Dove siete? Io sono qui

ITALIA 1993
Una storia d'amore fra due ragazzi non udenti che nasce in mezzo alle ostilità e all'indifferenza di molti. Fausto è di famiglia benestante e ha una madre che lo obbliga a dimenticare il suo handicap, forzandolo a comportarsi da "normale". Elena, figlia di operai, ha dovuto abbandonare il liceo poichè la scuola non le forniva insegnanti specializzati e non riusciva a capire le lezioni. S'incontrano e trovano insieme la forza di reagire: Fausto all'ipocrisia che gli impedisce di riconoscersi per quello che è, Elena alla sfiducia e alle barriere d'ogni tipo che la ostacolano nel suo desiderio di studiare e di raggiungere mete consentite agli altri. L'esame di maturità di Elena, che Fausto ha convinto a tornare a scuola, è il banco di prova dei loro sentimenti e della scommessa di vita che hanno intrapreso.
SCHEDA FILM

Regia: Liliana Cavani

Attori: Chiara Caselli - Elena, Gaetano Carotenuto - Fausto, Anna Bonaiuto - La madre di Fausto, Caterina Costantini - Padrona Pizzeria, Giuseppe Perruccio - Padre Fausto, Marzio Onorato - Prof. Storia, Ines Nobili - Maria, Pino Micol - Direttore Banca, Maria Inversi - Marcella, Carla Cassola - Prof. Martini, Doriana Chierici - Madre Elena, Stefano Abbati - Antiquario, Sebastiano Lo Monaco - Prof. Pini, Paola Mannoni - Preside, Diego Ribon, Lucio Zagaria - Marco, Valeria D'Obici - La zia di Fausto, Ko Murobushi - Se Stesso, Paco Reconti - Ugo

Soggetto: Italo Moscati, Liliana Cavani

Sceneggiatura: Liliana Cavani, Italo Moscati

Fotografia: Armando Nannuzzi

Musiche: Pino Donaggio

Montaggio: Angelo Nicolini

Scenografia: Luciano Ricceri

Costumi: Alberto Verso

Altri titoli:

Where are you? I'm Here

Durata: 107

Colore: C

Genere: SENTIMENTALE DRAMMATICO

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Produzione: GIOVANNI BERTOLUCCI PER SAN FRANCISCO FILM

Distribuzione: I.I.F. - SKORPION ENTERTAINMENT

CRITICA
"Dove siete? Io sono qui" toccando la natura più interiore dei ragazzi protagonisti, alterna ai momenti toccanti altri estemporanei - come le apparizioni di un "guru" orientale rappresentate in suono - nello stile un po' ieratico tipico della regista di "Il portiere di notte". (Il Giornale, Alfio Cantelli, 28/09/93)

Saranno i personaggi secondari, quasi sempre improbabili o di servizio; saranno certi buchi di sceneggiatura (come la fidanzata ufficiale che scompare nel nulla); saranno quei flashback insistiti sull'infanzia del protagonista, o l'incapacità di trovare una figura poetica funzionante (il danzatore Butoh) senza logorarla nell'uso. Ma il film della Cavani, troppo simbolico per riuscire realistico, troppo poco realistico per essere davvero simbolico, resta purtroppo un'occasione mancata: importante finchè testimonia la voglia ritrovata di interrogare la realtà, deludente per il linguaggio che propone. (Il Messaggero, Fabio Ferzetti, 03/10/93)