Il sequel del fortunato Now You See Me (2013) presenta un cambio in cabina di regia e alcuni nuovi volti nel cast. A dirigere le spettacolari azioni del gruppo di prestigiatori meglio noti come Cavalieri stavolta è Jon M. Chu, che mette in scena la storia ideata da Ed Solomon (sua anche la sceneggiatura) e Peter Chiarelli. Nel cast, ancora una volta, Jesse Eisenberg, Mark Ruffalo, Woody Harrelson, Dave Franco, Morgan Freeman e Michael Caine, mentre nuovi personaggi vengono portati in scena da Daniel Radcliffe e Lizzy Caplan. Prodotto da Alex Kurtzman, Roberto Orci, Bobby Cohen e co-prodotto, non a caso, dal più grande illusionista al mondo David Copperfield, il seguito ufficiale del film diretto da Louis Leterrier segna il ritorno dei Quattro Cavalieri per un’esibizione sensazionale che denuncerà il corrotto magnate della tecnologia Owen Case (Ben Lamb). Ma il piano attuato dai Cavalieri, con la supervisione e l’aiuto di Dylan (Mark Ruffalo), fallisce e i ragazzi sono costretti a fuggire. Per riguadagnare la libertà, il gruppo sarà obbligato  dal facoltoso Walter Mabry a recuperare un chip potentissimo rubatogli dal suo ex socio Owen Case. Un susseguirsi di eventi inaspettati e colpi di scena porterà i Cavalieri a compiere la loro più grande impresa.

Un thriller action ricco di colpi di scena e dal forte impatto visivo. Gli effetti speciali, supervisionati da Matt Johnson, ricoprono infatti gran parte del girato dando vita a vere e proprie sequenze mozzafiato. L’azione è uno degli elementi trainanti del film, adrenalinico per tutta la sua lunga durata (129 minuti). La trama, seppur resa complessa da uno sviluppo della sceneggiatura ai limiti dell’incredibile, funge perlopiù da pretesto per poter inscenare le lunghe e rocambolesche imprese del gruppo, capitanato per metà film da J. Daniel Atlas (Eisenberg) e per la restante parte da Dylan Rhodes (Mark Ruffalo), richiamanti sotto molti aspetti quelle dell’agente Hunt nella celebre saga Mission Impossible. Chu presenta meglio al pubblico i personaggi, tramite flashback che riportano all’infanzia di Rhodes e che descrivono meglio la figura di Thaddeus Bradley (Freeman). Non mancano i momenti di puro divertimento misto all’adrenalina e all’umorismo, ben innestati in un contesto che mira a denunciare la violazione della privacy applicata dai magnati della tecnologia. Per certi versi sembrerebbe di assistere a un film lontanamente ispirato al caso Snowden, ma questo solo nelle intenzioni e nelle lunghe vedute. A primeggiare sono infatti gli effetti visivi e le ottime interpretazioni dei protagonisti. Le musiche, di Brian Tyler, completano un’opera spettacolare degna erede del suo predecessore.