Divisione Folgore

ITALIA 1954
Durante la seconda guerra mondiale una schiera di giovani paracadutisti della Divisione Folgore dopo esser stata sottoposta in Italia ad un lungo addestramento viene trasportata per via aerea nel deserto libico. I giovani soldati credevano che la loro mèta fosse l'isola di Malta o la zona d'Alessandria: si trovano invece sbalestrati in una regione desertica dove sono costretti a vivere in buche scavate nella sabbia e ad affrontare con mezzi insufficienti i munitissimi reparti corazzati inglesi. Si sviluppa così quell'epica lotta, che prende il nome di battaglia di El-Alamein, in cui un pugno di eroici combattenti cerca con ogni sforzo di arrestare o almeno di ritardare l'avanzata dei carri armati del generale Montgomery. La lotta, che è stata tutto un susseguirsi di atti mirabili d'eroismo, che ha visto uomini inermi aggrapparsi ai mostri d'acciaio per appendervi ordigni micidiali, finisce fatalmente con l'annientamento dell'eroica schiera.
SCHEDA FILM

Regia: Duilio Coletti

Attori: Terence Hill - Paracadutista, Aldo Bufi Landi - Frate Gabriele, Carlo Bellini, Carlo Tamberlani, Daniela Vicario, Rosita Pisano, Beatrice Mancini, Renato Tontini - Mario Giovanetti, Fernando Cecero, Marco Guglielmi - Tenente Corsini, José Jaspe - Salvi, Fausto Tozzi - Il Sergente, Lea Padovani - Moglie di Salvi, Ettore Manni - Il Capitano, Fabrizio Mioni - Gianluigi Corsini, Monica Clay - Moglie del Capitano

Soggetto: Umberto Bruzzese

Sceneggiatura: Aldo Barni, Nino Mancini, Ennio De Concini, Elo Pannacciò, Marcantonio Bragadin, Duilio Coletti, Oreste Biancoli, Alfonso Vicario, Marcello Giannini

Fotografia: Luciano Trasatti

Musiche: Nino Rota

Scenografia: Franco Lolli

Durata: 104

Genere: GUERRA

Produzione: ESEDRA CCI

Distribuzione: CEI INCOM

NOTE
- TERENCE HILL E' ACCREDITATO CON IL SUO VERO NOME: MARIO GIROTTI.

- LO SCENEGGIATORE ELO PANNACCIO' E' ACCREDITATO COME ANGELO PANNACCIO'.
CRITICA
"(...) Coletti, insomma, avrebbe dovuto metterci nella condizione di provare nel suo film una ricostruzione meno favolosa e più realistica di quella pagina di storia patria: avrebbe dovuto porre lo spettatore nella condizione di poter esprimere un giudizio sui fatti che vede e su ciò che sta dietro quei fatti. Senza di che, il film, anche se fosse stato fatto meglio di come è fatto, non è altro che un film d'avventura come i tanti che ci giungono dal Hollywood". (Anonimo, "Cinema Nuovo", n. 54 del 10/3/1955).