Box of Moon Light

USA 1996
Al Fountain è un ingegnere elettrico - con un carattere disciplinato e ordinato con la famiglia e al lavoro - che dirige un cantiere lontano da casa. Quando il cantiere fallisce, Al ne approfitta per prendere a nolo una macchina e mettersi in viaggio per qualche giorno senza meta. Un giorno si imbatte in Kid, un giovane sbandato che veste come Davy Crockett e vive in maniera precaria e occasionale. La convivenza con il vagabondo - provocata anche dalla rottura della macchina - fa si che Al cominci a vedere il mondo con occhi diversi e in modo meno schematico e prevedibile. Quando torna a casa Al non è più quello di prima.
SCHEDA FILM

Regia: Tom DiCillo

Attori: John Turturro - Al Fountain, Sam Rockwell - Kid, Catherine Keener - Floatie Dupre, Lisa Blount - Purlene Dupre, Annie Corley - Deb Fountain, Rica Martens, Mike Stanley, Alexander Goodwin - Bobby Fountain, Dermot Mulroney - Wick, Ray Aranha, Robert Wightman, James Richardson, Eugene Wolf, Stephen Du Pree

Soggetto: Tom DiCillo

Sceneggiatura: Tom DiCillo

Fotografia: Paul Ryan

Musiche: Jim Farmer

Montaggio: Camilla Toniolo

Scenografia: Thérèse DePrez

Arredamento: Nick Evans (II)

Costumi: Ellen Lutter

Effetti: Mike Weesner

Aiuto regia: Jim LaClair

Durata: 107

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Produzione: MARCUS VISCIDI, THOMAS A. BLISS

Distribuzione: CECCHI GORI DISTRIBUZIONE 1997 - CECCHI GORI HOME VIDEO

NOTE
- ART DIRECTOR: STEVE BRENNAN.

- IN CONCORSO ALLA MOSTRA DI VENEZIA 1996.

- REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1997.
CRITICA
"Pur non essendo il miglior lavoro di Tom Di Cillo, il film, che fu presentato in concorso a Venezia '96, contiene (strabordando qua e là) la creatività surreale, naïf e gentile del regista di 'Johnny Suede' e di 'Si gira a Manhattan', ben introiettata dall'interpretazione come sempre sentita, di John Turturro". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 29 settembre 1997)

"Una scatola di chiaro di luna sarebbe la traduzione letterale del titolo "Box of Moonlight": diretto dal quarantaquattrenne Tom DiCillo, è il tipico film americano indipendente, sensibile un poco dolciastro, girato e recitato bene, con bei paesaggi e qualche momento divertente con l'esaltazione dell'amicizia virile e l'apologia della Natura a contrasto con l'alienazione del lavoro urbano". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 13 settembre 1997)