Dolor y Gloria

4/5
Il film "testamento" di Pedro Almodóvar, in cui Antonio Banderas regala una prova da Palma. In Concorso a Cannes 2019

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SPAGNA 2019
Un racconto di una serie di ricongiungimenti di Salvador Mallo, un regista cinematografico oramai sul viale del tramonto. Alcuni sono fisici, altri ricordati: la sua infanzia negli anni '60 quando emigrò con i suoi genitori a Paterna, un comune situato nella provincia di Valencia, in cerca di fortuna; il primo desiderio; il suo primo amore da adulto nella Madrid degli anni '80; il dolore della rottura di questo amore quando era ancora vivo e palpitante; la scrittura come unica terapia per dimenticare l'indimenticabile; la precoce scoperta del cinema ed il senso del vuoto, l'incommensurabile vuoto causato dall'impossibilità di continuare a girare film. Dolor y Gloria parla della creazione artistica, della difficoltà di separarla dalla propria vita e dalle passioni che le danno significato e speranza. Nel recupero del suo passato, Salvador sente l'urgente necessità di narrarlo, e in quel bisogno, trova anche la sua salvezza.
SCHEDA FILM

Regia: Pedro Almodóvar

Attori: Penélope Cruz - Jacinta, Antonio Banderas - Salvador Mallo, Asier Etxeandía - Alberto Crespo, Cecilia Roth - Zulema, Leonardo Sbaraglia - Federico, Nora Navas - Mercede, Raúl Arévalo - Padre, Julieta Serrano - Madre, Eva Martin - Radióloga, Susi Sánchez - Beata, Pedro Casablanc - Dr. Galindo, César Vicente - Albañil, Julián López, Agustín Almodóvar, Alba García, Esther García, Mina - Se stessa (filmato d'archivio, Marilyn Monroe - Rose Loomis (filmato d'archivio) (non accreditata, Warren Beatty - Bud Stamper (filmato d'archivio) (non accreditato, Natalie Wood - Wilma Dean Loomis (filmati d'archivio) (non accreditata

Soggetto: Pedro Almodóvar

Sceneggiatura: Pedro Almodóvar

Fotografia: José Luis Alcaine

Musiche: Alberto Iglesias

Montaggio: Teresa Font

Scenografia: Antxón Gómez

Arredamento: José Luis Saldaña, Vicent Díaz, Francisco Bassi

Costumi: Paola Torres

Effetti: El Ranchito

Suono: Pelayo Gutiérrez - montaggio, Marc Orts - mixer

Altri titoli:

Pain & Glory

Durata: 113

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: ARRI ALEXA SXT

Produzione: AGUSTÍN ALMODÓVAR, ESTHER GARCÍA PER EL DESEO

Distribuzione: WARNER BROS

Data uscita: 2019-05-17

TRAILER
NOTE
- PRODUTTORE ESECUTIVO: ESTHER GARCÍA.

- VIOLINISTA SOLISTA: THOMAS BOWES.

- PREMIO PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE MASCHILE (ANTONIO BANDERAS) AL 72. FESTIVAL DI CANNES (2019).

- EFA 2019 PER: MIGLIOR ATTORE (ANTONIO BANDERAS), MIGLIOR SCENOGRAFIA. ERA CANDIDATO ANCHE PER: MIGLIOR FILM, MIGLIOR REGISTA, MIGLIOR SCENEGGIATURA, PREMIO DEL PUBBLICO.

- CANDIDATO GOLDEN GLOBE 2020 PER: MIGLIOR FILM STRANIERO, MIGLIOR ATTORE (ANTONIO BANDERAS).
CRITICA
"Piacerà ai fan di Almodovar perché don Pedro non ha perso la mano, anche se ha rinunciato alle sue corde migliori (quelle del melodramma pruriginoso) per rifare il verso a Fellini. Qui il meglio lo dà nelle scena del monologo in teatro. Per il resto è il ritratto di una vecchia checca malinconica. Chi si vuole identificare si accomodi." (Giorgio Carbone, 'Libero', 17 maggio 2019)

"(...) A dargli valore, verità e vita agra è Antonio Banderas, alla sua prova migliore: sofferto e dignitoso, prostrato ma non domo, dà a Salvador licenza di toccarci dentro, di muoverci a comprensione e compassione. È il profeta rinnovato di un Dio del cinema ritrovato: 'Dolor y gloria' ci riconsegna Pedro Almodóvar ai suoi massimi, perfino al vertice della carriera (...)" (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 17 maggio 2019)

"(...) è il personale 8½ di Pedro Almodóvar (...) 'Dolor y Gloria' ha poco del cinema almodóvariano, quello dove l'umorismo ha sempre avuto un ruolo fondamentale. (...) Qui, sembra che questo percorso autobiografico diventi un po' fine a se stesso, più dolore che gloria, peccando, in alcuni momenti, di eccesso di verbosità, come nelle inquadrature dove il regista spiega i suoi film. Però, l'entrata in scena di un amore del passato di Salvador, che crea impaccio in chi, pur ormai maturo, esita nei gesti e nei sentimenti, fa riabbracciare l'Almodóvar, fino ad allora con il freno a mano tirato, capace, come pochi, di emozionare. Come capita a Mallo che, scovato un vecchio acquerello che lo ritrae, ritrova l'ispirazione perduta, saldando la linea, artistica ed esistenziale, del suo passato, presente e futuro." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 17 maggio 2019)