Per sfortuna che ci sei

La chance de ma vie

BELGIO 2010
Julien Monnier, stimato consulente coniugale, ha un serio problema: ogni donna che ha con lui un rapporto sentimentale viene investita da un'ondata di sfortuna. E così sembra essere anche per la sua ultima conquista, Joanna, una donna dalla serena - fino ad ora - vita professionale e sentimentale. Riuscirà l'incontro con la sua vera anima gemella a sfatare i negativi influssi di Julien?
SCHEDA FILM

Regia: Nicolas Cuche

Attori: Virginie Efira - Joanna Sorini, François-Xavier Demaison - Julien Monnier, Armelle Deutsch - Sophie, Raphaël Personnaz - Martin Dupont, Thomas N'Gijol - Vincent, Brigitte Roüan - Lydie, Yves Jacques - Maxime Dupont, Marie-Christine Adam - Dominique, madre di Julien, Elie Semoun - Philippe Markus, Francis Perrin - François, padre di Julien, Franck Molinaro - André, Gérald Marti - Sig. Brochand, Jean-Louis Sbille - Sig. Mexès, Catherine Claeys - Sig.ra Mexès

Soggetto: Luc Bossi - idea

Sceneggiatura: Luc Bossi, Laurent Turner

Fotografia: José Gerel

Musiche: Christophe La Pinta

Montaggio: Valérie Deseine

Scenografia: Bertrand L'Herminier

Costumi: Charlotte David, Christophe Pidre

Durata: 87

Colore: C

Genere: ROMANTICO COMMEDIA

Specifiche tecniche: (1:1.85)

Produzione: TF1 FILMS PRODUCTION, SCOPE PICTURES, JERICO, WILD BUNCH, MARS FILMS

Distribuzione: MOVIEMAX (2011)

Data uscita: 2011-07-13

TRAILER
CRITICA
"Nell'equivoco a forma di commedia l'unico dato inequivocabile si chiama coincidenza di (s)fortune. A dimostrarlo basta il titolo, 'La chance de ma vie', che in italiano volge sull'azzeccato 'Per sfortuna che ci sei', opera seconda del francese Cuche e gran successo al botteghino locale. (...) Nella nuova commedia francese che fluttua tra ritmi a stelle e strisce e patrimonio cultural nazionale da salvaguardare, il profumo universale di questa fiaba è garantito dall'alto tasso di ironia, che trattiene il film da un Gite troppo parisienne senza svenderlo all'anonimato." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 14 luglio 2011)

"Un uomo e una donna si incontrano, si attraggono, poi qualcosa (metaforicamente o letteralmente) li separa: riusciranno a ricongiungersi? E come? E' lo schema di base di ogni commedia romantica, dove la variante consiste nella natura dell'ostacolo da superare. Nel caso di 'Per sfortuna che ci sei', gli sceneggiatori Luc Bossi e Laurent Turner hanno avuto l'idea di immaginare un tizio che, singolare figura di jettatore!, si trova suo malgrado a convogliare la malasorte proprio sulla persona amata. (...) Il film ne inanella una dietro l'altra - figuracce, incendi, fratture - con l'intento di risultare divertente, ma non trova il ritmo. La malcapitata Virginie Efira resta un po' insipida, del sornione Francois Xavier Demaison si intuisce il buon potenziale comico." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 15 luglio 2011)

"Lo spunto può divertire. (...) Ma si può raccontare una storia così? No di certo, perciò basta aspettare e arriverà il lieto fine. Senza più gatti neri e specchi rotti. Una commedia, quindi. Opera seconda di un regista francese, Nicolas Cuche (...), basata su un soggetto di Luc Bossi (...). (...) Restano gli interpreti. (...)la protagonista, Virginie Efira, ha un grazioso fisico longilineo e un ovale, coronato da bei capelli biondi, che richiama facilmente l'attenzione. Al suo fianco, come iettatore alla fine mancato, c'è Francois-Xavier Demaison, che non mi sembra di aver mai incontrato su uno schermo. Almeno nascosto sotto quei baffetti neri..." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 15 luglio 2011)

"Piacerà a chi ama la commedia francese scritta bene, sagacemente ritmata, con un protagonista da seguire dal principio alla fine. Julien non è uno stolido porta-sfiga come Mr. Bean, è il Paperino della nostra infanzia, sempre in lotta col destino malignetto, sempre messo in inferiorità dal fortunatissimo e immeritevole cugino Gastone. Quante volte abbiamo tifato per lui e sperato che i Gastone andassero a ramengo? Per questo l'happy end del film di Nicolas Cuche è giusto e santo. Se Julien non vinceva avremmo buttato il giornaletto (pardon il film)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 15 luglio 2011)

"Con piglio leggero (suvvia, siamo a fine stagione e questo è un filmettino estivo) si inquadra il problema, allineando una serie di sketch godibili. Più complicato quando i simpatici protagonisti (perché i due attori principali sono davvero bravi) cercano, coadiuvati dal regista, di tirare le fila della storia. Da qualche parte tocca pure andare a parare. E inventarsi una maledizione infantile assieme al saggio insegnamento che la sfortuna guardata con occhi diversi si può trasformare in opportunità sono soluzioni debolucce. Ma le due risate di prammatica il film non le nega a nessuno." ('Gioia', 23 luglio 2011)