Big Wedding

The Big Wedding

3/5
USA 2013
Una splendida famiglia moderna cerca di sopravvivere a una festa di nozze che potrebbe rivelarsi una vero fiasco. Per la gioia dei loro figli e amici, Don ed Ellie Griffin, divorziati da tempo ormai, devono infatti far finta di essere una coppia felice. Con gli occhi degli invitati puntati addosso, i Griffin dovranno fare i conti con il loro passato, il presente e il futuro senza rischiare di uccidersi a vicenda...
SCHEDA FILM

Regia: Justin Zackham

Attori: Robert De Niro - Don, Katherine Heigl - Lyla, Diane Keaton - Ellie, Amanda Seyfried - Missy, Topher Grace - Jared, Susan Sarandon - Bebe, Robin Williams - Padre Moinighan, Ben Barnes - Alejandro, Christine Ebersole - Muffin, David Rasche - Barry, Patricia Rae - Madonna, Ana Ayora - Nuria, Kyle Bornheimer - Andrew, Megan Ketch - Jane, Christa Campbell - Kim, Quincy Dunn-Baker - Kevin

Soggetto: Karine Sudan - sceneggiatura del 2006, Jean-Stéphane Bron - sceneggiatura del 2006

Sceneggiatura: Justin Zackham

Fotografia: Jonathan Brown

Musiche: Nathan Barr

Montaggio: Jonathan Corn

Scenografia: Andrew Jackness

Arredamento: David Schlesinger

Costumi: Aude Bronson-Howard

Effetti: Worldwide FX

Durata: 89

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: ARRI ALEXA, ARRIRAW (2.8K)/(2K), 35 MM/D-CINEMA (1:2.35)

Produzione: CLAY PECORIN, HARRY J. UFLAND, JUSTIN ZACKHAM, RICHARD SALVATORE, ANTHONY KATAGAS PER TWO TON FILMS, MILLENNIUM FILMS

Distribuzione: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY

Data uscita: 2014-06-26

TRAILER
NOTE
- REMAKE DEL FILM "MON FRÈRE SE MARIE" (2006) DI JEAN-STÉPHANE BRON E KARINE SUDAN.
CRITICA
"Bisognava mettersi d'impegno per rovinare un cast spiritoso con l'ormai poco oculato De Niro, Diane Keaton, la Sarandon e Robin Williams in versione talare. Ebbene lo sceneggiatore e regista Justin Zackman è riuscito nella ardua impresa e con 'Big Wedding' ha mandato a fondo una troupe di attori che per anni ha rappresentato la miglior Hollywood democratica, e ha affondato con questa pochade pre nuziale un genere speciale della commedia americana, quella matrimoniale. A questo punto è inutile chiedere a Cukor ('Scandalo a Filadelfia') o a Minnelli ('Il padre della sposa') di battere un colpo, perché non ci sono e non c'è più lo spirito dei dialoghi, l'osservazione del particolare, l'annotazione psicologica, la battuta irriverente ma spiritosa e alla fine quella comunanza dei fattori umani per cui siamo tutti invitati. (...) è il solito rimbalzo di ripicche e gelosie, unioni che tornano d'attualità, finzioni per una banale saga di amici e parenti incrociati che risente della pessima influenza che sul genere ha lasciato la collana del 'Ti presento i tuoi, i miei e gli altri'. I rinomati divi che popolano la bella casa con ricco giardino, fanno parte di un campionario middle class su cui il film non esercita alcuna funzione critica se non ai minimi termini di pochade, per cui gli attori stessi giocano al ribasso, stanno dentro al cliché e l'unica che salva il salvabile è Katherine Heigl. Per il resto i soliti gossip tra madre e figlia, sorelle sterili, fratelli pudichi, il tutto con un'economia di mezzi intellettuali e un rispetto verso l'omologazione di usi e costumi cinematografici che fanno paura: un campionario di stereotipi senza interesse né tensione, con vocine fintamente squillanti." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 26 giugno 2014)

"Remake della commedia francese 'Mon frère se marie', 'Big Wedding' è l'ennesimo esempio di 'wedding movie' strutturato su una serie continua di equivoci, che fanno sorridere raramente causa l'accumulo di luoghi comuni sul matrimonio, la famiglia, la religione, le convenzioni sociali e quant'altro. Ne risulta una specie di vaudeville di grana piuttosto grossa che dovrebbe attirare pubblico grazie a un piccolo esercito di star di vecchia (Robert De Niro, Diane Keaton, Susan Sarandon, Robin Williams) e nuova (Amanda Seyfried) generazione. Peccato che il cast esageri producendosi in smorfie e gigioneggiamenti - alla lunga - fastidiosi." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 26 giugno 2014)

"Pur se alcune battute del prete Robin Williams non sono male, il film scade per lo più in farsa pecoreccia e non sapremmo dire se la presenza dei divi maggiori migliora o peggiora la cosa; di sicuro c'è che gli attori giovani non arrivano a esistere." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 26 giugno 2014)

"Piacerà a una buona fetta del pubblico domenicale. Impossibile che non piaccia. Impossibile che un regista fallisca il bersaglio, quando ha a disposizione De Niro e la Keaton, Susan Sarandon e Robin Williams, Amanda Seyfried e Katherine Heigl (la migliore del mazzo? Probabilmente la Heigl che riesce a farsi largo nel gruppo di big pur avendo un personaggio che nelle farse a teatro rifilano sempre alle terze donne). Commedia tutta giostrata sugli effetti farseschi, sui tempi comici, sulle entrate in scena sbagliate. Zackman non aveva che da fotocopiare lo scenario francese e poi lasciare le briglie lunghe al suo cast di tutte stelle. Il regista invece ha voluto caricare i significati, fare un commedione come una volta faceva Robert Altman, raccontare, sotto veste faceta, le nevrosi dell'America. Insomma ha rischiato il guazzabuglio. Dal quale fortunatamente l'hanno salvato i suoi big. I quali consapevoli di non stare recitando in un'opera candidata all'Oscar, hanno deciso, ognuno per proprio conto, di fare il solito «numero». E siccome il pubblico ha imparato ad amare Robert, Diane, Susan e Robin proprio per quei numeri, non potrà evitare di mandar su anche questa volta l'indice di gradimento." (Giorgio Carbone, 'Libero', 26 giugno 2014)

"Che strazio. Oltretutto visto mille volte. (...) Una farsaccia sgangherata e sguaiata, dove il clown De Niro si prende una vomitata sulla giacca e due pugni sul grugno. Ben gli sta." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 26 giugno 2014)

"Una farsa che suona falsa come poche questo remake del successo franco-svizzero 'Mon frère se marie' (2006). (...) De Niro scultore con chioma fluente (come in 'Cose nostre - Malavita') e Keaton avvocato disinibito sono bravi ma la sceneggiatura è spesso triviale (...) e contraddittoria (la vera madre non è mai severa né sospettosa; in originale veniva dal Vietnam). Peccato perché il cast di contorno (una bellissima Susan Sarandon più Robin Williams prete bonario) è anch'esso una corazzata che spara a salve. Flop negli Usa. Alleviato dal basso budget: 'solo' 35 milioni di dollari." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 27 giugno 2014)