Il presidente

La cordillera

3/5
Santiago Mitre dirige un thriller politico d'impatto, che spazia dalla psicoanalisi alla filosofia. In Un Certain regard a Cannes 2017

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SPAGNA 2017
Durante un vertice di Presidenti latinoamericani presso La Cordillera, in Cile, in cui si formano alleanze e strategie geopolitiche, il Presidente dell'Argentina Hernán Blanco si ritrova a vivere un dramma che potrebbe influire sulla sua situazione politica e familiare. A causa di suo genero, infatti, è implicato in un caso di corruzione. Decide quindi di far venire sua figlia Marina al summit, così da trovare protezione e guadagnare tempo per negoziare una via d'uscita, ma il summit darà anche occasione a padre e figlia di scavare nel reciproco passato...
SCHEDA FILM

Regia: Santiago Mitre

Attori: Ricardo Darín - Hernán Blanco, Dolores Fonzi - Marina Blanco, Érica Rivas - Luisa Cordero, Elena Anaya - Claudia Klein, Daniel Giménez Cacho - Sebastián Sastre, Presidente del Messico, Alfredo Castro - Desiderio García, Gerardo Romano - Castex, Leonardo Franco - Oliveira Prette, Presidente del Brasile, Paulina García, Christian Slater, Manuel Trotta

Sceneggiatura: Santiago Mitre, Mariano Llinás

Fotografia: Javier Juliá

Musiche: Alberto Iglesias

Montaggio: Nicolas Goldbart

Scenografia: Sebastián Orgambide, Micaela Saiegh

Costumi: Sonia Grande

Altri titoli:

El Presidente

The Summit

Durata: 114

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: SCOPE (1:2.39)

Produzione: KRAMER & SIGMAN FILMS, LA UNION DE LOS RIOS, MANEKI FILMS, MOD PRODUCCIONES, IN COPRODUZIONE CON ARTE FRANCE CINEMA, TELEVISIÓN FEDERAL (TELEFE), MEMENTO FILMS PRODUCTION

Distribuzione: MOVIES INSPIRED (2018)

Data uscita: 2018-10-31

TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DI : ICAA, INCAA, AIDE AUX CINÉMAS DU MONDE, CNC, INSTITUT FRANÇAIS; CON LA PARTICIPAZIONE DI : ARTE FRANCE, MOVISTAR +; IN ASSOCIAZIONE CON ALEJANDRO WEINSTEI, IRSA.

- IN CONCORSO AL 70. FESTIVAL DI CANNES (2017) NELLA SEZIONE 'UN CERTAIN REGARD'.
CRITICA
"Hernan Blanco è il presidente dell'Argentina, ed è un uomo comune. (...) Mostrato al 'Certain regard' di Cannes l'anno scorso, il film di Santiago Mitre (classe 1980) è un singolare tentativo di dramma da camera esplicitamente politico. La macchina a mano turba appena la sequela di dialoghi che definiscono personaggi e situazioni, dapprima in maniera più piana, poi rapidamente suggerendo una serie di colpi di scena. Molto è lasciato però nell'ambiguità, volutamente non spiegato, nell'intreccio che impercettibilmente assedia il protagonista, in apparenza imperturbabile. I segreti familiari diventano metafora della politica, che a sua volta si svela essere un grande gioco d'inganni, nel quale ci si trova infine faccia a faccia con una figura che è il diavolo, ossia l'emissario degli Usa interpretato da Christian Slater. C'erano gli ingredienti per un film davvero importante, e non poco in effetti rimane. I dialoghi affrontano in maniera non didascalica l'intreccio tra dilemmi etici e politici, i personaggi riescono a stare in bilico tra il teorema e la verosimiglianza, Ricardo Darin e gli altri interpreti sono perfettamente in parte. Il problema è che, per gran parte del film, mélo familiare e thriller politico non si fondono, e la regia di Mitre si mantiene illustrativa e non riesce a infondere quella suspense che la storia poteva consentire. Con un'altra regia, insomma sarebbe stato davvero un gran film. Va detto però che nei giorni scorsi, dopo le elezioni brasiliane vinte dall'estrema destra, la sua vicenda torna di non diretta, ma inquietante, attualità." (Emiliano Morreale, 'la Repubblica', 01 novembre 2018)