Aprite gli occhi, e vi trovate su un lettino in uno strano laboratorio. Senza un pezzo del braccio e della gamba sinistra. Non vi ricordate nulla: una bella dottoressa/scienziata (Haley Bennett) vi chiama Henry, vi infila una fede nell'anulare e vi dice che è vostra moglie. In più, vi attacca "bionicamente" i pezzi che vi mancavano. E poco dopo scoprirete che siete dotati di una forza e una resistenza sovrumani. Peccato che qualcuno, tale Akan (Danila Kozlovsky), psicopatico megalomane con poteri telecinetici, arriverà ben presto per farvi fuori. Fuggite, ma dovrete fare molto di più se volete a) liberare la vostra (?) donna, b) capire veramente chi siete, c) avere la meglio sul villain (e sulle migliaia di scagnozzi pronti a morire per lui). Per fortuna, in vostro soccorso arriverà il misterioso Jimmy (Sharlto Copley), uomo dalle mille risorse che vi aiuterà a barcamenarvi nel violento caos di Mosca.

Sgombriamo subito il campo da qualsiasi falsa informazione: Hardcore! non è il primo film girato completamente "in soggettiva". Basti pensare ad Arca russa di Sokurov, per dire il primo che ci viene in mente. Forse, questo sì, è il primo action-movie girato interamente con una GoPro Hero 3: l'effetto, è innegabile, regala momenti di grande impatto e di alta spettacolarità. Nel complesso, però, il film diretto da Ilya Naishuller - frontman dei Biting Elbows, band indie rock russa, anche regista del videoclip Bad Motherf*cker, diventato virale sul web proprio perché girato in prima persona e per la violenza pulp di cui è intriso - e prodotto da Timur Bekmambetov (che ha convinto Naishuller proprio dopo aver visto quel video) è un folle e alla lunga estenuante esperimento audiovisivo, a tratti divertente per la varietà con cui cerca di diversificare le centinaia di scontri a fuoco e uccisioni e, perché no?, anche per la variante sci-fi che impone ulteriori riflessioni su argomenti quali cibernetica, clonazione, ipotetici avatar e via discorrendo.

Quella che resta, oltre all'ennesima prova convincente di uno Sharlto Copley mai così "mutaforma", è comunque la sensazione di aver assistito (da spettatori sì, non da giocatori) ad un FPS (un First Person Shooter), uno sparatutto cruento e senza tregua. Un "film" la cui ambientazione (Mosca) e la cui natura grottesca che lo anima non possono far venire alla mente gli incredibili video ormai cult da qualche anno su Internet, raccolti in "collezioni" tipo "Meanwhile in Russia" e riproposti anche su Twitter dall'account @CrazyinRussia. Vedere per credere: ma da qui a concepirne un film di 95' ce ne vuole...