Luciano Emmer

MILANO (Italia), 19 gennaio, 1918

ROMA (Italia), 16 settembre, 2009

Regista. Studente in Legge, non ancora laureato fonda con Enrico Gras una piccola casa di produzione che si segnala per la realizzazione di vari documentari nei primi anni del secondo dopoguerra. Si tratta di lavori che hanno ad oggetto opere d'arte, presentate al pubblico con un uso originale del montaggio e della musica. Con questa tecnica, fra l'altro, Emmer illustra opere di Giotto, (nel 1939 "Racconto da un affresco" la cappella degli Scrovegni nella foto in b/n dei Fratelli Alinari) Goya, Leonardo, Piero della Francesca e Picasso. Fa il suo esordio alla regia di lungometraggi cinematografici nel 1950 con 'Domenica d'agosto'. Insieme allo sceneggiatore Sergio Amidei (cui a volte si affiancano gli scrittori Vasco Pratolini ed Ennio Flaiano) Emmer dà vita ad un duo assai prolifico che, nel corso degli anni, realizza diversi film basati su storie di gente comune: "Parigi è sempre Parigi" (1951), "Le ragazze di piazza di Spagna" (1952) e "Terza liceo" (1953). Dopo "Camilla" (1954), "Il bigamo" (1958) ed il polemico "La ragazza in vetrina" (1960), Emmer abbandona il cinema per dedicarsi alla televisione ed alla pubblicità. Dietro la macchina da presa torna all'inizio degli anni Novanta per "Basta! Ci faccio un film", che presenta senza successo alla Mostra del cinema di Venezia, e successivamente nel 2000 con "Una lunga, lunga, lunga notte d'amore". Nel 2003 è ancora una volta a Venezia dove presenta "L'acqua... il fuoco", presentato come vento collaterale, dove gli è stato assegnato il 'Premio Pasinetti' alla carriera. Nel 2004 il Torino Film Festival gli ha dedicato una retrospettiva completa.