotto, fa in modo però di restare sola in casa con lui e, quando il folle preso da un'improvvisa crisi del suo male tenta di ucciderla, riesce a far fronte ai suoi assalti fino all'arrivo degli agenti.
SCHEDA FILM

Regia: Mario Bava

Attori: Stephen Forsyth - John Harrington, Dagmar Lassander - Helen Wood, Laura Betti - Mildred Harrington, Jesús Puente - Ispettore Russell, Femi Benussi - Alice Norton, Antonia Mas - Louise, Luciano Pigozzi - Vences, Gérard Tichy - Dr. Kalleway, Verónica Llimera - Betsy, Pasquale Fortunato - Cameriere, José Ignacio Abadal - Kane, Elina De Witt, Bruno Boschetti

Soggetto: Santiago Moncada

Sceneggiatura: Santiago Moncada, Mario Musy, Mario Bava

Fotografia: Mario Bava

Musiche: Sante Romitelli

Montaggio: Soledad López

Scenografia: Giulia Mafai

Aiuto regia: Lamberto Bava - assistente

Altri titoli:

Un'accetta per la luna di miele

Un hacha para la luna de miel

Blood Brides

Hatchet for the Honeymoon

Durata: 88

Colore: C

Genere: HORROR

Specifiche tecniche: PANORAMICA, EASTMANCOLOR

Produzione: MERCURY PRODUZIONE FILM (ROMA), PAN LATINA FILMS (MADRID)

Distribuzione: MGM (1970)

NOTE
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL MARZO 2007 HA ELIMINATO IL DIVIETO AI MINORI DI 14 ANNI.
CRITICA
"... resta principalmente un film di Mario Bava, tra i suoi migliori, per la speciale dimensione che lo situa a metà strada tra il thriller classico e la raffinata storia di fantasmi, tematica narrativa particolarmente cara al regista italiano." (A. Bruschini, A. Tentori, "Profonde Tenebre", Granata Press)

"Un film dell'orrore realizzato con una certa accuratezza ma fastidiosamente sovraccarico di motivi macabri, elementi grandguignoleschi ed effetti di cattivo gusto." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 70, 1971)