Davis Mitchell, investitore newyorkese, vede crollare tutte le sue certezze dopo la tragica morte dell’amata moglie: inizierà a stringere un legame sempre più profondo con Karen, responsabile del servizio clienti di una società di distributori automatici, dopo aver catturato la sua attenzione con una serie di lettere autobiografiche.

Melodramma psicologico in cui due sconosciuti, soli e disperati, trovano una nuova ragione di vita entrando casualmente in contatto, Demolition, scritto dal poco esperto Bryan Slipe, risulta poco coinvolgente, vittima di troppi cliché e di inutili eccessi visivi e sonori, che lo rendono forzato e spesso sopra le righe.

Si conferma così un regista sopravvalutato il canadese Jean-Marc Vallée (Dallas Buyers Club, Wild), autore che si appoggia troppo spesso alla retorica nel tentativo di emozionare a tutti i costi. I suoi prossimi progetti saranno due serie televisive (Sharp Objects e Big Little Lies) e chissà che non trovi proprio nel piccolo schermo la sua dimensione migliore.

Jake Gyllenhaal nei panni del protagonista si conferma in un buon momento di forma, mentre Naomi Watts, meno in parte e mai intensa, è poco incisiva nel ruolo di Karen.