Fine anni '50 in un'Inghilterra a tratti tetra e oscura. Una macchina attraversa una strada buia ed entra in una casa. Al centro della storia, una coppia che da tempo sembra aver perso la fiamma della passione. Lui, Max, un famoso psichiatra, è chiamato, temporaneamente, a dirigere una sorta di clinica psichiatrica. Lei, Stella, sembra coltivare la pratica della buona moglie, dedita alla casa e ai figli, elegante, raffinata nei modi, affascinante. Da questo quadro, David MacKenzie, già autore dell'inquietante Young Adam, plasma la materia deforme e incontrollabile del romanzo di Patrick McGrant, Follia, per raccontare una storia di torbida passione, solitudine e rabbia. Proprio perché esiste un elemento perturbante che interferisce con la placida calma di questa famiglia. L'incontro tra Stella e Edgar Stark, paziente della clinica, artistoide istintivo, che, grazie ad una serie di progressi nel recupero della ragione, lavora indisturbatamente proprio in quella casa. Egli frantuma quella statica apatia propria dei nuovi inquilini. E lo fa accendendo in Stella una sorta di ribellione, che la porterà a cambiare progressivamente e a trasformarsi. La loro fuga rappresenta prima di tutto un ritorno alle origini istintive, all'amore come incalcolata passione, ma anche come gelosia, tradimento, opprimente ossessione. Sentimenti repressi in un controllo preordinato delle cose. Così, se mentre all'inizio Stella, visitando per caso la clinica, è terrorizzata nell'apprendere che dall'altra parte delle sbarre, esiste una società psicologicamente squilibrata, ora si ritrova proprio in quella zona, anticamera della follia pura. MacKenzie, sorretto dalla notevole capacità recitativa di Natasha Richardson, sembra muovere la macchina da presa all'interno di questo enorme paradosso, fatto di ruoli prestabiliti: il medico e il paziente, il recupero e il premio, l'istinto e la ragione, la colpa e la punizione. Solo la morte sembra non conoscere una posizione antitetica, mentre alla fine, questo vortice di pazzia sembra racchiudersi in una piccola statuetta che ha le fattezze di Stella. Sorride, ma di profonda tristezza. Notevole anche le altre interpretazioni: Ian McKellen, Marton Csokas, Hugh Bonneville.