Air Force One

USA 1997
Dopo aver concluso, a Mosca, una conferenza stampa in cui ha detto ai diplomatici russi di non voler più tollerare violazioni dei diritti umani come quelle del generale Radek - capo di uno degli Stati post sovietici appena arrestato - il Presidente degli Stati Uniti James Marshall si appresta a tornare in patria in compagnia della moglie e della figlioletta a bordo dell'Air Force One. Poco dopo il decollo, l'aereo cade in mano di un gruppo di fedeli di Radek che chiedono la liberazione del loro leader, minacciando di uccidere uno dopo l'altro i passeggeri se la richiesta non verrà accolta . A Washington la vice Presidente Bennett non riesce a trattare con loro, e così Marshall, in un primo momento creduto morto, comincia una lenta azione di fronteggiamento dei terroristi. Alcuni ostaggi muoiono, Radek viene liberato ma a sua volta ucciso, Marshall e Korshunov, capo dei terroristi, arrivano alla resa dei conti. Il coraggio del presidente è premiato.
SCHEDA FILM

Regia: Wolfgang Petersen

Attori: Harrison Ford - Presidente James Marshall, Gary Oldman - Korshunov, Glenn Close - Vice Presidente Bennet, Wendy Crewson - Grace Marshall, First Lady, Liesel Matthews - Alice Marshall, Paul Guilfoyle - Lloyd Shepard, Xander Berkeley - Gibbs, Donna Bullock - Melanie Mitchell, David Vadim - Igor Nevsky, Elya Baskin - Andrei Kolchak, Levan Uchaneishvili - Sergej Lenski, Jürgen Prochnow - Generale Radek, William H. Macy - Caldwell, Dean Stockwell - Stanton Dean

Soggetto: Andrew W. Marlowe

Sceneggiatura: Andrew W. Marlowe

Fotografia: Michael Ballhaus

Musiche: Jerry Goldsmith

Montaggio: Richard Francis-Bruce

Scenografia: William Sandell

Costumi: Erica Edell Phillips

Effetti: Richard Edlund

Durata: 123

Colore: C

Genere: THRILLER DRAMMATICO AZIONE

Specifiche tecniche: SCOPE A COLORI

Produzione: ARMYAN BERNSTEIN, WOLFGANG PETERSEN, GAIL KATZ, JON SHESTACK

Distribuzione: BUENA VISTA INTERNATIONAL - TOUCHSTONE HOME VIDEO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO SETTEMBRE 1997.

- PRESENTATO ALLA SEZIONE MEZZANOTTE DI VENEZIA 1997.
CRITICA
"Se fino a poco tempo fa la figura dell'eroe per coso, buono e affidabile, poteva essere delegata a un cittadino qualsiasi, rappresentante di quell'uomo della strada che si rispecchiava fedelmente nel James Stewart dell'Uomo che sapeva troppo' (Hitchcock), o nel Cary Grant di 'Intrigo internazionale' (ancora Hitchcock), oggi l'anonimato non paga più e l'affannoso bisogno di fiducia richiede presenze più concrete e tranquillizzanti. E allora, chi meglio del presidente Usa può garantirle? Presidente che se in 'Independence Day' salvava il mondo dagli alieni, in 'Air Force One' lo salva dagli stalinisti di ritorno. Gli effetti speciali si sprecano, ma la fantasia lascia un po' a desiderare". (Enzo Natta, 'Famiglia Cristiana', 29 ottobre 1997)

"Petersen salva la barca con un film preciso e tecnicamente meno pacchiano di quel che ci si aspetta. Fa acqua il moralismo politico della sceneggiatura, stucchevole. Tra i film sui presidenti, 'Air Force One' costruisce un altare alla capacità di difesa personale del primo cittadino come riflesso delle doti di potenza della difesa militare americana e mette ancora i russi, una banda di cattivi e comunisti, a pilotare la distruzione. Per un importante magazine internazionale Harrison Ford è il miglior attore del mondo. Per il regista indipendente americano Stockwell ha l'espressione di una scatola di scarpe. C'è del vero in entrambi i casi. È il migliore perché è il 'presidente' degli attori di Hollywood. È anche un volto morto, che va benissimo per diventare il miglior attore di Hollywood. Al cinema, per un certo cinema, la faccia conta più del volto". (Silvio Danese, 'Il giorno', 24 settembre 1997)

"Si assiste a un tripudio di effetti speciali, di combattimenti aerei, di rocambolesche prodezze. Si vedono missili, Mig, gente paracadutata da cinquemila metri di altezza, un rifornimento aereo nei cieli; e Il presidente che in zona Cesarini trasloca da un aereo all'altro appeso a un filo. Si rivaluta l'utilità dei telefonini e si ammira la tenacia di Glenn Close, che è la leale vicepresidente. Ci si conferma nella convinzione che la rozzezza anticomunista è una malattia ridicola: chi ha un po' di dignità e di memoria è pregato di incazzarsi quando il perfido generale Radek esce dalla prigione al suono dell'Internazionale. E ci diciamo che questo grande circo cinematografico non è così innocente come fa finta di essere". (Irene Bignardi, 'la Repubblica', 22 settembre 1997)