Dr. Plonk

Rolf de Heer sulle orme di Buster Keaton e Tati: fantascientifiche risate sul (bianco e) nero della disperazione

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AUSTRALIA 2007
Nel 1907 il dottor Plonk, insigne scienziato e famoso inventore, attraverso calcoli molto complicati, scopre che il Pianeta Terra è destinato alla distruzione e che, se non verranno immediatamente prese delle adeguate contromisure, la fine del mondo arriverà dopo 101 anni. Allarmato, lo scienziato si rivolge alle autorità ma in mano soltanto i suoi fogli fitti di calcoli e non ha prove di alcun genere. Così il dottor Plonk costruisce una sofisticata macchina del tempo pronta a viaggiare nel futuro. La cavia perfetta sarà il suo fedele assistente Paulus. Dopo qualche piccolo errore di calcolo e qualche incidente, finalmente la navetta parte con destinazione 2007. I calcoli dello scienziato sono esatti, ma ora bisogna convincere le autorità ad affrontare il viaggio nel tempo per vedere quanto si è trasformato il mondo. Solo l'incontro del Primo Ministro con il suo pari del futuro potrà cambiare il destino del mondo...
SCHEDA FILM

Regia: Rolf de Heer

Attori: Nigel Lunghi - Dr. Plonk, Paul Blackwell - Paulus, Magda Szubanski - La signora Plonk, Wayne Anthoney - Stalk, il Primo Ministro, Mike Rann - Il Primo Ministro Short, Quentin Kenihan - Uomo sul tram

Soggetto: Rolf de Heer

Sceneggiatura: Rolf de Heer

Fotografia: Judd Overton

Musiche: Graham Tardif

Montaggio: Tania Nehme

Scenografia: Beverly Freeman

Arredamento: Phillip 'Sunday' Hopkins

Effetti: Jon Armstrong

Altri titoli:

Doctor Plonk

Dott. Plonk

Durata: 84

Colore: B/N

Genere: FANTASCIENZA COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM, 1:1.33 (4:3)

Produzione: ROLF DE HEER, JULIE RYAN PER FILM FINANCE CORPORATION AUSTRALIA, IN ASSOCIAZIONE CON FANDANGO, SOUTH AUSTRALIAN FILM CORPORATION, ADELAIDE FILM FESTIVAL & PALACE FILMS

Distribuzione: FANDANGO (2008)

Data uscita: 2008-07-04

NOTE
- PRESENTATO ALLA II^ EDIZIONE DI 'CINEMA. FESTA INTERNAZIONALE DI ROMA' (2007) NELLA SEZIONE 'EXTRA'.
CRITICA
"'Dr. Plonk' è un film che in realtà sarebbe perfetto alle Giornate del muto di Pordenone. Perché è, appunto, un film muto. Non nel senso che non ci sono dialoghi: 'Dr. Plonk' è in bianco e nero, con le didascalie, un accompagnamento musicale molto anni 20 e uno stile che riproduce le comiche di Harold Lloyd e Buster Keaton. Ma se chiedete a de Heer perché ha girato così, risponde: 'Avevo in frigorifero un po' di pellicola scaduta e non volevo buttarla'. In realtà è un film, sotto l'apparenza leggera, molto serio. (...) A noi è sembrata una commedia molto 'nera', ma quando gliel'abbiamo detto Rolf ha risposto: 'Semmai una commedia in bianco e nero.' Si, è simpatico questo de Heer." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 22 ottobre 2007)

"L'idea di fondo è anche piuttosto divertente, solo che all'epoca le comiche duravano solo qualche rullo, qui invece siamo di fronte alla proposta di un film dalla durata canonica. E sarà perché ormai ci siamo abituati a ritmi accelerati e al cinema fracassone le avventure del Dr. Plonk alla fine rischiano di produrre assuefazione, la risata si smorza e il giochino rischia di rompersi. Su un piano diverso, con intenti drammatici, anche Kaurismaki aveva provato un'operazione analoga con 'Juha' e pur essendo un genio non era riuscito nell'impresa. De Heer ha un suo talento, ma non può essere considerato un genio ." (Antonello Catacchio,
'Liberazione', 4 luglio 2008)

"Lo stravagante regista australiano Rolf De Heer, già da tempo adottato dal produttore italiano Domenico Procacci, ci consegna questa volta uno scatenato divertissement, un finto film muto delle origini regolarmente guarnito di trucchi, inseguimenti e cascatoni d'epoca. (...) Apparentemente l'estremo artificio è destinato al gusto di un pubblico di ultranicchia. Chissà che invece il gioco non appassioni i più giovani ribaltando la previsione." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 4 luglio 2008)

"Ad una comicità fisica di calci nel sedere, buffi incidenti, accelerazioni, inseguimenti, De Heer ha adattato personaggi caricaturali, con tanto di cerone e smorfie espressioniste, per un misto infantile e stupefatto di gag e magia. In un ingegnoso, gioioso e godibile tributo al bianco e nero muto, con cartelli di didascalie e un accompagnamento musicale che segue l'azione, si interrompe, segna il ritmo o mima i passi degli attori, le uniche attualizzazioni sono tutte socio-politiche: il dr. Plonk incontra un primo ministro australiano che gioca al solitario al computer, corpi speciali, ma soprattutto - ahinoi - famiglie ipnotizzate davanti alla televisione." (Federico Raponi, 'Liberazione', 4 luglio 2008)

"A volte ingenuamente divertente, a volte inutilmente ripetitivo, il film di De Heer recupera attraverso lo svolgimento della trama il senso della scommessa tecnologica che sta alla sua origine. Come il mondo del 2008 appare ai viaggiatori nel tempo disumano e violento, gratuitamente opprimente e in fonti antilibertario, così la tecnica cinematografica e narrativa messa in campo vuole rivendicare una libertà di idee e di progetti che oggi sembrano definitivamente tramontato. Salvo poi accorgersi che non tutto funziona e che nemmeno con le migliori intenzioni si riesce a togliere questa operazione, così come a quella di Kaurismaki, il sapore di una scommessa interessante ma impossibile da vincere." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 4 luglio 2008)