Jason Statham è una delle più belle facce da cinema degli ultimi anni, un compendio di Bruce Willis e James Caan, nome quest’ultimo scelto non a caso, dato che il buon Jason è arrivato al secondo remake originariamente interpretato da Santino Corleone. Dopo Killer Elite, eccolo in Joker, versione aggiornata di Black Jack.

Anche questa volta sceneggiato da William Goldman, molto meno ispirato rispetto all’originale, il film racconta le gesta di Nick Wild, uomo dal misterioso passato prigioniero di Las Vegas e del vizio del gioco. Eroe debole e tormentato, con pochi incrollabili valori, Wild è un personaggio degli anni Settanta catapultato nel cinema di oggi, un corto circuito in qualche modo interessante che la fisicità di Statham riesce a rendere molto bene sul grande schermo.

Joker non è privo di difetti, la maggior parte proprio in sede di sceneggiatura, ma in fondo importa poco, l’intrattenimento c’è e bastano i cinque minuti di Stanley Tucci, davvero monumentale, a non rendere vano il costo del biglietto. E poi c’è Statham, che ha tre scene in cui spacca ossa come solo lui sa fare e, soprattutto, ci mette la faccia, e non è poco. Uno così Robert Altman lo avrebbe adorato.