Aquarius

3.5/5
Una donna indomita contro la speculazione edilizia: dal Brasile, Kleber Mendonça Filho e una grande Sonia Braga

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BRASILE 2016
Clara è una vedova di 65 anni, critico musicale in pensione, nata in una famiglia facoltosa a Recife, in Brasile. Lei è l'ultima residente dell'Acquario, un originale edificio a due piani costruito nel 1940 nella benestante Avenida Boa Viagem. Tutti gli appartamenti intorno sono stati acquisiti da una società che vuole realizzare un nuovo progetto edilizio, ma Clara ha deciso di restare nella propria abitazione fino alla fine della sua vita. Inizia così una guerra fredda con la società, un confronto spaventoso e snervante che destabilizza la donna e la sua routine quotidiana, facendo emergere pensieri sui suoi cari, sul suo passato e sul suo futuro.
SCHEDA FILM

Regia: Kleber Mendonça Filho

Attori: Sonia Braga - Clara, Maeve Jinkings - Ana Paula, Irandhir Santos - Roberval, Humberto Carrão - Diego, Zoraide Coleto - Ladjane, Fernando Teixeira - Geraldo, Buda Lira - Antonio, Paula De Renor - Fátima, Bárbara Colen - Clara nel 1980, Daniel Porpino - Adalberto e Rodrigo, Pedro Queiroz - Tomás, Carla Ribas - Cleide, Germano Melo - Martin, Julia Bernat - Julia, Thaia Perez - Zia Lucia nel 1980, Arly Arnaud - Letícia, Leo Wainer - Alexandre, Lula Terra - Ronaldo, Allan Souza Lima - Paulo, Valdeci Junior - Josimar, Rubens Santos - Rivanildo

Sceneggiatura: Kleber Mendonça Filho

Fotografia: Pedro Sotero, Fabricio Tadeu

Montaggio: Eduardo Serrano

Scenografia: Juliano Dornelles, Thales Junqueira

Costumi: Rita Azevedo Gomes

Durata: 140

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: (1:2.39)

Produzione: CINEMASCÓPIO PRODUÇÕES, SBS PRODUCTIONS, GLOBO FILMES

Distribuzione: TEODORA FILM

Data uscita: 2016-12-15

TRAILER
NOTE
- COPRODUTTORE: WALTER SALLES.

- IN CONCORSO AL 69. FESTIVAL DI CANNES (2016).
CRITICA
"Nella costante e globale penuria di parti e storie femminili anziane, una preziosa sorpresa: il brasiliano 'Aquarius', diretto dall'ex critico cinematografico Kleber Mendonça Filho e interpretato da Sonia Braga (...). Due ore e mezza appassionate, splendida colonna sonora, 'tranche de vie' senza sconti nel Brasile qui e ora, un 'one woman show' che non si dimentica: le donne, le migliori, si immedesimeranno, gli uomini si sostituirebbero volentieri, e a gratis, al gigolo della finzione, i cinefili tutti non mancheranno di plaudire, perché in quell''Aquarius' sguazza la vita vera. Esemplare, empatico e speranzoso: tra le cose migliori sotto l'albero cinematografico, non perdetelo." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 29 dicembre 2016)

"(...) un film così profondamente ancorato alla realtà contemporanea, e non solo a quella brasiliana, che è difficile separarlo dal corpo della sua protagonista, una sconvolgente e a suo modo davvero regale Sonia Braga. (...) un grande romanzo in cui molti, speriamo, si riconosceranno. Anche se non hanno mai messo piede in Brasile." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 dicembre 2016)

"(...) 'Aquarius' è opera «fuoriclasse» connessa al proprio tempo e insieme antagonista nel modo di affrontarne le discrepanze e le tensioni reinventando una narrazione politica vitale e appassionata. Nella storia della protagonista, e nella sua tenace e solitaria resistenza contro i soprusi di corruzione e neoliberismo, si possono rintracciare le vicende legate all'attualità del Brasile (...), e forse si tratta di qualcosa in più che una «coincidenza» (...). Esprime cioè la natura di un cinema capace di guardare dentro ai dettagli, di precedere nelle sue intuizioni la realtà. (...) La scrittura del film (...) spiazza radicalmente la semplificazione sociologica mettendo al centro le esperienze della protagonista e la sua fisicità, un corpo sentimentale che il regista filma con amore, e la sua lotta diviene anche una sfida allo stereotipo femminile dell'età. (...) la metafora, fin troppo limpida, si sorprende nella sua attuazione, sfugge alla drammaturga, prende direzioni inattese che respirano del tempo e dell'andamento della vita, dei suoi languori e delle sue rotture improvvise. E nell'alternanza tra dettagli intimi e macrocosmo, il «dentro» e il «fuori» compongono la scintilla di un immaginario che riesce ancora a reinventare il mondo." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 15 dicembre 2016)

