Ennio

- Regia:
- Soggetto: Giuseppe Tornatore
- Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore
- Fotografia: Fabio Zamarion, Giancarlo Leggeri
- Musiche: Ennio Morricone
- Montaggio: Massimo Quaglia, Annalisa Schillaci
- Suono: Gilberto Martinelli, Fabio Venturi
-
Altri titoli:
Ennio: il Maestro
Ennio: the Maestro - Durata: 150'
- Colore: C
- Genere: DOCUMENTARIO
- Produzione: GIANNI RUSSO E GABRIELE COSTA PER B PRODUZIONI SRL, IN COPRODUZIONE CON POTEMKINO, TERRAS, GAGA, BLOSSOM ISLAND
- Distribuzione: LUCKY RED IN COLLABORAZIONE CON TIMVISION (2022)
- Data uscita 17 Febbraio 2022
TRAILER
RECENSIONE
Flash. Il neodiplomato Ennio Morricone e il maestro Goffredo Petrassi che piangono insieme. Flash. Morricone che si sente “umiliato”, ovvero umiliante la musica stessa, per aver dovuto barattare quella assoluta con la sussistenza. Flash. Morricone che fa ginnastica sul tappeto di casa, ogni mattina. Flash. Morricone che conquista Elio Petri, avvince i Taviani, perde l’Arancia meccanica di Kubrick. Flash. Morricone che scrive musica come noi la lista della spesa. Flash. Ennio Morricone, di cui dopo questo bellissimo documentario l’amico e collaboratore di una vita, Giuseppe Tornatore, capirà due cose: non era consapevole della propria grandezza; l’opera omnia non verrà mai perimetrata.
L’uomo dietro l’artista, è Ennio, fuori concorso alla 78. Mostra di Venezia, di cui ha rappresentato un vertice assoluto.
In buon ordine (cronologico) e bella copia (la cura stilistica di Tornatore non la si scopre di certo oggi), mette in riga note, pensieri e talking heads – tra gli altri, Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i Taviani, Verdone, Barry Levinson, Roland Joffè, Oliver Stone, Quentin Tarantino, Bruce Springsteen, Nicola Piovani, Hans Zimmer e Pat Metheny – o, meglio, li mette nel pentagramma: è una partitura musicale il film stesso, e questa ammirevole, sorprendente e al contempo evidente qualità è il dono più grande che Peppuccio ha fatto a Ennio, consustanziando soggetto e supporto.
Si vede il musicista, sopra tutto, si vede la musica, una sinestesia cercata, alimentata e sublimata da Tornatore.
Rimane nello spettatore l’aneddotica gustosa, dalla colonna sonora di Arancia meccanica negata a Ennio da un gelosissimo Sergio Leone al Tom & Jerry sciaguratamente tirato in ballo a mo’ di exemplum da Oliver Stone, e – Tornatore confida – un punto di partenza, invero sontuoso, per gli studiosi che vorranno applicarsi oggi e domani al mondo Morricone.
La confidenza tra Ennio e Peppuccio, condensata nella lunga intervista del regista dorsale al doc, non è esclusiva, ma inclusiva: la sperimentazione, la moglie Maria, la commozione, il padre trombista, tutto si scoglie in un lessico familiare, il maestro e le sue note, le sue composizioni, le sue e nostre emozioni.
Per definire questo lavoro, torna buono The Hateful Eight, che è valso a Morricone il suo secondo Oscar nel 2016: Tarantino girò in 70mm quello che a tutti gli effetti è un dramma da camera. Tornatore con Ennio ha fatto lo stesso: ha voluto il mondo per dire di un uomo. Enciclopedico, universale, intimo: Ennio.
NOTE
- NASTRO D'ARGENTO PER IL DOCUMENTARIO DELL'ANNO (2022).
- DAVID DI DONATELLO 2022 PER: MIGLIOR DOCUMENTARIO, MIGLIOR MONTAGGIO, MIGLIOR SUONO.
CRITICA
"Una sorta di album dei ricordi pieno di istantanee che non solo immortalano le innumerevoli pietre miliari della vita di uno dei più grandi compositori mondiali di sempre, ma che conducono anche lo spettatore in un amarcord personale legato a ogni canzone, brano, colonna sonora. Un film emozionante, a tratti commovente, nostalgico nella consapevolezza della grande eredità artistica lasciata da Morricone, ma anche del fatto che Ennio non sia più tra noi a regalarci pezzi di storia musicale come ha fatto per tanti anni, fino al 2020. (...) Ciò che colpisce, guardando questo bellissimo documentario, è la capacità di Morricone di «attraversare il tempo», di resistere a cambiamenti, epoche, generi, mode, tendenze, riuscendo ogni volta a imporre la sua arte." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 17 febbraio 2022)
"Il film di Tornatore è una meditazione dall'alto e dal basso puntata sulla vita avventurosa di un grande compositore e un grande uomo. Un viaggio attraverso le intelligenze e le follie di grandi registi e grandi attori. Ed è anche il ritratto di un maestro che non ha mai avuto il problema di chiedersi se davvero fosse un maestro. Con questo film Tornatore fa autentica letteratura. E c' è una differenza tra letteratura e lettura. La lettura consiste nell' imparare a leggere. La letteratura consiste nell' imparare a commuoversi." (Ruggero Cappuccio, 'Il Mattino', 22 febbraio 2022)
"Tornatore ripercorre tutta la vita di Morricone (...) senza indulgere mai nella tentazione di forzare l' emozione, lasciando semplicemente che emerga dal racconto e, dalla consapevolezza dello spettatore, di quanto la produzione morriconiana sia intimamente intrecciata alla storia della nostra memoria collettiva. Tornatore riesce mirabilmente a rendere il ritratto di un uomo in grado di lavorare a più progetti contemporaneamente, a immergersi totalmente nella scrittura e nella realizzazione, riducendo al massimo il tempo dedicato al riposo senza perdere lucidità e creatività. E progressivamente che il film procede nel racconto, si osserva come Morricone, in fondo, inevitabilmente fuggisse il conforto del successo e la tentazione della ripetizione. Innamorato della musica, tormentato da una spinta feroce a migliorarsi sempre, studioso instancabile, è riuscito nell' impresa di diventare, probabilmente suo malgrado, un punto ineludibile dell' immaginario cinematografico di tutti i tempi; senz'altro il compositore «per musica da film» (virgolette obbligatorie) più amato e riconoscibile di sempre nonostante, e questo è un altro merito del film di Tornatore che lo evidenzia con grande chiarezza, sia anche il più sperimentale, avanzato e complesso. Le testimonianze infinite di stima per Morricone che Tornatore monta sul finale del film, sono la prova ulteriore, qualora ce ne fosse ancora bisogno, della risonanza enorme ottenuta dalla sua opera. Giuseppe Tornatore con 'Ennio' racconta un uomo, un artista, un romano, un musicista, un compositore quasi irraccontabile nella sua impensabile vastità. E lo ha fatto con il pudore di chi pur avendo avuto un accesso privilegiato, ha scelto il registro del piano e a volte persino del pianissimo (...). 'Ennio' è probabilmente uno dei più acuti ritratti documentari mai realizzati." (Giona Nazzaro, 'Il Manifesto', 24 febbraio 2022)