New York, 1926. Il “magizoologo” inglese Newt Scamander (Eddie Redmayne) sbarca a Ellis Island. Con sé ha solo una valigia marrone, nella quale custodisce numerose specie di creature fantastiche. Lo scopo del viaggio è quello di cercarne e salvarne altre. Ma qualcosa di oscuro e misterioso sta seminando la distruzione per le strade, rischiando di far uscire allo scoperto la comunità magica che fa di tutto per rimanere nascosta agli occhi dei No-Mag (il corrispettivo americano dei Babbani…). E suo malgrado, Newt, si ritroverà al centro di questa incombente minaccia…

Pubblicato a scopi benefici nel 2001 (lo stesso anno che nei cinema di tutto il mondo arrivava il primo capitolo di Harry Potter), Gli animali fantastici: dove trovarli di J.K. Rowling (firmato però ovviamente Newt Scamander, e il 18 novembre uscirà in una nuova edizione) nasceva come pseudobiblium e prendeva le mosse dal libro di testo studiato sui banchi di Hogwarts. Ora, grazie alla sceneggiatura della stessa Rowling, è diventato il primo capitolo di un’altra saga cinematografica, formata da cinque film, con David Yates al timone dell’intera operazione.

Regista ormai ben immerso nell’universo Rowling (con gli ultimi quattro Harry Potter diretti, dal 2007 al 2011), Yates riesce nell’impresa non semplice di far dialogare, a più dimensioni, la forma e il contenuto del racconto: Animali fantastici, da questo punto di vista, è un film sorprendente e folle, oseremmo dire magico. Sì, perché dona nuovamente al mezzo cinematografico la possibilità di stupire, e in questo – vuoi anche per alcune assonanze “scenografiche”, vedi l’edificio del MACUSA, l’organo di governo americano del mondo dei maghi – sembra affiancarsi molto all’Hugo Cabret di Martin Scorsese. Anche qui, come allora, l’espediente del 3D non è solamente accessorio, ma realmente finalizzato ad immergere l’esperienza dello spettatore dentro differenti livelli.

Proprio come accade al personaggio cardine dell’intera vicenda, il buffo Jacob Kowalski (cognome che ha più di qualche avo nella storia del cinema americano…), No-Mag che finirà per accompagnare (e aiutare) Scamander lungo il corso della storia. Lo stupore di Kowalski – operaio con il sogno di aprire una sua pasticceria – è lo stupore di ciascuno di noi, messi via via al cospetto di incredibili e fantastiche creature (dallo Snaso al Velenottero, ai giganteschi Graphorn e Erumpent), o chiamati a entrare dentro valigie contenenti altri mondi, col rischio che tutto possa svanire da un momento all’altro per mano di fanatici salemiani, fazione di fondamentalisti decisi a sradicare la magia dalla terra, mentre accresce il mistero attorno alla figura dell’oscuro Gellert Grindelwald, ora introvabile dopo aver scatenato l’inferno in Europa.

Divertente e ricco di colpi di scena, ovviamente con più di qualche rimando a quello che (già sappiamo) avverrà molti anni più tardi, popolato di personaggi incisivi e carismatici, come le sorelle Goldstein, interpretate da Katherine Waterstone e Alison Sudol, o il potente Percival Graves (Colin Farrell) e il taciturno Credence (Ezra Miller), esaltato da un incredibile lavoro sugli effetti visivi e la ricostruzione d’epoca di Stuart Craig, oltre all’ottima fotografia di Philippe Rousselot e la colonna sonora “jazz age” di James Newton Howard, Animali fantastici e dove trovarli rischia di trasformarsi in uno dei più grandi successi mondiali di questo 2016. Segnando nel migliore dei modi il nuovo inizio (cinematografico) dell’universo J.K. Rowling. Revelio!