"Sonia Braga, bella e sensuale, classe '52, eroina di soap e romanzi di Amado, torna indomita in questo mélo intriso di bossa nova e saudade. (...) Sonia-Clara (identificazione obbligata dalla magnetica presenza dell'attrice) tiene alle radici: la memoria è la coesione del presente nel secondo avvolgente film di Kleber Mendonça Filho, innamorato di questa donna splendente che mostra le cicatrici morali e materiali, mantenendo la dichiarazione d'indipendenza. Un bellissimo personaggio nel cui volto scorre anche la cartina assolata del Brasile, tanta musica da capodanno ma anche gli artigli sempre pronti a strisciare sui refrain dei 33 giri. Due Brasili, quello del fruscio del mare e del samba e quello del business che finisce in una metafora horror. Ma tutto dominato dall'ex Dona Flor, principessa a piedi nudi che nei long playing sente riflesso il piacere di circumnavigare i sentimenti a 360 gradi, amando e insultando ex aequo gli uomini." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 15 dicembre 2016)

"Il prologo di «Aquarius» (...) è uno dei più folgoranti pezzi di cinema visti di recente. Con un taglio di studiata nonchalance, lo stesso che caratterizzerà anche il prosieguo del film, purtroppo non del tutto all'altezza, si materializzano corpi, atteggiamenti, dialoghi e ricordi di un party familiare della borghesia intellettuale di Recife. (...) La sensuale atmosfera sembra potere durare per sempre sulle note di «Todo menina baiana» di Gilberto Gil, ma un'ellissi in forma di dissolvenza incrociata introduce il richiamo alle impietose leggi del tempo, consentendo a Sonia Braga di giganteggiare sullo schermo e caricarsi sulle spalle la parabola di una fascinosa 66enne ormai rimasta sola nello spettacolare appartamento, eppure capace di reagire con rabbia alle losche mire della speculazione immobiliare. Il film fatica un po' troppo a svincolarsi dalla prevedibilità dell'apologo che dalla malinconia a ritmo di bossa nova sfocia nella rivolta contro il cinismo consumistico; recuperando però terreno nelle digressioni in cui torna a percepirsi il battito di un prepotente senso di libertà al femminile: i battibecchi con i figli, tenerezza per il nipotino o il ricorso ai gigolo per godere ancora del sesso." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 15 dicembre 2016)

"L'attrazione è Sonia Braga, icona sexy anni Settanta, che torna alla risonanza internazionale (in concorso all'ultimo festival di Cannes dove avrebbe meritato il riconoscimento come miglior attrice) con un riuscitissimo personaggio tagliato sulla sua età, sui suoi 66 anni di oggi. (...) Memoria, resistenza, dignità, consapevolezza di sé sono i valori espressi con mano ferma da questo bellissimo film." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 15 dicembre 2016)

"Calda e insieme distaccata la regia infallibile di questo 50enne, già celebrato al secondo lungometraggio, sta in due elementi: Sonia Braga, il volto della cultura cinematografica brasiliana (bravissima) e la luce equatoriale della baia. Aggiungiamo la posizione morale della cinepresa, alla giusta distanza tra il delitto di libertà, la nostalgia, l'arroganza del potere." ('Nazione-Carlino-Giorno', 15 dicembre 2016)

"In pratica, due ore e venti di interminabili beghe condominiali, interrotte da rari sussulti. Però, la Braga è brava, anche se sprecata." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 15 dicembre 2016)

"L'ambizione è chiara: raccontare lo scontro tra un Brasile che non vuole rinunciare alle proprie radici e alle proprie tradizioni (...) e un Brasile che invece si è fatto affascinare dalla logica del guadagno ed è disposto a passare sopra le persone e la loro dignità. Ma lo racconta con troppe divagazioni e con un ritratto monocorde della protagonista." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 18 maggio 2016)

"(...) 35 anni di storia materiale e morale del Brasile rievocati attraverso la battaglia solitaria di una giornalista e critica musicale in pensione (una sublime Sonia Braga) (...). Il tutto schivando ideologie e moralismi per concentrarsi sui piaceri, dall'eros alla musica (anche se il personaggio ha subito una devastante mastectomia che il film non nasconde). (...) Un gran bel film, che (...) attacca le degenerazioni dell'economia sul piano del gusto e della qualità della vita." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 18 maggio 2016)

"(...) film non sempre controllato, ma coerente nell'idea di fare della protagonista una sorta di «macchina del tempo», in grado di registrare la pochezza della società attuale alla luce dei trascorsi di una vita ben spesa. Tutto il racconto è imbastito sul fluire di coscienza di Clara (...). Un'intensa Sonia Braga assume con autorevolezza il personaggio; e attraverso il suo sguardo e sull'onda lunga di tante canzoni d'epoca risentiamo il sapore nostalgico del Brasile in fermento dei tempi della bossa, del cinema novo e degli aneliti di rivolta." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 18 maggio 2016)

"Delusione completa (...) per una delle potenziali sorprese del concorso (...). Dapprima il regista sembra condurci nel mondo della protagonista, alle prese con solitudine, ricordi e vecchi vinili, poi si concentra sul destino della sua abitazione. Comunque con uno stile piatto, che ostentatamente cerca di far 'parlare' la banalità quotidiana per due ore e venti senza riuscire ad appassionare." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 18 maggio 2016)